34. L'impotenza e la fiamma

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Forza la Fiamma
e con un Biondo impulso -
Sulla tua Impotenza
guizza il Vapore

Emily Dickinson, 1864

Emily Dickinson, 1864

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10 novembre 2019

«Ci penserai?».

Appoggio il telefono tra la spalla e il mento per spostare il mio cappotto di lato e fare spazio sul sedile accanto al mio a un altro passeggero del treno che si sta allontanando da York, conducendomi a Ovest dell'Inghilterra.

«Certo» rispondo, anche se il mio tono esitante non sfugge a Kevin Riordan, dall'altro lato del telefono.

«Lo dico per il tuo bene».

Riprendo il telefono in mano, scostando il viso a sinistra per osservare l'orizzonte che scorre velocemente accanto a noi. Il vetro spesso del finestrino è reduce di anni di graffi, perturbazioni e mancata pulizia, e rende la realtà oltre di esso lattiginosa e dai contorni incerti. Come se fosse solo di passaggio, non lì per restare.

«Matt?».

Sospiro brevemente. Kevin è l'amico più stretto che ho, nonostante sia raro per me vederlo più di una volta al mese. Ci siamo conosciuti al college, frequentando molti corsi in comune, ma ora lui viaggia molto per lavoro, e spesso è capitato che quando lui era di ritorno qui a York io fossi fuori città.

«Sì?» rispondo, pensando a quanto sarebbe bello averlo qui accanto ora, sul mio stesso treno, invece di accontentarmi di un anziano signore dal capello a cilindro con una barba rossiccia che assomiglia al Van Gogh, perso nei suoi pensieri mentre osserva con sguardo acuto le persone attorno a noi.

«C'è un'altra cosa di cui non ti ho più chiesto. Come vanno le cose con la tua ragazza? Si chiama Jane, giusto?».

Faccio una smorfia, stringendo appena il pugno della mano libera abbandonato sopra la coscia. L'uomo accanto a me se ne accorge: i suoi occhi restano catturati da quel movimento.

«Insomma» replico, sperando di poter liquidare così la faccenda, ma Kevin non demorde. Non lo fa mai.

«Problemi?».

«Non siamo più sulla stessa frequenza d'onda» minimizzo, senza entrare nei dettagli e al contempo dicendogli tutto quello che c'è da dire. Non ho esattamente voglia di parlarne, a maggior ragione perché sto viaggiando su questo treno in direzione di Manchester per andare a trovare una ragazza che non è lei.

«Amico, scusa se mi permetto di dirlo, ma secondo me non lo siete mai stati».

Aggrotto la fronte. «Dici?».

Kevin sospira. «Non te l'ho detto l'ultima volta che ci siamo visti, ma sì. Non fa per te. Tu sei per qualcosa... di più, ecco».

«Di più?».

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