Capitolo 25

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Bryan

-Aud gira a destra! A destra!- esclamo, indicando freneticamente nella direzione indicata dal navigatore mentre Audrey svolta all'incrocio di colpo.

-Guarda che non sono mica così scema! Almeno a questo ci so arrivare da sola- protesta, facendomi una linguaccia nel momento in cui io sollevo gli occhi al cielo per beffeggiarla.

E' passata quasi un'ora dalla fine effettiva della partita, che è durata più del previsto ed è stata decisamente stancante, ma che perlomeno si è conclusa con una clamorosa vittoria da parte della nostra scuola.

Subito dopo essermi fatto una doccia rilassante, sono uscito dagli spogliatoi e ho trovato Audrey ad aspettarmi vicino alle tribune con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

Le parole che mi ha rivolto prima che la partita iniziasse mi hanno infuso davvero molta tranquillità, e la sua presenza sugli spalti è stato uno stimolo in più per concentrarmi e dare il massimo.

Nei momenti più tesi della giocata, in cui mi sembrava di perdere la concentrazione e la ragione a causa dell'ansia, ho cercato il suo sguardo tra quelli dei presenti quasi senza nemmeno accorgermene. Nel momento in cui i miei occhi hanno incrociato i suoi ed ho intravisto il suo sorriso d'incoraggiamento anche ad una tale distanza, mi sono sentito più tranquillo.

Quando finita la partita le sono andato in contro, dopo aver ricevuto diversi complimenti dalle poche persone rimaste sulle tribune e da lei compresa, abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno, ridendo e scherzando sino a che non si è avvicinata l'ora di cena e le ho proposto di uscire a mangiare un boccone insieme.

Peccato che io abbia avuto la malsana idea di invitarla a guidare al posto mio, scommettendo su in quali penose e quanto gravi condizioni sarebbe arrivata l'auto una volta giunti a destinazione, solo per il gusto di stuzzicarla. 

Lei ha accettato ed ora eccomi qui, aggrappato alla maniglia interna dell'auto come se fosse la mia ancora di salvezza mentre sento di poter vomitare da un momento all'altro.

La prossima volta ci penserò due volte prima di proporle una cosa del genere, questo è poco ma sicuro.

Abbiamo deciso di andare a prendere qualcosa in un ristorante poco lontano dalla scuola, non dovrebbero mancare più di due minuti all'arrivo.

Quando finalmente parcheggia, mi fiondo giù dall'auto senza esitazione e Audrey, dopo avermi raggiunto, mi colpisce piano un braccio.

-Non guido così male!- si lamenta, esitando visibilmente come se non fosse del tutto certa di quel che sta dicendo.

-Che battuta, davvero divertente- replico fingendo un conato di vomito, e ricevendo un altro schiaffetto sul braccio come risposta.

Sin da quando siamo bambini reagisce così alle mie prese in giro, ma non ha mai capito che sembra quasi farmi il solletico quando mi colpisce. 

Ma non gliel'ho mai detto, né mai glielo dirò. Mi limiterò a crogiolarmi nel divertimento provocato dalle sue reazioni.

Continuiamo a battibeccare anche mentre attraversiamo la strada per raggiungere il ristorante, e ad un certo punto vedo che Audrey, concentrata com'è a parlare con me, non si è accorta di star proseguendo dritta verso un palo.

Le avvolgo le braccia attorno alla vita, spostandola giusto prima che lo colpisca in pieno.

Lei aggrotta la fronte e quando io le indico con il mento il lampione, lei scoppia a ridere.

-Sempre con la testa tra le nuvole, eh?- le domando retoricamente, continuando a stringerle la vita nonostante abbiamo ripreso a camminare in direzione del locale.

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