Capitolo 42

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Audrey

Non appena metto piede nella casa del capitano della squadra di basket (il ragazzo che ha organizzato la festa, stando a quel che ho capito) capisco che la serata per me sarà tremenda.

Non faccio nemmeno in tempo a mettere un piede oltre la soglia, che una zaffata di fumo mi invade le narici, facendomi arricciare il naso.

Vince mi afferra la mano con convinzione e mi trascina tra la folla.

Vengo sballottata tra corpi sudaticci e lasciati scoperti dai vestiti sempre più corti che le ragazze indossano.

Mentre vengo risucchiata dalla turba caotica, mi chiedo perché abbia accettato di venire a questa festa.

Finalmente Vince si ferma, trovando fortunatamente un posticino riservato in cui un minimo si riesce a respirare.

Ci ritroviamo in un salotto enorme, di fianco a delle gigantesche portefinestre.

Inspiro avidamente l'aria fresca della sera, osservandomi attorno per calmare il mio cuore che batte frenetico.

Effettivamente Vince aveva ragione: la villa sembrava enorme già da fuori, e ora che vi sono dentro non posso far altro che confermare la mia supposizione.

Il salotto, che ora funge da pista da ballo, sembra essere infinito. Sulla mia destra scorgo una porta, che conduce ad una cucina altrettanto grande e ricolma di gente.

Le persone sono decisamente troppe, e lo si capisce dal fatto che alcuni, poiché non c'è spazio in salotto, si ritrovino a dover ballare sulle scale che conducono al piano superiore.

Sollevo il capo, seguendo con lo sguardo una coppietta che ridacchia felice mentre si trascinano a vicenda su per le scale.

Una morsa mi stringe il cuore e mi ritrovo a chiedermi con ansia se da un momento all'altro Bryan possa far capolino da qualche stanza.

Il cuore mi batte ancor più rapidamente, ma mi costringo a calmarmi, concentrandomi sul ritmo della musica che le casse sparano a tutto volume.

Mentre Do I Wanna Know degli Artic Monkeys si diffonde per la stanza, io mi lascio cullare dalla sua melodia e prendo un profondo respiro.

-Dry!- mi sento gridare all'orecchio, e sobbalzo per lo spavento.

Con una mano premuta sul petto, mi volto sino ad incrociare gli occhi vispi di Derek, che mi osservano allegri.

Una stretta calorosa mi avvolge il cuore quando noto che mi sta osservando con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

-Non credevo che saresti venuta!- grida per sovrastare la musica, poi mi stringe tra le sue braccia muscolose. -E' da un sacco di tempo che non ci becchiamo, sei come sparita dalla faccia della Terra!-

Vorrei fargli notare che è solo una settimana che lo incrocio senza mai soffermarmi troppo a parlare perché è sempre in compagnia di Bryan, ma ci rinuncio non appena sento la tristezza calarmi pesantemente sul cuore.

Accenno un sorriso. -Lo so... mi sei mancato anche tu- gli dico, scompigliandogli i capelli.

Il suo sorriso si allarga ancora di più. -Allora, vuoi qualcosa da bere? Lo zio Der ha in mente qualche prelibatezza da preparare...-

Scuoto subito la testa, ridacchiando. -No grazie, zietto- sbuffo divertita e inarco un sopracciglio. -Per stasera passo. Anzi, ragazzi, vi lascio soli. Io ed Helen andiamo a farci un giro. Giusto, Hel?- domando, ma quando mi volto, Helen è scomparsa.

Aggrotto la fronte e mi guardo un po' attorno,  scandagliando la stanza con lo sguardo alla sua ricerca.

Dopo qualche istante capto la sua chioma bionda con la coda dell'occhio: si trova sulla soglia della cucina, con due bicchieri in mano, che sta chiacchierando con Colton.

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