Capitolo 37 pt. 2

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Audrey

No... non può essere, riesco solo a pensare mentre strappo dalle mani di Bryan il mio cellulare.

Il sangue mi si gela nelle vene, il cuore mi sfreccia in gola e inizia a pulsare eccessivamente.


Audrey, ho saputo del trasferimento dai tuoi genitori... dobbiamo parlare, chiamami appena puoi.

Vince


No,no,no,no.

Tutto questo non doveva succedere. Lui... non doveva scoprirlo così.

Sommersa dal panico, sollevo gli occhi dallo schermo e cerco disperatamente i suoi, che però si ostinano a sfuggirmi.

Bryan serra le labbra in una linea sottile, i suoi occhi, fissi sul pavimento, sembrano scurirsi ogni secondo che passa.

Il mio sguardo rimane fisso su di lui, in attesa che lui ceda e mi guardi a sua volta.

Ma per qualche minuto buono lui non lo fa, impedendomi così di capire che cosa gli passa per la testa.

Il silenzio pesante viene scandito dai colpi fastidiosi dell'orologio in cucina, il cui suono rimbalza tra le pareti dell'appartamento.

-Dimmi che non è vero-  esordisce all'improvviso, la sua voce tetra è abbassata ad un sussurro. Un brivido mi corre giù per la schiena. -Dimmi che è solo un brutto scherzo-

- I-io posso spiegare...- mi sfugge in un mormorio mentre mi accosto a lui, le mani che incominciano a tremare mentre sfiorano la sua pelle.

Bryan si solleva in piedi e si scansa di scatto, come bruciato dal contatto.

Nel farlo, mi trafigge con un'occhiata carica di tanta rabbia e disprezzo che il mio corpo viene traversato da una scarica di dolore.

-Bryan...-

-E' meglio che io vada- mi interrompe, facendo per dirigersi verso la porta.

Ma prima che possa anche solo muovere un passo, io mi fiondo in avanti e lo agguanto per un polso.

-Aspetta Bryan! Lasciami almeno spiegare, io...-

-Non c'è nulla da spiegare!- sbotta, scrollandosi la mia mano di dosso. -Il messaggio di Vince mi sembra più che sufficiente-

-Bryan, non è come sembra...-  

Gli angoli delle labbra di Bryan si sollevano in un ghigno sprezzante, mentre abbassa gli occhi al pavimento e scuote piano la testa.

Una risatina sfugge dalle sue labbra. -Non ho intenzione di starti a sentire, Audrey- dichiara, dandomi le spalle e allungandosi per afferrare la maniglia della porta.

Ancora una volta tento di fermarlo, stavolta ghermendolo per una spalla. Lui si immobilizza, le mie dita gelide strette attorno alla sua maglietta, i suoi muscoli tesi e irrigiditi sotto il palmo della mia mano.

-Lasciami- mi intima, non muovendosi di un millimetro. La sua mano destra stringe tanto forte la maniglia che all'occhio risalta lampante il bianco candido e impressionante delle sue nocche.

-Non puoi andartene, Bryan! Non prima che io...- 

-Che tu cosa? Che tu continui ad implorarmi di rimanere, senza spiegare un cazzo?- serra la presa sulla maniglia e riesco ad avvertire il suo respiro farsi più pesante e affannoso.  -Da...da quanto tempo lo sai?- 

Che cosa potrebbe mai andare storto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora