EREN'S POV
È successo tutto troppo in fretta.
Non ricordo neanche come sono arrivato in cucina.
E non so neanche come io in questo momento stia parlando con Mikasa quando mi ero ripromesso di non parlarle per un po'.
"Mikasa scusami per prima, non avrei dovuto risponderti in quel modo"
"Tranquillo è tutto ok, capisco il perché tu sia arrabbiato, non c'è bisogno di scusarsi"
Sospirai.
"Possibile tu sia così chiusa nei miei confronti da non dirmi neanche che sai male? CAZZO SONO TUO FRATELLO"
La vidi sussultare.
Lo sapevo che non se lo meritava, ma in quel momento l'unica valvola di sfogo che potevo avere era gridarle contro.
"Davvero Eren sto bene"
"NO CHE NON STAI BENE MIKASA. SI VEDE. MA TU CONTINUI A VOLERTI NASCONDERE E NON DIRMI COME STAI DAVVERO?"
"E COSA DOVREI DIRTI?"
"NON LO SO. QUALSIASI COSA BASTA CHE TU POSSA DIMOSTRARMI CHE PROVI SENTIMENTI ED EMOZIONI E SEI IN GRADO DI ESTERNARLE A ME CHE SONO TUO FRATELLO"
"EREN NON COSA DIRTI D'ACCORDO' FA FOTTUTAMENTE MALE DIRE COME MI SENTO"
"ALLORA SII SEMPLICEMENTE TE STESSA CAZZO"
"IO SONO ME STESSA E NON TI È MAI CAMBIATO NULLA DEL MIO COMPORTAMENTO"
"MAGARI NON VOLEVO DIRTELO PERCHÉ SAPEVO DI POTERTI FARE STARE MALE CONOSCENDO LA TUA SENSIBILITÀ"
La vidi mordersi il labbro.
Stava contenendo per l'ennesima volta le emozioni.
"MA DAVVERO? TI STO DICENDO DI DIRE COME TI SENTI E TU TI MORDI IL LABBRO PER CONTENERE LE EMOZIONI?"
"Ti prego Eren, basta, non ce la faccio"
"GIUSTO, PERCHÉ A CONTENERE LE EMOZIONI CE LA FAI EH?"
"È PROPRIO QUESTO IL PROBLEMA, NON VOGLIO DARE FASTIDIO ESTERNANDO LE MIE EMOZIONI, HAI GIA TANTI PENSIERI DI TUO"
"SEI MIA SORELLA È OVVIO CHE MI INTERESSA DELLE TUE EMOZIONI VUOI METTERTELO IN QUELLA FOTTUTTISSIMA TESTA?"
"Smettila eren ti prego"
"NO CHE NON LA SMETTO MIKASA. SONO STANCO DI TE CHE NON MI PARLI MAI DEI TUOI SENTIMENTI"
"EREN STAI ZITTO CAZZO, TI STO SUPPLICANDO DI SMETTERLA E TU CONTINUI"
"SAI COSA? VAFFANCULO MIKASA"
Mi dirigo verso la porta e la sbatto scendendo le scale di corsa.
Ho lasciato tutto a casa ma non me ne importa nulla.
Adesso l'unica cosa che voglio fare è liberare la mente.
E solo in quel momento mi ricordo di lui.
Non gli ho parlato per circa 2 settimane.
Sono un disastro.
Avevo promesso di aiutarlo e sto facendo tutto tranne che aiutarlo davvero.
Così decido di fare una mossa azzardata.
Vado a casa sua.
Mi fermo per strada ad ammirare le luci di New York.
I nostri quartieri erano abbastanza vicini ma potevo vedere tutte le luci della città risplendere mentre raggiungevo il suo quartiere.
C'era del leggero vento.
Mi sciolgo i capelli lasciando che il vento li faccia oscillare.
Socchiudo gli occhi lasciando che quell'aria mi schiarisca i pensieri, le sensazioni, i sentimenti.
E in quel momento mi scorrono nella mente tanti ricordi.
Tutti i momenti passati con Levi.
La paura di perderlo.
La paura di non poter rivedere più quegli occhi.
La paura di non sentire più quelle sensazioni mentre ero con lui.
New York l'ho sempre odiata per il troppo traffico.
Per come tutti sembravano non avere emozioni ed essere incentrati principalmente sul lavoro.
Ma oggi nonostante tutto quello che io pensi su questa città sto iniziando ad apprezzarla.
Nonostante abbia fatto andare via dalla mia vita fin troppe persone è la mia casa.
Ricomincio a camminare godendomi quell'aria fredda che mi arrivava sul viso.
Non ricordavo neanche come fosse l'aria esterna.
Ero troppo impegnato a scoprire la verità sui miei genitori.
Troppo impegnato ad esternarmi dal mondo ignorando tutto e tutti.
AHH sono proprio un idiota.
Cammino per circa una mezz'oretta quando arrivo davanti alla casa di Hanji e Levi.
Suono il citofono titubante.
Non mi ero neanche preparato un discorso da fargli.
Sicuramente non posso presentarmi a casa sua e dirgli: "Ehi Levi sono appena uscito di casa perché ho litigato con mia sorella".
Penserebbe che sono pazzo e che lo sto usando quando in realtà l'unica cosa che sono riuscito a realizzare è che mi mancava dannatamente tanto.
I miei pensieri vengono interrotti da Levi che mi apre la porta.
"Ciao Eren"
Dio quanto è bello.
Possibile che io me ne renda conto solo ora?
In due mesi non ho mai notato quanto lui fosse perfetto.
Anche le occhiaie lo rendono perfetto.
"C-Ciao Levi"
"Vuoi entrare? Quattrocchi non c'è"
"Oh, ehm si va bene"
"Allora si accomodi signor Jaeger"
Sorrido.
È la prima volta dopo giorni che sorrido.
Cosa mi sta succedendo?
"Ma grazie signor Ackerman, mi sento onorato di essere nella sua umile dimora"
"Eh lo so sono molto gentile"
Mentre entro in sala un pensiero mi balena nella mente.
E prima che possa anche solo ripensarci sono già davanti a lui.
"Ehm, Eren cosa stai fa-"
Non lo lascio finire che metto le mani sulle sue guance e lo bacio.
Un'azione avventata, forse anche uno sbaglio ma è stato il miglior sbaglio che io potessi mai fare.
Mi sembra di essere in paradiso.
Baciandolo mi sento proprio a casa.
spazio autrice
WAAAA ce l'ho fatta a scriverlo. Devo dire di essere un po' delusa perché mi aspettavo che questo capitolo uscisse meglio ma non sono capace a scrivere quindi è uscito un po' una merdina. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo al prossimo. Ciauuu.
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NE HO BISOGNO // Ereri
General Fiction"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...