Ricominciare a frequentare la scuola non era così terribile come avevo pensato. All'inizio le occhiate erano davvero troppe, ma verso la metà della mattinata ero riuscita ad abituarmi alle loro dicerie e ci ridevo su con una certa leggerezza. Durante il pranzo, Riley mi aveva proposto di pranzare con loro al solito bar all'angolo, così mi ero letteralmente trascinata dietro Rosie che non aveva alcuna voglia di unirsi agli amici dei tre ragazzi.
Quando arrivammo nel grande tavolo popolato per la maggior parte di ragazzi, cominciai ad avvertire il disagio. Quel senso di inadeguatezza davanti a tutti quei corpi maschili ben più possenti di me, come se per mi trovassi sotto giudizio. Per fortuna Riley mi rassicurò con un sorriso, facendomi sentire subito al posto giusto. Prendemmo posto di fronte a Zac, che come al solito faceva lo scemo e dava fastidio a tutta la compagnia.
Se fosse vissuto nel medioevo, sicuramente sarebbe stato il giullare della regina. Si divertiva a divertire e in un certo senso ci riusciva pure. Tranne quando prendeva di mira Cognac e in quei casi partivano insulti a destra a manca. Erano affettuosi, naturalmente, e per fortuna il caro Cogn non si tirava indietro e rispondeva a tono. Quindi si apriva un battibecco inizialmente piacevole, poi cominciava a diventare snervante perché nessuno dei due voleva dare l'ultima parola all'altro.
A dire il vero, non avevo molta confidenza con il gruppo di amici di Riley, quelli che si era fatto durante i quattro anni di college. Ero una ragazza che stava spesso e volentieri sulle sue, però nonostante questo in quella cerchia mi adoravano tutti. Per loro ero tipo Megan, la sorellina piccola di Riley. Chiunque fosse per importante per lui lo era automaticamente per loro. Riley era ben voluto da quei ragazzi e lo avevano dimostrato molto spesso.
«Avete saputo?» disse Zack, mangiando un panino con dentro le più grandi schifezze supercaloriche. Riuscivo a vedere la salsa che colava di brutto a ogni suo morto. «Pare che Colton sia in coma, l'ho sentito dire da quello zerbino di Cory che si porta sempre dietro. Non so cosa sia successo e non dovrei nemmeno festeggiare, ma finalmente qualcuno ha dato una bella lezione a quel maledetto.» fece una smorfia, dissetandosi con una bevanda light. Era un controsenso, per questo a volte risultava strambo o divertente.
Lì nessuno amava Colton, l'unico che l'aveva sopportato in quegli anni era stato Riley, per amore di Michelle. «Non credo che questo sia molto carino da dire.» replicò Will, il pacifista del gruppo. Tollerava tutti, adorava tutti e non aveva mai un problema con nessuno. Quale fosse il suo segreto non ne avevo la più pallida idea.
Notai lo sguardo di Riley farsi pensieroso, poi alzò le spalle e mi fregò, al solito, una patatina dal piatto. «Che bruciasse all'inferno.» sussurrò, con voce talmente bassa che Zac dovette sporgersi per udirlo meglio.
«Vabbè, questo è esagerato, amico. Perché contaminare l'inferno con la sua presenza? Guarda che quello è un posto divertente.» rise, rivolgendomi uno sguardo che venne ricambiato di sfuggita. Era un bel ragazzo, Zack: alto un metro e novanta, capelli neri, occhi nocciola e l'espressione spavalda perennemente sul viso. Si mostrava un duro ma non lo era affatto, forse era uno dei ragazzi più teneri che avessi mai conosciuto. Lui era nella compagnia di Riley fin dal liceo, ricordo che al secondo anno di superiori ebbi una cotta madornale per lui, però non aveva mai mostrato un interesse diverso che non fosse per semplice amicizia. Un altro che era con lui fin dal liceo era Will. Nato in North Carolina, si era trasferito a Los Angeles solo a dieci anni. Bassino, con il viso spruzzato di lentiggini, i capelli biondi, il naso a patata e gli occhi piccoli e marroni. Nonostante i ventidue anni compiuti, sembrava un ragazzino di quindici.
Comunque, odiavo la cattiveria gratuita, ma in quel caso sembrava essere davvero meritata. Motivo per cui non mi ero espressa in merito e non avevo intenzione di farlo. Il chiacchiericcio si zittì all'istante e, tutti quelli di fronte a me, stavano guardando le mie spalle. Mi voltai per vedere cosa stesse succedendo, poi capii che la presenza di Michelle era un motivo più che valido per troncare lì la conversazione.

STAI LEGGENDO
Heartbeats
Storie d'amoreLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...