Audrey
Mentre sento il sonno abbandonare il mio corpo pian piano e i rumori farsi più assordanti e distinti, i miei occhi si socchiudono ed emetto un mugolio indefinito mentre mi dimeno sotto alle lenzuola.
Non appena il tessuto scivola lungo il lato del materasso e cade per terra, scoprendo un lembo della mia pelle, sento il freddo penetrarmi nelle ossa tanto da farmi rabbrividire.
Sbatto le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco per bene ciò che mi circonda: faccio vagare lo sguardo sulla stanza semi-illuminata dalla luce pomeridiana che sta scemando alla base della finestra, poi lo focalizzo sulla mia figura priva di abiti coperta per metà dalle coperte scostate e stropicciate del mio letto.
Passo lo sguardo dal mio corpo nudo, alle lenzuola, a Bryan, che dorme profondamente al mio fianco con una mano sopra alla mia pancia e una guancia spiaccicata sulla federa chiara del mio cuscino, i capelli scarmigliati e sparsi attorno al suo capo come un'aureola scura che gli ombreggiano parte del suo viso rilassato, sul quale è dipinta un'espressione serena e pacata.
Improvvisamente i ricordi affiorano alla mia mente tutti insieme, come ogni volta che apro gli occhi dopo un sonnellino che sembra cancellarmi la memoria per i primi minuti in cui prendo nuovamente contatto con la realtà.
Arrossisco violentemente e distolgo lo sguardo da lui come se temessi che possa svegliarsi e vedermi chiaramente in imbarazzo.
Mi sollevo di scatto a sedere, tenendomi il lenzuolo ancorato al petto mentre la mia mente si fa lucida e i miei occhi si sbarrano.
Oh. Santo. Cielo.
Per qualche secondo rimango ferma immobile, seduta sul materasso con lo sguardo fisso su un punto indefinito di fronte a me, non sapendo che fare, immobilizzata dallo stupore e da una valanga di emozioni che mi travolge tanto rapidamente da non riuscire a farmene riconoscere più di un paio.
Incredulità, confusione, gioia e imbarazzo. Molto, molto imbarazzo.
Mentre le mie guance vanno a fuoco e, se possibile, arrossisco ancor di più.
Un pensiero specifico si intrufola bruscamente tra gli altri e arriva a farmi spalancare gli occhi, che subito schizzano sull'orologio poggiato sul comodino affianco al letto.
Non appena noto che quest'ultimo segna quasi le sette di sera, una paura viscerale mi scuote e mi fa sobbalzare sul letto.
Dannazione, la mamma ha detto che mio padre dovrebbe essere a casa per l'ora di cena. Merda, potrebbe piombare qui da un momento all'altro.
-Uhm...- Bryan mugola al mio fianco, voltandosi tra le coperte e sbadigliando vistosamente mentre si stropiccia gli occhi.
Inclino la testa, lasciando ricadere i capelli sul mio petto, e gli sorrido, scostandogli qualche ciocca dagli occhi mentre lui sbatte le palpebre con calma.
-Ciao- la sua voce rauca mi riempie le orecchie e mi delizia, facendo scorrere diversi brividi lungo la mia pelle e facendomi dimenticare momentaneamente il timore per l'arrivo di mio padre.
-Ciao- sussurro con una mano ancora posata sulla sua guancia mentre gli accarezzo gli zigomi.
Le sue dita si posano sulle mie e lui se le porta alle labbra, scoccando un bacio roboante e sonnolento sulle mie mani mentre sorride pigramente.
-Che ore sono?-
-E' quasi ora di cena. Dobbiamo esserci addormentati- dichiaro mentre mi stiracchio piano, muovendo i muscoli indolenziti per poi tentare di alzarmi dal letto.
STAI LEGGENDO
Che cosa potrebbe mai andare storto?
RomanceLa storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprendente. Audrey Miller, una ragazza piuttosto riservata ma al contempo vogliosa di fare nuove amicizie, vive in un piccolo appartamento a Brookly...