Audrey
Mi fermo qualche secondo sulla soglia del bar per osservare l'arredamento favoloso.
Helen e Vince avevano ragione: mi ha sorpreso moltissimo, più di quanto mi sarei mai immaginata.
Il bar di per sé non è molto grande, ma è davvero accogliente e singolare. I tavolini di legno sparsi per il locale sono davvero affollati, si stenta a trovare anche solo con lo sguardo una sedia libera. C'è un piccolo soppalco che da sul bar, meno affollato e decisamente più riservato per fare quattro chiacchiere private con gli amici.
Il soppalco è delimitato da una ringhiera nera, da cui pende della finta edera. Su ogni tavolo c'è un minuscolo vaso con un singolo fiore profumato.
Non appena ci accomodiamo, inizio a giocherellare distrattamente con i petali del fiore.
-Allora, che ne pensi?- esordisce Vince, sfoggiando un sorriso raggiante e spalancando le braccia.
-È stupendo!- esclamo osservandomi intorno con meraviglia.
-Concordo. La tua descrizione, seppur dettagliata, non gli fa giustizia- dice Helen.
-Appena sono entrato ho pensato: "Devo assolutamente portarci le mie due donnine, lo adoreranno"-
-Non ti sbagliavi- sorrido, poi ripercorro la frase di Vince e mi accorgo di una cosa -Come ci hai chiamate?-
-Donnine-
Scoppio a ridere contemporaneamente ad Helen, tentando di farlo a bassa voce.
-Tra poco compirete diciotto anni, non posso mica chiamarvi ragazze per sempre! - ci osserva come se fosse una cosa ovvia.
Helen si asciuga una lacrima inesistente -Così mi fai sentire vecchia-
-Tra l'altro "donnine" è il nomignolo che utilizza frequentemente la signora Brooks- gli faccio notare, facendo riferimento alla mia adorata vicina di casa.
-Non tirarla in mezzo!- esclama, suscitando ulteriori risate da parte mia.
Helen ci guarda con un sopracciglio inarcato ed un sorriso divertito -Non starai mica parlando della signora che ci osserva sempre dalla finestra-
Annuisco ed il sorriso di Helen si amplia ancora di più -E da quando siete così legati?-
-Tacete e scegliete che cosa prendere- ci intima Vince, sbattendo sul tavolo di fronte a noi due menu.
Passano cinque minuti, nei quali io ed Helen non la smettiamo di lanciarci occhiate e ridere. Per un po' parliamo anche della bizzarra lezione di algebra a cui dice di aver assistito oggi, poi veniamo interrotti da un cameriere che ci chiede le ordinazioni.
Mentre Helen riferisce cosa ha scelto, mi prendo un secondo per osservare meglio il ragazzo. Dal viso dimostra più o meno diciassette anni, probabilmente viene a scuola con noi. Gli occhi scuri sono coperti quasi totalmente da un ciuffo dei suoi capelli color sabbia, che spiccano in particolar modo dato il suo abbigliamento completamente nero.
Sposto lo sguardo su Vince, che lo sta fissando intensamente. Che carino, sembra essersi infatuato a prima vista del cameriere.
Per un attimo nei suoi occhi scorgo una scintilla che appare solo a chi è improvvisamente venuta un'idea. Non promette nulla di buono...
-E lei, ha deciso che cosa prendere?- domanda impacciatamente il ragazzo, rivolto a Vince.
Il mio amico sorride maliziosamente al cameriere- Oh si, direi proprio di avere le idee chiarissime- il ragazzo si gratta il collo in imbarazzo mentre Vince sorride -Vorrei il tuo numero di telefono- e gli fa un occhiolino.
STAI LEGGENDO
Che cosa potrebbe mai andare storto?
RomanceLa storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprendente. Audrey Miller, una ragazza piuttosto riservata ma al contempo vogliosa di fare nuove amicizie, vive in un piccolo appartamento a Brookly...