La gente afferma che i veri eroi sono quelli che salvano il mondo dalla cattiveria dell'essere umano. Per carità, non lo mettevo in dubbio, ma ero del parere che c'era una tipologia di eroi che non venivano considerati, ma che allo stesso modo meritavano una medaglia per le gesta e per la pazienza che ogni secondo della sua vita possedevano.
Chi cresce in una famiglia numerosa.
Purtroppo, facevo parte di quella categoria e conoscevo benissimo la fatica di condividere lo stesso tetto con una miriade di fratelli.
Eravamo in tutto sei figli, io ero la maggiore quindi di conseguenza ero anche quella che subiva la scocciatura dagli altri cinque. Dopo di me, c'era Josh, che aveva vent'anni. Due anni di differenza bastavano per detestarci profondamente, complice anche il fatto che mio fratello era un tipo abbastanza strano.
Oddio, forse non era il termine esatto per definirlo, ma era quel tipo di persona che non sapeva cosa farne della sua vita e viveva di sogni difficili da raggiungere. Si credeva il Freddie Mercury della situazione, in pratica. Tutto era partito in seconda liceo, quando aveva conosciuto un gruppo di gente molto sinistra che cercava un cantante per la loro rock band. Indovinate? Già, lui era diventato proprio il cantante. Da quel momento, si era praticamente trasformato.
Dilatatori alle orecchie, abbigliamento sempre nero con frasi su quanto la morte fosse figa, capelli lunghi fino alle spalle e un carattere veramente scorbutico.
Suonava nel nostro garage tutte le sere, mio padre era diventato matto a furia di sentire quella musica che altro non era che schiamazzi, assoli di chitarre e oggetti spaccati totalmente a caso. Non che odiassi il rock, anzi. Lo ascoltavo molto volentieri ma loro facevano veramente pena come band. Mio fratello era bravino, ma i suoi compagni...
Frequentava la Stanford con me, ma solo perché papà e mamma l'avevano praticamente costretto. Fosse per lui, vivrebbe in un furgoncino scassato a comporre musica.
Dopo di lui, quattro anni dopo, mia madre diede alla luce Joyce. Su mia sorella avrei poco da dire: era una cheerleader, molto popolare e antipatica come le mestruazioni in piena estate. Frequentava una sola ristretta cerchia di amici, per il resto lei diceva che gli altri erano delle conoscenze poco importanti e troppo sfigati per entrare nel suo esclusivo club. Inoltre, era fissata con i One Direction e aveva la fastidiosa abitudine di fregare i miei vestiti dall'armadio. Almeno su quello, mi vedeva abbastanza cool. Per il resto, solo perché possedeva i capelli lucenti e lisci, biondi come il grano e gli occhi azzurro cielo, si credeva una dea. Senza contare che, purtroppo, il buon Dio le aveva fatto dono di un nasino perfetto e di un corpo molto femminile e grazioso. Ergo, io ero quella presa di mira proprio da lei che mi vedeva terribilmente brutta.
A seguire, c'erano le gemelline: Lili e Lucy. Capelli ondulati, lunghi fino al sedere e castano chiaro. Occhi grandi e dolci, labbra definite e carnose e aspetto angelico. Ma no, non fatevi ingannare. Erano due piccole diavolette di soli dieci anni, in fissa con Justin Bieber e con la tendenza a rompere tutto quello che passava sotto le loro mani. Secondo mio padre, erano degli uragani. Ovunque fossero passate loro due, arrivava il caos. Il loro sogno più grande nella vita era far impazzire mia madre prima della vecchiaia.
Per ultimo, ma non per importanza, Caleb. Ricci capelli neri, occhi verde e pelle leggermente scura. Lui era l'unico della famiglia a rompere meno i coglioni. Due anni, amante della canzone Baby Shark e troppo attaccato a me. Del tipo che se io facevo un passo, lui era attaccato alla mia gamba tipo Koala. Il suo unico difetto era il fatto che parlasse troppo e sembrava non ci fosse nessun bottone per spegnerlo. Avrei tanto voluto avere la sua inarrestabile energia. Era molto buono, però. Tranne quando si faceva condizionare dalle gemelle e distruggevano casa.
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Heartbeats
RomanceLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...