Bryan
-Muoviti! Dobbiamo andare!- urla Avril dal salotto, intimandomi per l'ennesima volta di uscire da camera mia.
-Arrivo, un secondo!- esclamo, imprecando tra i denti mentre rinuncio ad allacciare la cravatta.
La mamma ed Avril sono già fuori dall'appartamento, con al loro seguito Jason e Luke.
Esco del tutto concentrato su quello stupido nodo che non riesco a legare, fino a quando Jason non mi sposta le mani bruscamente.
-Stai fermo idiota, faccio io. Possibile che tu non sappia ancora allacciarti una stupida cravatta?-
-È più complicato di quanto pensassi- ammetto, non riuscendo a trattenermi dallo sbuffare quando Jason inizia ad armeggiare con la cravatta.
Vedere Jason che mi aiuta mi riporta con la mente alla mia infanzia: quando eravamo piccoli e dovevamo andare ad occasioni importanti, come ad esempio matrimoni di famiglia o cene particolari, Jason era sempre lì ad aiutarmi ad allacciare la camicia o ad abbottonarmi i jeans quando ancora non lo sapevo fare. Mi applicava addirittura il gel sui capelli, dicendomi che così sarei stato più attraente.
È come tornare indietro nel tempo, penso sorridendo.
Mentre mio fratello lavora, il mio sguardo si posa su Audrey, che stanzia di fronte alla porta del suo appartamento.
Inutile provare a rivolgere lo sguardo altrove, il suo fascino è come una calamita per i miei occhi.
Il vestito le avvolge il corpo in maniera perfetta, mettendo in risalto le sue curve non troppo prosperose.
I capelli le circondano il viso stupendamente, e il poco trucco che ha applicato accentua il verde dei suoi occhi e l'intensità del suo sguardo.
Le labbra invece, già piuttosto carnose di loro, lo sembrano ancora di più a causa del rossetto rosso che ha messo.
Il rosso le dona, c'è da ammetterlo. Ma per me starebbe bene con tutto, anche con un sacchetto della spazzatura addosso.
Mentre la osservo, mia sorella mi scansa con una spinta e raggiunge la ragazza per salutarla.
Così fanno tutti, mentre io mi mantengo in disparte e presto attenzione ad ogni particolare di Audrey che magari mi è sfuggito ad una prima occhiata.
Aspetto che gli altri scendano prima di avvicinarmi a lei, così da poterle dire ciò che penso in tutta riservatezza.
-Sei splendida, Aud- le sussurro ad un orecchio, in modo che lo senta solo lei. Così che solo lei senta quanta sincerità trasuda dalle mie parole.
Sto per allontanarmi, ma vengo come inebriato dal suo profumo e, senza quasi rendermene conto, indugio un po' troppo vicino al suo viso.
Infine mi allontano di scatto.
-Ragazzi! Ci siete?- domanda Avril dal piano di sotto.
-Sì, arriviamo- rispondo, iniziando a scendere le scale -Allora...ti sei divertita alla festa?- chiedo per spezzare la tensione.
Audrey sposta lo sguardo su di me, alquanto confusa- Eh? Quale festa? Oh, sì la festa. Si è divertita. Cioè... io mi sono divertita- si corregge, facendo una smorfia buffa e arrossendo.
Mi trattengo a stento dal ridere. È davvero carina quando arrossisce.
Raggiungiamo la macchina di Jason, che accompagnerà me, Avril, Audrey e Luke all'inaugurazione.
Quando ci sediamo, noto che Audrey sembra parecchio a disagio a stare al mio fianco. Lo intuisco dal modo in cui guarda ovunque tranne che dalla mia parte e dal modo in cui tortura le pieghe dell'abito.
STAI LEGGENDO
Che cosa potrebbe mai andare storto?
RomantizmLa storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprendente. Audrey Miller, una ragazza piuttosto riservata ma al contempo vogliosa di fare nuove amicizie, vive in un piccolo appartamento a Brookly...