Una settimana.
Era passata una sola settimana e tutto sembrava essere tornato alla normalità, o quasi. Le vite di chi mi stava intorno erano andate avanti, tutti avevano proseguito con i loro impegni, le loro cose da fare...
Io ero rimasta in un limbo.
Avevo pregato la segretaria del preside che, dopo mille negazioni e dissensi, si era convinta a farmi restare per due settimane in camera da Riley. Ne era passata solo una ma niente sembrava migliorare.
Le mie giornate erano sempre uguali: mi svegliavo, trovavo già le camere vuote perché i ragazzi erano a lezione, mettevo a posto la stanza, leggevo un libro nell'attesa del pranzo, fissavo oltre la finestra, cercavo di ritrovare in qualsiasi modo quella parte di me stessa che si era persa in qualche luogo sconosciuto.
Non uscivo da quella camera da sette giorni. Ogni tanto veniva Rosie a farmi compagnia o Lucas decideva di saltare gli allenamenti per non lasciarmi da sola. Cercavano in ogni modo di farmi vivere la vita in modo normale, senza cercare di nominare quella stupida notte.
E io fingevo.
Giusto per non farli preoccupare troppo.
Quel sabato mattina, però, non furono gli incubi a svegliarmi, ma la musica. Osservai con un solo occhio aperto Cognac, che ballava sulle note di Watermelon sugar di Harry Styles. Era stata la prima notte in cui non mi ero svegliata in preda agli spasmi o con il sudore grondante su tutto il corpo. Riley cercava di farmi vivere con più facilità, di assorbire quel trauma fino a renderlo completamente invisibile.
Quella notte aveva picchiato Colton, mentre Cognac mi teneva impegnata nella loro camera. Non ho idea di cosa gli avesse fatto, quanto effettivamente l'avesse colpito. L'unica cosa di cui ero certa, erano le sue mani sporche di sangue, così come la maglia bianca. Colton era tornato a casa dai suoi, magari per riprendersi meglio e tornare dopo. Non lo sapevo con certezza, poco mi importava in realtà.
Era tornato con il fiatone, stanco e con le mani doloranti. Lui, per fortuna, aveva un solo graffio sul collo ma niente di così preoccupante. Aveva preso delle coperte, le aveva stese sul pavimento e aveva dormito lì. Nonostante io gli avessi detto che non ci sarebbe stato alcun problema, che avrebbe potuto stendersi al mio fianco, lui aveva rispettato i miei spazi e si era steso sul pavimento.
Tutte le notti. Per sette giorni di fila.
Mi sentivo un peso in quella camera, anche se nessuno di loro mi dimostrava di essere tale. Il solo pensiero di tornare nella mia, però, mi soffocava fino a farmi mancare il respiro. Forse, il mio inconscio, si sentiva al sicuro dentro una stanza con dei maschi pronti a difendermi.
Portai la coperta fino al viso, lasciando che il mio braccio penzolasse dal letto. Le dita sfiorarono un lembo di pelle nuda di Riley, sicuramente quella della spalla visto che era solito dormire a pancia in giù. Cercai di ignorare ancora la musica, fino a sentire un leggero fastidio per via del volume troppo alto. Fu un istinto quello di tirare la testa fuori dalle lenzuola e lanciare un cuscino al canterino Cognac, che se ne stava altamente fregando di noi dormienti. Mi chiedevo come facessero Riley e Lucas a dormire senza problemi.
«Tesoro, è sabato!» esclamò, con un tono abbastanza alto così da sovrastare la musica.
Assottigliai lo sguardo, storsi le labbra in segno di fastidio e mi misi seduta sul letto, incrociando le braccia e mettendo il broncio come una bambina capricciosa. «Sì, beh, quindi? Ho bisogno di dormire ancora un po'.» mormorai, controllando l'orologio dal telefono. Erano le undici e mezza. Forse era davvero ora di mettersi in piedi.
Solitamente mi svegliavo fin troppo presto, per una ragazza della mia età. Ma considerando che non stavo frequentando le lezioni perché tutto il college mi credeva malata, ne approfittavo per dormire qualche ora in più. Tralasciando le volte in cui Cognac non me lo permetteva.
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Heartbeats
RomansaLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...