Capitolo 36 pt. 2

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Fortunatamente il pranzo procede senza troppi intoppi: io prendo posto affianco ad Audrey, a capo della tavola, proprio di fronte a Blake.

Il suo sguardo non si scolla da me per un attimo, lo sento bruciare sulla mia pelle tutte volte in cui rivolgo parola ad Audrey o mi volto dalla sua parte.

Nonostante sia difficile ignorare il fatto che sembri volermi sgozzare con il coltello con cui sta torturando lo squisito tacchino cucinato da mia madre, ci provo.

L'enorme tavolo che si frappone tra noi mi aiuta a sfuggire ai suoi istinti omicidi.

Per tutto la mangiata non facciamo altro che ridere e chiacchierare, io e Audrey di tanto in tanto ci ritroviamo anche a battibeccare scherzosamente, per poi scoppiare in fragorose risate.

Quando invece lei chiacchiera con Avril, seduta al suo fianco, io mi appoggio al tavolo e la osservo con un mezzo sorriso stampato sul volto.

E' davvero meravigliosa: il trucco leggero che ha applicato, composto da un filo di mascara che mette in risalto le sue iridi chiare e da poco rossetto rosso (che fortunatamente non mi è rimasto sulle labbra quando l'ho baciata) le sta d'incanto.

-Ehi fratellino, stai attento che se la guardi ancora un po' la consumi- sghignazza Jason, rifilandomi una gomitata sotto al tavolo e tirandomi un calcio sullo stinco.

Io lo ammonisco con lo sguardo, intimandogli di piantarla, ma non mi sforzo nemmeno di rispondere e riporto lo sguardo su Audrey.

Di tanto in tanto il suo sguardo si perde nel nulla, i suoi occhi sembrano velarsi e si assenta. Io le stringo la mano e le chiedo se sia tutto okay, lei annuisce distratta e getta occhiate pensierose al padre.

Quando giungiamo al dolce ed iniziamo a gustare un pandoro ricolmo di zucchero a velo, Audrey si alza un attimo, richiamata dal padre.

Blake si solleva da tavole facendo stridere la sedia contro il pavimento, si scusa ad alta voce e si dirige verso la cucina, seguito da Audrey.

Stanno via per una manciata di minuti, poi riemergono dall'uscio.

Quando lei ritorna al suo posto, il suo sguardo si è incupito, sul volto le cala un velo di tristezza e diventa ancor più pensierosa di prima.

Il suo sguardo diventa come assente, e anche quando Avril le pone una domanda, la sua risposta farfugliata è vaga, il tono di voce basso.

Aggrotto la fronte preoccupato, e poso una mano sulla sua.

-E' tutto okay?- mimo con le labbra, stringendo le sue dita sotto al mio palmo.

Lei solleva piano lo sguardo su di me, ma le sue pupille scivolano sul mio viso e ricadono di nuovo su un punto indefinito della tavola.

Abbozza un cenno di conferma, che però non mi convince.

Vorrei riprovare a domandarle che cosa c'è che non vada, ma non vorrei insistere troppo e magari infastidirla.

Perciò decido di lasciar cadere la questione, limitandomi a sorvegliarla di nascosto e a lanciarle qualche occhiata dolce e rassicurante, di tanto in tanto.

Il tempo trascorre rapidamente, e in un batter d'occhio si fanno quasi le quattro del pomeriggio.

Blake si posa le mani sulla pancia piena, strofinando il tessuto della camicia nera con aria esausta.

Poi si allunga sul tavolo e afferra il suo calice di champagne, sollevandolo in aria. -Buon Natale a tutti!-

Tutti noi lo imitiamo, tranne Luke che si limita a sorseggiare il suo bicchiere di Coca Cola con aria imbronciata.

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