2. Ben tornato, Riley.

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Se dovessi fare una classifica delle estati più brutte passate nella mia vita, direi che quella che stavo vivendo si sarebbe presa senza ombra di dubbio il podio. Ero rimasta da sola a Los Angeles, Rosie era andata farsi un giro per la magnifica Europa, Lucas era andato a Madrid dai parenti e Riley stava passando il periodo estivo in Florida, insieme alla sua ragazza e il suo gruppo di amici.

Mi aveva proposto di seguirli ma, considerando la mole di fratelli che c'erano dopo di me e tenendo conto del fatto che i miei genitori non andavano in ferie, io ero costretta a rimanere in casa per tenere d'occhio quelle bestie.

Su Josh, mamma e papà, non potevano affatto contarci, peggio ancora su Joyce che era portata solo a fare casini. Avevano perso la fiducia in lei quando, essendo io e mio fratello al college, la mamma le aveva lasciato in custodia Caleb e le gemelline. Lei doveva fare un'intervista importante e papà rimaneva in studio più del previsto. Il suoi compagni di scuola organizzavano una mega festa nei pressi di Beverly Hills, così lei aveva deciso di andare portandosi dietro i bambini. A fine serata, Caleb si era arrampicato sul divano e si era addormentato e le gemelle erano sparite.

Mi chiamò in panico, dicendo che avrei dovuto raggiungerla. Per fortuna mi diedero il permesso di uscire, così insieme a Riley andai a salvare la situazione assurda. Le gemelle le trovammo in bagno che provavano i trucchi della padrona di casa. Inutile dire che chiamai mia madre, li portai con me al college nell'attesa che arrivasse e mia sorella si beccò un punizione dalla durata di tre mesi.

Incosciente.

Quello era il motivo per cui potevo scordarmi le vacanze estive, almeno per quell'anno in cui i miei genitori erano super occupati con il lavoro.

Passavo le mie giornate in camera, ogni tanto scrivevo o chiamavo quei mentecatti dei miei amici, poi preparavo il cibo per la squadra di calcio (ovvero i miei fratelli) e, raramente, decidevo di sistemare i più piccoli e portarli in spiaggia.

Di solito era sempre una pessima idea, considerando che trovavano sempre un modo per combinare guai. L'unico momento in cui potevo rilassarmi era dopo pranzo, visto che a causa di qualche intervento divino, riuscivo a metterli a letto per farli dormire un pochino.

Ed era proprio quello che stavo facendo. Messa comodamente sul mio letto, scorrevo i video di Tik Tok e mi godevo la mia pace, che sarebbe stata presto interrotta a causa di qualche fratello rompiscatole.

Come volevasi dimostrare, non ebbi nemmeno il tempo di formulare quel pensiero che Josh sbucò in camera mia, con un sorriso che non aveva niente di buono.

Si mise ai piedi del letto, tamburellò le dita sulla coscia e attese il mio via per parlare. Peccato che esso non arrivò, perché ero troppo impegnata a farmi gli affari miei per potergli dare retta. «Stasera non suoniamo.» disse, rompendo poi quel silenzio.

La mia reazione era stata un'alzata di spalle, niente di più e niente di meno. Non mi importava molto sapere che quella sera la sua band era in pausa. Sbuffò, torturandosi il ciuffo castano con le mani e facendo delle smorfie contrariate. «Dovresti essere entusiasta, ho del tempo in più da passare con voi.»

Alzi gli occhi dallo schermo, per poi riportare la mia attenzione sulla gente che ballava Savage Love nelle meravigliose spiagge californiane. «Yuppy...» mormorai, alzando gli occhi soffitto. Quando mio fratello non suonava era fastidioso, perché trovava sempre un pretesto per attaccare briga o ricordarci che eravamo tutti dei comuni mortali.

Fece un respiro e si alzò dal letto, grattandosi il capo. «Vabbè, poco importa. Tanto ho intenzione di prendere la macchina di Riley per andare a Palo Alto.» disse, con la sua innata nonchalance.

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