Capitolo 37 pt. 1

491 24 27
                                    

Audrey

Più cerco di tenermi stretto ogni attimo che passa, più esso sembra sfuggente e inafferrabile.

Il tempo scorre, sfreccia rapido. Troppo rapido. 

E con lui, dentro di me cresce il senso di colpa: ho fatto a Bryan una promessa che non potrò mantenere. 

Lo sto riempiendo di bugie... mi sto riempiendo di bugie. Ogni parola o frase che pronuncio - a lui o a me stessa- è intrisa di ipocrisia.

Dentro la mia testa è il caos più totale: pensieri divergenti si scontrano, dubbi e insicurezze si alleano per sconfiggere quell'unica voce dentro di me che mi supplica almeno di provarci.

Avrei dovuto parlargliene subito, forse mi avrebbe aiutato a risolvere la questione e far dissipare la nube di confusione che aleggia nella mia mente, pesante come piombo.

Eppure... più rimando, più mi sembra di riuscire a rendere meno reale e imponente il problema.

Più procrastino e cerco di ignorare le mie ingombranti preoccupazioni, più mi sembra di riuscire a respirare di nuovo.

Più riesco a tirare sorrisi e a far finta che vada tutto bene, continuando a  vivere le mia vita fingendo che non mi dovrò trasferire e che non dovrò abbandonare tutto da un momento all'altro, più mi sembra di star bene.

Rimandando il momento in cui dovrò ammettere ad alta voce il trasferimento - affermando con esso i miei timori e rendendoli reali a tutti gli effetti-, rimando quel momento in cui la paura delle conseguenze che il trasferimento avrà su di me e sulla mia vita diverrà ingestibile e troppo irruenta per soffocarla.

Purtroppo, per quanto questa farsa del "va tutto bene" sembri essere convincente nella mia testa, so per certo che nella realtà è difficilmente applicabile.

Mi sento comunque distante dalle altre persone, sfuggente a coloro che mi cercano e anche a me stessa.

A volte mi assento nel bel mezzo dei discorsi, perdendomi nei mille pensieri che mi frullano in testa.

Giorno dopo giorno parole e dubbi aumentano, il loro trambusto sembra sovrastare il rumore della realtà.

L'idea di andarmene mi intristisce, ma la questione che più mi preoccupa è la mia relazione con Bryan: una parte di sa che andandomene perderò ogni cosa, incluso lui. Ogni rapporto si dissiperà pian piano, sino a diventare un misero filo precario che lega me agli altri.

Ma c'è un'altra parte, quella più agguerrita, che è convinta che non tutto sarà perduto. L'amore, la vera amicizia...  trovano sempre un modo, giusto?

Se dovessi seguire l'istinto, guidato dalla paura che ho di perdere qualunque cosa, la mia decisione sarebbe quella di troncare ogni rapporto e di chiudere la relazione con Bryan.

Ma c'è un sentimento forte e travolgente che mi pulsa nelle vene e che mi ondeggia nel cuore, che mi impedisce di compiere quest'atto tanto avventato. C'è un qualcosa che mi dice che potrei compiere la scelta sbagliata.

Ma più passa il tempo e più la data del trasferimento si avvicina, più il terrore si fa talmente concreto da gelarmi il sangue nelle vene e mandarmi nel panico più totale.

Non sono disposta a perdere Bryan un'altra volta, non riuscirei a sopportarlo. 

Ma non riuscirei nemmeno a sopportare di non averlo al mio fianco ogni giorno, di sentire il suo fiato sul collo mentre ride, le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie, le sue carezze sul capo. Non riuscirei a sopportare di vedere il nostro rapporto logorarsi e il legame che ci unisce farsi sempre più sottile per la distanza.

Che cosa potrebbe mai andare storto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora