27. Senza etichette

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Il pomeriggio dopo le lezioni era sempre il mio momento preferito della giornata. Era consuetudine andare in sala comune con Rosie, sdraiarci sui divanetti e rimanere a leggere riviste fino all'ora di cena. Quel giorno si era unito a noi anche Cognac, Riley stava facendo un allenamento importante e lui si annoiava a stare da solo in camera. Inoltre, aveva raccontato di avere problemi con Santiago quindi di non conseguenza non voleva nemmeno passare del tempo con il suo ragazzo.

La sala comune era vuota, l'unica persona oltre noi era Michelle, seduta nei divanetti in fondo. Cognac ogni tanto alzava gli occhi da Cosmopolitan e faceva delle smorfie, ripetendo a bassa voce che si sentiva in disagio dallo sguardo maligno della ragazza. Ma nonostante ciò, leggeva un articolo su come pulire il viso con dei rimedi assolutamente naturali.

Io, invece, leggevo l'intervista di Harry Styles su Vogue, essendo che era stata fatta dalla mia efficiente e simpatica mamma. Ogni volta che un vip veniva intervistato di suo pugno, lei prendeva il cellulare e mi diceva la rivista e la pagina esatta dove leggere, tutta eccitata per la sua nuova intervista. Immaginavo già la reazione di mia sorella Joyce, sicuramente aveva pregato mia madre per invitarlo a casa a prendere qualcosa da bere. Speravo che non l'avesse fatto, altrimenti povero Styles.

Rosie, invece, leggeva una rivista tutta dedicata al mondo della stregoneria. Sembrava piuttosto concentrata nella sua lettura e non aveva alcuna voglia di smettere, o almeno, non fino a quando Lucas ci era piombato davanti dondolandosi con evidente agitazione.

«Mi serve un consiglio.» aveva detto, portandosi le mani dietro la schiena e continuando a dondolare su sé stesso.

Cognac alzò lo sguardo, arricciando il naso. «Ottimo, anche a me. Secondo te per rendere morbida la pelle, è meglio il burro di karité o l'olio di rici... ah, no. L'olio di ricino si usa per facilitare la dilatazione nelle partorienti. Ma cosa diavolo sto leggendo?» voltò pagina, sconcertato.

Ridacchiai divertita, per poi portare lo sguardo su Lucas. «Esprimiti pure, siamo qui per te.» chiusi la rivista, vedendo che gli altri due avevano imitato il mio gesto.

Lucas fece un profondo respiro, annuendo. «Sì, bene. Mi piace una ragazza e io piaccio a lei.» disse, guardandoci per un minuto.

Non capivo. Cosa c'era di così problematico? «Oh, questo sì che è un vero problema. Sicuro più della mia pelle secca!» esclamò contrariato Cognac.

Lo guardai male, pizzicandogli il braccio. «Perdonalo, Lucas. Sono sicura che il tuo problema è veramente importante.» riportai la mia attenzione su di lui, vedendo che annuiva freneticamente.

«Beh, lo è. Come sapete, non esco da più di un anno con un ragazza e lei mi piace sul serio. Ci siamo visti un paio di volte, ci siamo baciati ma... beh... lei è tipo, incinta. Oh, ma solo un pochino, eh. Tipo di sei mesi.» abbassò il tono di voce, facendosi piccolo.

Come? Incinta? Dio santo, ma perché riusciva a infilarsi nelle situazioni più strane? Bene. Dovevo mantenere la calma e mostrarmi matura e razionale, altrimenti l'avrei spaventato ancora di più. «Lucas, sul serio te la senti di prenderti una responsabilità così grande?» se così fosse, sarebbe stata una cosa molto nobile da parte sua e avrei davvero apprezzato il gesto. Ci voleva veramente un gran coraggio per farsi carico di un figlio che in fin dei conti non era suo.

Lucas annuì. «Io credo di sì. Cioè, quel bambino non è ancora nato e io lo amo come se fosse mio!» esclamò disperato, passandosi una mano tra i ricci.

Rosie sorrise entusiasta, battendo le mani. «Uh, un maschio! Come lo chiamerà?» chiese curiosa.

Il ragazzo alzò le spalle, fermandosi un attimo a pensare probabilmente al nome. «Oh, credo voglia chiamarlo Chandler. Ha tipo un'ossessione per il personaggio di Friends.» ammise, imbarazzato.

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