Amelia "Mia" Parker è un'inguaribile sognatrice che abita con la sua famiglia in una fattoria poco distante dalle coste della Gran Bretagna, a nord di York. Amelia ama leggere, scattare foto e, soprattutto, ama camminare. Le lunghe passeggiate lungo...
Alcuni lavorano per l'Immortalità, la Maggioranza per il Tempo - Lui ripaga nell'immediato, l'altra si limita alla Fama
Emily Dickinson, 1862
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Appoggiando lo stivaletto su una roccia che affiora dal terreno, faccio perno per arrivare sulla cima della collina. Stringo forte la tracolla della borsa mentre il mio sguardo è completamente rapito da quello smeraldo e blu di Matthew Ward, che si alza dalla panchina fatta di rocce con un gran sorriso stampato in volto.
«Ciao, Amelia». La sua voce roca accarezza il mio nome, consegnandolo al vento che lo conduce a me.
«Ciao, Matthew».
Per quanto avessi sperato di vederlo nel pomeriggio per una passeggiata insieme fino alla baia, non mi aspettavo certo di incontrarlo così presto.
Matthew solleva il suo telefono con la mano destra. «Ci siamo trovati anche qui, alla fine».
«Già» mormoro, aggiungendo un timido sorriso.
Incapace di trattenermi, sposto lo sguardo oltre la figura di Matthew, sul panorama meraviglioso che è possibile apprezzare da qui: le distese di pascoli di un verde intenso, la brughiera di erica scarlatta, il fiume a est che scorre senza sosta e il mare di fronte a noi, oltre un paio di colline, al di là delle scogliere.
«Un bel quadro, vero?».
Mi volto in direzione di Matthew. I suoi capelli neri sono spettinati dal vento, gli occhi di un'intensa sfumatura tra il verde bosco e il lapislazzuli e le labbra arricciate in un sorriso sincero.
«Sì» rispondo ancora, incapace di articolare una parola che non corrisponda ad una singola sillaba.
Ho un disperato bisogno di recuperare il cellulare dalla borsa e scattare una foto a questo panorama meraviglioso. Anche se sono in imbarazzo sotto la potenza dello sguardo di Matthew, lo faccio.
«Oggi lo immortalo anche io» spiego, mentre accedo alla fotocamera e posiziono l'apparecchio per scattare.
«Mi fai concorrenza?» scherza Matthew.
Avverto il suo sguardo appoggiarsi sulla mia figura e studiarla. Tale consapevolezza mi provoca brividi che si propagano lungo il percorso che i suoi occhi eseguono su di me.
«Non potrei mai fartela» replico, abbassando il cellulare dopo un paio di foto. «Sembri davvero un professionista».
«Non lo sono. Io guardo la natura perché la amo, poi scatto, senza cercare le impostazioni perfette... Per me è sempre una meraviglia».
«Perché sai guardare con gli occhi del cuore» sussurro, salvo poi mordermi un labbro.
Matthew sembra sinceramente colpito dalle mie parole. «Esatto... come te».