14. Supposizioni

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L'inizio di una nuova settimana significava doversi di nuovo sottoporre al continuo stress dello studio. L'unico momento dove ci era concesso rilassarci era durante l'ora di pranzo, anche se io trovavo stressante spostarsi di qua e di là per trovare un posto decente dove poter consumare il pasto in santa pace.

Ogni volta con Rosie era una corsa contro il tempo e, alla fine, ci sedevamo in uno di quei tavoli nel grande giardino vicino al campo da football. Tra i corridoi non si faceva altro che parlare della festa di compleanno di Brenda, una ragazza di origini brasiliane con il cuore d'oro. Non eravamo amiche, ma mi stava davvero molto simpatica, perché trasmetteva un'allegria fuori dal comune. Inoltre, le sue feste erano sempre un tripudio di colori e musica in pieno stile brasiliano.

Mi sedetti all'ombra, muovendo la mano davanti al viso per cercare, stupidamente, di provare sollievo contro il caldo. Era impossibile sorbirsi ancora quel clima tremendo a inizio ottobre, non riuscivo più a sopportarlo.

Osservai distratta qualche studente che passava da quelle zone, mangiucchiando una patatina fritta ormai fredda. Quella pietanza era il mio punto debole, anche se da raffreddata aveva un gusto tremendo.

«Ma alla fine andrai o no alla festa di Brenda?» mi chiese Rosie, scostando il ciuffo nero dalla fronte.

Alzai le spalle, immergendo la patatina nella salsa barbecue. «Non lo so ancora, non saprei nemmeno che regalo portarle per l'occasione. Tu ci vai?» domandai, stiracchiandomi appena. Avevo avuto due ore di psicologia e la lezione si era dimostrata abbastanza pesante da reggere. Rischiavo di addormentarmi sul banco, soprattutto perché la notte precedente Riley mi aveva tenuta sveglia fino alle cinque. Una volta tornati a casa, dopo esserci riempiti di cibo sia durante il pranzo che durante la cena – cosa purtroppo prevedibile quando si andava dai genitori – Riley era passato a salutare Michelle, trovandola già addormentata. Così, dopo essere rientrato in camera sua, cominciò a mandarmi dei messaggi per raccontarmi una cosa che aveva saputo tramite la sola e unica fonte Cognac. E tra teorie su chi avesse tradito chi o i motivi per cui la relazione tra Lisa e Chuck fosse finita, si erano fatte le cinque del mattino. Eravamo piuttosto pettegoli sulla vita degli altri, ma a differenza del resto degli studenti, le cose di cui eravamo a conoscenza li tenevamo per noi.

«Non lo so, dipende se vai tu. Lo sai che non amo le feste, poi so che del nostro gruppo ci vanno tutti tranne Riley.» rispose, mangiando con gusto il suo Hamburger vegetale.

Era una cosa che già sapevo.

Michelle e Brenda erano molto amiche, in passato. Poi finirono per litigare perché la bionda era arrivista, calcolatrice e subdola. Al contrario di Brenda che tutto quello che faceva era per puro disinteresse. Quindi, di conseguenza, se Riley fosse andato alla festa Michelle l'avrebbe fatto nero, perché avrebbe interpretato il gesto come una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Riley detestava dover rinunciare alla festa, perché con Brenda era rimasto in ottimi rapporti.

Storsi le labbra, sbuffando. «Già, è un vero peccato che non ci sarà. Ci saremmo divertiti.» dissi, facendo un cenno con il capo verso Lucas che si era seduto al fianco di Rosie. Dopo di lui, ci raggiunsero anche Riley e Michelle. La ragazza sembrava contrariata dal fatto che dovesse sedersi con noi e il suo sguardo fulminante nei miei confronti ne era la prova schiacciante. «Qualche problema, Mich?» chiesi annoiata, poco stimolata dalle sue continue occhiatacce. Prima era divertente litigarci, poi la cosa era cominciata a farsi pesante e noiosa.

Si schiarì la voce e prese la mano di Riley, notando con piacere che il mio sguardo aveva seguito ogni suo movimento e si era soffermato proprio in quello finale. Era normale provare un fastidio tale da volerle strappare tutti i capelli? «Nonostante la tua violenza inaudita nei miei confronti, mi sono mossa per scoprire il nome della fonte di quella voce improponibile. Sia chiaro, l'ho fatto per Riley perché so quanto tiene a te. E nel caso lo volessi sapere, è stata Irene.» disse seria.

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