55. Il ritiro e l'incontro

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Ritirarsi in Alto, in Vetta ad un'Onda -
Ritirarsi accecati in Basso
a incontrare i nostri Piedi erosi
istruisce al Divino

Emily Dickinson, 1864

Emily Dickinson, 1864

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22 dicembre 2019

I timidi raggi del sole pomeridiano che riescono ad attraversare le tende bianche alla finestra si infilano all'interno della camera di Mia, illuminando alcuni oggetti di una tiepida aura dorata. Mentre muovo qualche passo nella penombra, noto come uno di essi sia rimasto intrappolato dentro la pancia perlacea della conchiglia che Amelia Parker ha trovato nel baule. Quello pieno di relitti del mare che insieme abbiamo aperto ad agosto, mentre ci trovavamo alla baracca da pescatore di mio padre, in riva al mare del Nord. La conchiglia giace inerme sopra al comodino di Mia, accanto al grosso diario chiuso e straripante di fogli e ricordi. Mi avvicino a essa e ne sfioro con i polpastrelli la superficie liscia, pensando alle parole di Mia quando mi ha detto che ognuno di quegli oggetti abbandonati in mare aveva la possibilità di riottenere la propria storia, proprio come noi.

Mi manca l'Amelia Parker che ho conosciuto. Quella ragazza affamata di bellezza, che apriva gli occhi color della terra come si aprono i boccioli di fiori in primavera ogni qual volta vedeva o imparava qualcosa di nuovo. Quella che camminava per ore immersa nella brughiera, che danzava all'alba, che mi parlava di luce. Mi manca la sua capacità di stupirsi, il suo amore per le piccole cose, mi manca la serenità che leggevo nel suo sguardo e che ora sembra essere andata perduta per sempre. Il dolore l'ha cambiata completamente, senza lasciarle via di scampo.

Afferro la conchiglia e la rigiro tra le mie mani, osservandone le venature, i riflessi, le imperfezioni. Noto che una parte del bordo interno è sbeccata, forse vittima di una collisione con un oggetto più grande o con uno scoglio una volta arrivata alla riva, e mentre sfioro con un dito quell'increspatura mi torna alla mente il momento esatto in cui ho trovato questa conchiglia: stavo osservando l'avanzare e il ritirarsi delle onde sulla battigia, sulla spiaggia ai piedi di Robin Hood's Bay, avevo sedici anni e mia madre mi aveva appena rimproverato per aver rotto un vaso molto prezioso nel tentativo di portare a termine la mia serie di cinque trazioni al palo attaccato contro lo stipite della porta della mia camera da letto. Le sue parole non erano state cattive, ma mi aveva ferito la mancanza di fiducia che lei avesse nel mio desiderio di aumentare la muscolatura per poter essere più utile a mio padre nei lavori di casa, così ero uscito senza avvertirla e mi ero rifugiato in un angolo della spiaggia lontano dagli scogli, laddove la sabbia e i sassi si confondevano e il mare faceva meno rumore. Con un lieve sorriso rattristato dalla malinconia del ricordo, alzo la conchiglia e la posiziono contro il mio orecchio destro. Prendo un grosso respiro mentre, con gli occhi chiusi, ascolto il rumore delle onde del mare del Nord all'interno della pancia dello scheletro di un mollusco che ora non c'è più. Esattamente come ha fatto Amelia Parker su mia indicazione, ormai quattro mesi fa.

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