Capitolo 7

1.3K 70 113
                                    

Audrey

Se dovessi descrivere questi ultimi giorni della settimana con una sola parola, li definirei stressanti. Sotto tutti i punti di vista.

Da quel giorno al cinema, io e Bryan abbiamo avuto poche occasioni per parlare. Non che ci tenessi particolarmente, sarebbe stato alquanto imbarazzante.

Infatti, non appena gli avevo riconsegnato la giacca, lui se ne era andato con un sorriso derisorio stampato sul volto, mentre io ero arrossita violentemente.

La mamma, che era da poco rientrata dal lavoro e mi aveva sentita parlare fuori dalla porta. Perciò mi aveva aperto la porta e aveva lanciato un'occhiata prima a me, poi al sacchetto del Mc Donald.

Aveva inarcato le sopracciglia, ma l'avevo pregata con lo sguardo di non chiedere nulla. E così aveva fatto.

Al contrario di Vince, che non perdeva occasione per sottopormi ad un interrogatorio su quello che lui definiva un "appuntamento".

-E dove ti ha portata?- aveva assunto un'aria sognante, che si era smorzata non appena avevo risposto.

-Al Mc Donald-

-Oh Dio, questo ragazzo ha ancora molto da imparare- aveva fatto una smorfia -E come ti ha salutata?-

-Cosa intendi dire?- mi ero accigliata mentre sorseggiavo la mia acqua.

-Intendo dire...ti ha baciata?-

E nuovamente, l'acqua mi era andata di traverso, facendomi quasi soffocare.

-No!- avevo esclamato mentre tentavo di riprende aria -Mi ha semplicemente comprato la cena, Vince. Non è stato un appuntamento-

Lui, in tutta risposta, mi aveva lanciato un'occhiata eloquente e se n'era andato.

Menomale che oggi è venerdì, l'ultimo giorno prima di iniziare il weekend. 

Ho un solo programma per il weekend:  rimarrò in pigiama , leggerò o guarderò dei film senza mai alzarmi dal divano, se non per mangiare.

Saranno delle giornate a dir poco meravigliose. Nessuna preoccupazione: solo io e il relax...

Continuo a ripetermelo per tutta la durata delle lezioni, come un mantra. Quando la campanella suona, non ci penso due volte prima di fiondarmi fuori dall'aula, per raggiungere la fermata dell'autobus il prima possibile.

-Alt signorina- Vince mi si para davanti e incrocia le bracca al petto -Dove crede di andare?-

-A casa...?- chiedo mentre mi arresto, tentando di non cadere addosso a Vince.

-No, cara. È venerdì e tu vorresti rimanere chiusa in casa come hai fatto negli ultimi giorni?- 

Sollevo gli occhi al cielo -Si, mamma. Erano questi i miei piani-

-Tesoro, così morirai avvizzita sul divano! Ti prego di non comportarti da vecchia ottantenne. Ora andrai a casa, ti rilasserai per un'oretta, verrò a prenderti, andremo a casa di Helen e ci prepareremo per andare ad una festa da urlo- mi sorride e mi tira delle leggere pacche sulle spalle -Non fare quella faccia! Ci sarà da divertirsi!-

Certo, ne sono sicura. Soprattutto perché: 1. Non reggo l'alcool. 2. Sarò costretta a guidare per riportare i mie amici a casa, tentando di non causare un incidente stradale. Si sa che io e la guida siamo due cose totalmente ai poli opposti.

Annuisco, contagiata dal suo enorme sorriso -E va bene. Però cercate di non ubriacarvi troppo, altrimenti come vi riporto a casa?-

Vince mi fa un occhiolino e mi accompagna fino alla fermata, poi se ne va.

Che cosa potrebbe mai andare storto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora