Gli avvenimenti che verranno narrati in questo capitolo avvengono in contemporanea al capitolo 23.
EREN'S POV
È passato qualche giorno da quando Levi mi ha inviato il rapporto sui miei genitori.
Credevo non me lo avrebbe inviato e invece a quanto pare era solo un po' confuso dalla richiesta che gli avevo fatto.
Per un attimo ho pensato che potesse aver iniziato a sospettare qualcosa ma quando mi ha inviato il messaggio ho tirato un sospiro di sollievo.
Ho passato tutti questi giorni ad analizzare il rapporto ma non diceva nulla di che.
Erano le stesse notizie che ero riuscito a ricavare dai primi siti che avevo consultato.
Nessuna notizia in più nessuna notizia in meno.
Non ho più controllato la pagina seguente a quella che ho letto qualche giorno fa.
Sono stato impegnato con il rapporto ma alla fine si è rivelato un totale fiasco.
Così oggi ho deciso di rimettermi a leggere quell'articolo.
Riapro il computer, che ho usato fin troppe volte questa settimana, e riapro quel sito andando alla pagina successiva.
Qui parte un video di 10 minuti.
"Abbiamo analizzato il corpo del medico Grisha Jaeger e abbiamo riscontrato molte ferite e contusioni simili a quelle della moglie. Ipotizziamo che i due non fossero su quell'aereo di loro spontanea volontà ma fossero stati portati lì con la forza. Infatti presentano dei segni sulle mani, indizio che ci ha portato a pensare quale fosse stata l'effettiva causa della morte dato che siamo arrivati a queste conclusioni. Io e altri medici abbiamo pensato che fosse stato tutto predetto per questa coppia. Che tutti in quell'aereo fossero complici."
Stoppo il video.
Tutti...sono stati complici per uccidere i miei genitori?
Ma erano delle persone come tutte le altre.
Perché mai nessuno mi ha mai raccontato nulla?
Perché Mikasa non mi ha detto nulla?
Sono stanco...
Voglio solo poter avere la famiglia dei miei sogni.
Sento le lacrime scendere lungo le mie guance.
Perfetto sono talmente debole che sto anche piangendo.
Non ce la farò mai ad andare avanti così.
Ogni volta che esco da una situazione di non ritorno un muovo problema mi si presenta davanti riportandomi a sentire in quel modo.
Ormai so che peggio di così non può andare, così faccio ripartire il video.
"Questa è stata l'analisi della pelle, per gli esami degli organi interni abbiamo notato numerosi problemi, come la rottura di tre o quattro costole che hanno portato a un emorragia nel polmone destro, probabile causa del decesso, dubitiamo che, nel caso questa fosse la causa del decesso, il paziente sia rimasto vivo fino all'impatto che l'aereo ha avuto con il suolo. Dovremmo aspettare più giorni per avere dei risultati da parte di una nostra scienziata, perché nel corpo dell'uomo è stata ritrovata una pennetta di cui non abbiamo capito il contenuto."
Stoppo per la seconda volta il video.
Dio, quanto si sta rivelando difficile sentire i risultati dell'autopsia dei loro corpi, e manca ancora mamma.
Come hanno potuto uccidere con così tanta cattiveria una persona?
Le lacrime non hanno mai smesso di scendere.
Non riesco neanche a fermarmi.
L'unico modo che ho per far fermare le lacrime è quello.
E dire che ne stavo uscendo.
Ma in quel momento mi ricordo quello che mi ero prefissato.
Io voglio aiutare le persone.
E per aiutare le persone devo prima di tutto aiutare me stesso.
E per aiutare me stesso non devo ricorrere all'utilizzo di una stupida lametta.
Con le dita tremolanti faccio ripartire il video per la terza volta.
"Adesso passiamo all'analisi del corpo della donna. Abbiamo riscontrato la stessa possibile causa del decesso, un'emorragia nel polmone destro. Però nel suo corpo non è stata ritrovata più nessuna pennetta il che ci porta a pensare che il vero obbiettivo dei dirottatori fosse l'uomo. Tra qualche giorno avremo i risultati delle analisi su quella pennetta, vi informeremo nella prossima pagina"
Il video è finito.
C'è la terza pagina dove ovviamente avranno messo i risultati delle analisi sulla pennetta ma quando sto per far partire il video entra Mikasa.
Mi asciugo in fretta e furia le ultime lacrime che erano scese lungo le mie guance.
"Eren se vuoi venire a mangiare è-, cosa stai facendo?"
"Nulla, ora vengo a prendere il piatto"
"Cosa stavi facendo Eren?"
"Ho detto nulla ora esci grazie"
"Eren..."
"COSA NON CAPISCI DELLA PAROLA ESCI? NON VOGLIO VEDERTI MAI PIÙ"
Non volevo dirlo davvero.
Cos'ho fatto?
Mikasa non ha bisogno di sentirsi dire cose del genere.
Ma io le ho dette comunque.
"Oh capisco, la cena di là è pronta, quando vuoi vienila a prendere"
Ha cambiato totalmente tono.
Quel tono non l'ha mai avuto.
Era un tono di voce come se stesse dicendo di essersi rassegnata.
Che ha fallito tutto nella vita.
Non dovevo parlarle così.
Ma non riesco ad andare a consolarla.
Non so veramente cosa fare.
Mi ha ferito il fatto che non mi abbia detto che lei sapeva come fossero morti i nostri genitori.
Ma non merita di essere trattata così.
Ho deciso.
Come un lampo apro la porta della mia camera diretto in cucina a parlare con Mikasa.

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NE HO BISOGNO // Ereri
Fiction générale"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...