Bryan
Con il petto compresso e il cuore spezzato, tiro un sorriso in direzione di Lewis quando la partita finisce a nostra favore, poi mi dirigo svogliatamente verso le panchine per bere un sorso d'acqua mentre i miei compagni esultano e festeggiano per la vittoria.
Mi rinfresco il viso e sorseggio una bottiglietta intera in un paio di sorsi, ma non basta nemmeno rovesciarmi l'acqua restante sulla nuca per far sì che mi senta meglio.
Da quando Lewis mi ha detto di voler invitare Audrey al ballo, mi sento come... vuoto.
Soprattutto perché quando sono sceso in campo e ho accidentalmente (com'ero abituato in precedenza) cercato Audrey tra la folla, ho visto il suo sguardo adorante puntato su Lewis.
Su Colton, sul coach, sui miei compagni, sugli avversari. Mai su di me.
Non ho mentito quando ho detto a Lewis che poteva benissimo uscire con Audrey, e che in qualità d'amico avrei solo voluto vederlo felice.
Ma in realtà l'ho fatto solo per vedere lei felice.
Nonostante sia ancora una ferita aperta, provo ancora molto affetto nei suoi confronti. E vederla così cupa e spenta in questi mesi mi ha fatto male al cuore.
Non mi è più sembrata lei nell'ultimo periodo, e mi dispiace che stia vivendo le ultime settimane qui in America in questo modo.
Eppure quando, posando lo sguardo sulla squadra, noto i miei compagni tirare sonore pacche a Lewis che si sta dirigendo verso gli spalti con uno stupido cartoncino rosa tra le mani, non posso fare a meno di trasalire.
Con noncuranza sollevo gli occhi, incontrando l'espressione sconvolta di Audrey, a pochi metri da me.
Gli occhi le luccicano, le sue labbra sono spalancate in una "O" talmente accentuata da farmi credere che le si staccherà la mandibola.
Non c'è nemmeno bisogno che mi avvicini per capire che Lewis la sta invitando ufficialmente al ballo, probabilmente con una di quelle squallide battute da rimorchio che recita assieme agli altri ragazzi negli spogliatoi.
Vince lo osserva con un luccichio negli occhi, Helen ridacchia e lo osserva sorridendo, tirando una leggera gomitata nel fianco della sua migliore amico.
Mi si secca la bocca quando, deviando lo sguardo, due occhi verdi magnetici e fin troppo familiari sono la prima cosa che scorgo.
Audrey mi osserva intensamente, e mi sembra quasi di riuscire a sentire il suo cuore battere all'impazzata.
Deglutisco, mentre il petto inizia a sollevarsi e abbassarsi sempre più velocemente.
Non dico niente, non mi muovo. Mi limito a osservarla, cercando di nascondere quanto in questo momento mi sembri di avere lava incandescente che mi scorre nel sangue.
Sento acidità in gola e deglutisco un paio di volte, senza mai distogliere lo sguardo da Audrey.
Le sue labbra tremano, una lacrima le scivola lungo la guancia.
Sono quasi tentato di andarle vicino, di farle qualche cenno di incoraggiamento come avrei fatto se fossi stato ancora il suo migliore amico.
Ma prima che io possa anche solo sbattere le palpebre, un uragano biondo mi travolge, due braccia esili si stringono attorno al mio collo, le gambe serrate attorno al mio busto.
-Oh Dio mio, sei stato... incredibile!- esclama Abigail, stringendomi forte per poi scostarsi e sorridermi raggiante.
Subito il peso che ho sul petto sembra alleggerirsi, e un sorriso mi spunta spontaneamente sulle labbra.
-Abby!- esclamo. -Sei venuta sul serio alla fine?-
-E certo! Come avrei anche solo potuto perdermi una partita del mitico ragazzo-quercia?- dichiara, enfatizzando così tanto i suoi movimenti da sbilanciarsi tra le mie braccia, facendomi perdere l'equilibrio.
Rischiamo di cadere, perciò rinsaldo la presa sulla sua vita e ridacchio quando emetto un gridolino spaventato.
-Pervertito! Via le tue luride manacce dalla mia vita!- grida, facendomi scoppiare a ridere mentre si dimena.
La afferro ancor con più forza, facendola volteggiare un paio di volte prima di scoccarle un umido bacio sulla guancia e posarla a terra.
Lei ifa una smorfia, incrociando le braccia al petto. -Potresti esserti appena giocato la pizza che avevamo scommesso sulla tua vittoria...-
Un boato, seguito da stridule grida e fischi assordanti, riempie l'aria, interrompendo la frase di Abigail a metà.
La biondina si solleva in punta di piedi per osservare ciò che sta accadendo alle mie spalle.
La precedo prima che possa anche solo fiatare, girandomi così rapidamente che il casco mi scivola dalle mani e capitombola a terra.
Ma non ci faccio caso, così come non mi interessa che mi sia caduto sul piede e che quest'ultimo mi stia dolorosamente pulsando.
Non appena i miei occhi si posano sugli spalti, il tempo sembra rallentare.
La testa di Audrey che continua a muoversi in cenno d'assenso, Lewis che spalanca le braccia con un sorriso raggiante stampato sul volto.
Gli occhi di Audrey lucidi, lei che si getta tra le sue braccia e affonda il volto nel suo collo.
Mi costringo a distogliere lo sguardo, mentre una pugnalata sembra avermi trafitto il petto.
Spazio autrice:
Attenzione, non è un'esercitazione: mancano esattamente TRE CAPITOLI prima della fine della storia, epilogo escluso.
(Mi sentite piangere?)
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Che cosa potrebbe mai andare storto?
RomansaLa storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprendente. Audrey Miller, una ragazza piuttosto riservata ma al contempo vogliosa di fare nuove amicizie, vive in un piccolo appartamento a Brookly...