Capitolo 36 pt. 1

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Bryan

Mi osservo allo specchio preoccupato, analizzando la mia camicia alla ricerca di qualche piega da allisciare o di qualche bottone allacciato male.

Mi lego la cravatta al collo con gesti rapidi e decisi. Dopotutto le lezioni di Jason sono servite a qualcosa.

Quando qualche ora fa sono stato svegliato dal trambusto delle stoviglie in cucina, non avevo ancora realizzato che ero in ritardo e che mi sarei dovuto alzare da un pezzo per prepararmi per il tanto atteso pranzo di Natale.

Tutta la mia famiglia sembrava essersi messa all'opera già dalle prime luci dell'alba: infatti quando sono corso in salotto, spaventato dal rumore che avevo sentito, ho scorto la mia famiglia al completo ad affaccendarsi per preparare la tavola.

Mia madre stava inveendo silenziosamente contro le posate che le erano cadute sul pavimento, Avril era piegata a terra affianco a lei per aiutarla, mentre Jason stava sistemando un enorme tovaglia rossa sul tavolo.

Ancora mezzo intontito dal sonno, ero rimasto immobile sullo stipite della porta per qualche istante, la mente che stava cercando in modo confuso di collegare i rumori e le immagini davanti a me per creare uno scenario sensato.

Ero talmente esausto che dalla mia testa era stato momentaneamente rimosso quel minuscolo dettaglio che mi indicava il perché fossero tutti esagitati.

-Bryan! Che cosa ci fai ancora in pigiama?! Sono quasi le undici!- mi aveva gridato contro la mamma, sollevandosi in piedi e avvicinandosi a me minacciosamente. -Jason, non ti avevo detto di andare a svegliarlo?-

-Sì, ma io ho chiesto ad Avril di farlo al posto mio. La colpa è sua-

-Ma che stai dicendo! Io ti ho detto che non potevo perché avevo da fare con Luke...-

-Non è vero!- aveva protestato Jason, spalancando le palpebre.

-... e poi pensavo che quel genio di Bryan avesse impostato la sveglia- aveva aggiunto Avril, fulminandomi con un'occhiataccia e redarguendomi con il solo sguardo furibondo.

Io mi ero grattato il retro del collo a disagio. -Ma... si può sapere che diamine succede?-

-A parte il fatto che tra meno di un'ora arriveranno i Miller per il pranzo di Natale e tu indossi ancora questo misero pigiama di flanella?! Spicciati, su!-

Improvvisamente la mia mente si era rischiarata ed ogni cosa mi era parsa chiara: la tovaglia rossa, la famiglia riunita al completo in salotto, l'albero sbrilluccicante e colmo di palline all'angolo della sala...

E a forza di grida da parte della mamma e di Avril, con la compagnia delle grasse risate di Jason e Luke nel vedermi in difficoltà, ero stato relegato in bagno e costretto a prepararmi alla svelta.

Per timore e per tutta l'agitazione che mi avevano gettato addosso, in meno di mezz'ora sono riuscito a farmi una doccia e a vestirmi di tutto punto.

-Bryan! Sei pronto?- domanda la mamma, gridando per farsi sentire dal salotto.

La sua voce mi distoglie dai miei pensieri e mi fa tornare con i piedi per terra.

Getto un occhio all'ora sul mio cellulare e assottiglio le labbra.

-Sì! Arrivo subito- rispondo mentre mi avvio alla volta della porta della mia stanza.

Man mano che cammino lungo il corridoio e i rumori si fanno più distinti e forti, i miei pensieri si focalizzano sulla mamma.

Da quando la scorsa settimana l'ho vista versare lacrime sulla foto di me, Avril, Jason e papà, non abbiamo più parlato molto.

Ho trovato parecchio difficile rivolgerle parole senza farmi venire in mente l'immagine dei suoi occhi azzurri grondanti di lacrime e cerchiati di rosso.

Che cosa potrebbe mai andare storto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora