Faceva caldo, tremendamente caldo.
Avrei dovuto farci l'abitudine, essendo Californiana fino al midollo. Ma il fatto era che al caldo non ci si abituava mai. Era domenica mattina, il sole batteva alto e il tempo sembrava essere nostro amico. In macchina da più di venti minuti, eravamo diritti a Los Angeles, per pranzare con i miei genitori. Quando mio padre decideva di fare il barbecue e le nostre famiglie si riunivano era impossibile dire di no.
Riley guidava spensierato, con il vento che gli scuoteva i capelli. Si respirava serenità, gioia. Stavamo cantando sulle note di Dusk till dawn di Zayn Malik e Sia. Anche Megan era coinvolta nel nostro coro improvvisato, l'unico a esserne contrariato era Josh che sembrava volesse lanciarsi dall'auto in corsa.
A volte si aveva bisogno di quei momenti dove il mondo rimaneva fuori da tutto e restavi solo tu, a cantare, insieme alle persone che amavi. E il vento ti accarezzava i capelli, mentre il peso delle tue scelte si allontanava da te e ti lasciava respirare.
Mi sentivo in colpa.
Mi sentivo egoista.
Mi sentivo sbagliata.
Ma avevo fatto una scelta da cui non potevo farne a meno. Avevo scelto me stessa, ancora una volta. Senza preoccuparmi di chi mi stava intorno.
Egoismo necessario per respirare.
E Riley era mio complice. Come sempre. Come da tutta una vita.
Folli, egoisti, maledettamente sbagliati, ma noi. Ed era proprio l'ultima parola a farmi dimenticare di tutto il resto.
Fissavo la strada che ci lasciavamo alle spalle, mentre Rewrite the stars di James Arthur e Anne-Marie aveva cominciato a suonare.
E noi continuavamo a cantare.
Come se noi fossimo gli scrittori della nostra vita, come se avessimo davvero il potere di cambiare le nostri sorti. Dopotutto, se eravamo lì proprio in quel preciso istante, era grazie alle nostre scelte.
Per quanto discutibili fossero.
Voltai il capo verso Riley, verso quel viso illuminato dal sole che con un largo sorriso di pace cantava a tutto volume, riuscendo a sovrastare anche le voci dei cantanti stessi. Anche lui fece lo stesso movimento, incastrando per un solo secondo gli occhi verdi sui miei.
E lì, ahimè, avrei dovuto capire quanto sarei stata fottuta dal mio stesso gioco malsano.
Forse era l'innocenza del momento, forse credevo davvero di riuscire a controllare quella cosa che la gente chiamava sentimenti, forse ero convinta che il cuore era al mio totale comando. Ma mesi dopo mi sarei resa conto che il cuore è un macchina che agisce da sé e pulsa anche quando non dovrebbe, anche perché per chi non dovrebbe.
Cadiamo spesso in errore, ci sentiamo forti, capaci di compiere grandi cose e di avere il controllo totale delle nostre vite.
Vi svelo un segreto: non è così.
Certe cose sfuggono al nostro controllo, al nostro volere. E dobbiamo accettarle.
E io stavo accettando di aver fatto un passo più lungo della gamba, di aver tradito tutto quello che avrei sempre voluto essere: una persona onesta.
Perché io non lo ero. Mentivo a Michelle, a Rosie, a Lucas, perfino a me stessa.
E nemmeno Riley lo era.
Eppure, per quanto sbagliato fosse, tutto diventava giusto quando i nostri occhi si incrociavano ancora una volta.
E, ancora una volta, era sempre un battito in meno.

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Heartbeats
RomanceLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...