Audrey
Effettivamente le due ore sono passate alla velocità della luce. Forse per il fatto che ero persa tra i miei pensieri. Per due ore consecutive non abbiamo fatto altro che parlare dell'imminente selezione per la squadra di football e per quella di basket, quindi ho potuto non ascoltare indisturbata.
Una ventata di freddo mi fa rabbrividire, allora mi stringo nella mia felpa e sollevo il cappuccio. In effetti il cielo si è ingrigito, forse avrei fatto meglio a portarmi una giacca.
In questo momento mi sto dirigendo verso la fermata con Helen e Vince, che stanno discutendo sull'orario perfetto per incontrarci.-Secondo me, sono meglio le tre- dice Helen, spostandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
-Ma se sono le due e mezza proprio ora!- esclama Vince, ormai esaurito - Niente discussioni: alle tre e mezza sono davanti a casa tua-
Helen sta per ribattere, ma la interrompo -Ragazzi, guardate un po' che tempaccio. Direi che è meglio se facciamo un'altra volta-
Sollevano lo sguardo verso il cielo contemporaneamente, e la felicità scompare dai loro volti.
-Va bene, in teoria dovrebbe essere solo un temporale di passaggio...- dice Helen e Vince annuisce.
Sta per dire qualcosa, ma noto che il mio autobus è arrivato e corro per raggiungerlo, salutando frettolosamente i miei amici.
Appena prendo posto, mi infilo le cuffie e faccio partire una playlist.
Mentre la musica sovrasta il vociare squillante degli altri ragazzi, io lascio vagare lo sguardo sul cortile esterno della scuola, mentre mi tolgo il cappuccio.
Nonostante cerchi di scacciare via ogni preoccupazione, c'è n'è una che rimane fissa. Spero con tutto il cuore di non incontrare Bryan, anche se so che è parecchio improbabile.Appoggio la fronte contro il vetro, sperando che il contatto gelato mi aiuti a liberare la mente. E sembra anche funzionare, finché non avverto la presenza di una persona di fianco a me.
Conosco già la sua identità, eppure non posso fare a meno di guardarlo con la coda dell'occhio.
Devo dire che, nell'ultimo anno Bryan è cambiato ulteriormente: i capelli castani un po' più lunghi e mossi e i lineamenti più marcati lo fanno sembrare molto più grande della sua età. E l'altezza gioca a suo favore.
Mentre sono ancora imbambolata a fissarlo, lui incrocia il suo sguardo con il mio. Per qualche secondo rimango destabilizzata, e non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi magnetici occhi castani. Poi rinsavisco e distolgo l'attenzione da lui, arrossendo un po'.
Vedo con la coda dell'occhio che Bryan sta sghignazzando, allora io mi sfilo le cuffie, mi volto e lo fulmino con lo sguardo.
-Cosa c'è di così tanto divertente?- domando innervosita.
-Oh nulla, nulla- soffoca una risata dietro ad un pugno -Dico sul serio. Solo...- mi passa una mano sui capelli e li appiattisce -Okay, molto meglio direi-
Io roteo gli occhi al cielo e batto il piede insistentemente per terra, aspettando che l'autobus si decida a partire.
-Mi perseguiti- borbotto senza nemmeno accorgermene. Spero solo che non se ne sia accorto.
Ma lui, sfortunatamente, mi ha sentita benissimo, infatti scoppia a ridere -Oh, Miller, non hai ancora visto di cosa sono capace. Renderò il tuo anno un incubo, se pensi che ti perseguiti quando ci siamo visti solo due volte in un giorno-
Ammetto che ha ragione, dopotutto abitiamo vicini e andiamo nella stessa scuola. Quante sono le probabilità di non incontrarlo?
Però, ovviamente non lo ammetterò mai. Che gusto ci provo a vedere quel suo sorrisetto sardonico?
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Che cosa potrebbe mai andare storto?
RomanceLa storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprendente. Audrey Miller, una ragazza piuttosto riservata ma al contempo vogliosa di fare nuove amicizie, vive in un piccolo appartamento a Brookly...