59. Il caos e il potere

151 16 69
                                    

È quando un Valore lotta - che esiste
Un Potere si rivelerà –
Sebbene l'Annichilazione impili
interi Caos su di Lui

Emily Dickinson, 1863

Emily Dickinson, 1863

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

24 dicembre 2019

Il vento mi strappa i respiri mentre i miei occhi si fissano sulla terra smossa accanto al profondo buco scavato nel terreno. Alcune gocce di pioggia trasportate dal vento macchiano di nero quel morbido terriccio dove il corpo di Amelia Parker dimorerà d'ora in avanti. La bara nera che cela Mia al mio sguardo continua a violentarmi con la sua devota compostezza, come se si trattasse di un semplice pezzo d'arredamento parte del luogo. L'ebano è di un nero uniforme, non presenta neanche la minima striatura, e il mazzo di rose bianche che i genitori di Mia vi hanno appoggiato sopra stride su di essa, rompendone l'omogeneità. La rottura più grande, tuttavia, è quella nei nostri cuori.

Finché il parroco di Grosmont intona una litania che spezza un silenzio asfissiante, infilo le mani in tasca per proteggerle dal freddo ingente e distolgo lo sguardo dalle montagnole di terra smossa e umida che presto seppelliranno la bara rendendola parte di quel terreno al quale tutti noi siamo destinati a tornare.

Il temporale incombe su di noi. Nubi scure e minacciose si espandono a vista d'occhio, rendendo ancora più cupa l'atmosfera in questo piccolo cimitero nell'entroterra. Soffia un vento così gelido che ogni volta che raggiunge un lembo di pelle ci si sente come se essa fosse rivestita di aghi, e la sensazione resta per minuti interminabili.

La litania prosegue incessante. Alcuni dei presenti – familiari dei Parker e amici di famiglia abitanti nella zona, soprattutto – la mormorano a bassa voce insieme al parroco, elevando verso il cielo un coro troppo debole per essere ascoltato.

Le corde con cui la bara di Mia verrà abbassata dentro la fossa sono arrotolate attorno a supporti in ferro che cigolano, scossi dall'aria che vi si aggrappa brutalmente. Il suono, somigliante a un sordo gemito, si unisce alla cantilena dei fedeli, riempiendo il piccolo cimitero vessato dalla tempesta prossima a squarciarsi in tutta la sua furia.

Alzo gli occhi in direzione dei nuvoloni e ricordo il giorno d'agosto in cui ho corso con Amelia Parker sotto la pioggia scrosciante. Abbiamo risalito la scogliera dalla baia, siamo scivolati, abbiamo attraversato i sentieri in mezzo alla brughiera tenendoci per mano, ci siamo abbracciati lasciando combaciare i nostri corpi per la prima volta al di sopra dei vestiti fradici. Deglutisco il magone che mi ostruisce la gola e abbasso gli occhi per allungarli verso la famiglia Parker, stretta in un abbraccio che riempie un quadro dalla tristezza infinita. Patricia ha il volto sciupato dal pianto e dalla sofferenza, i capelli raccolti al di sotto di un velo di pizzo nero, il corpo avvolto in un cappotto del colore degli occhi della figlia maggiore, occhi che non vedremo più. Abram le avvolge un braccio attorno alle spalle, trattenendola accanto a sé e cercando forse di donarle un po' della sua forza mentre fissa immobile la bara in cui Mia riposa, mentre la sua mano destra è impegnata ad accarezzare con movimenti meccanici i capelli dell'unica figlia rimasta, la piccola Lily. La ragazzina stringe convulsamente al petto un libro, incurante del fatto che le gocce di pioggia glielo sciuperanno tutto, e una bambola di pezza senza un occhio con i capelli color carota.

Fame di vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora