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LEVI'S POV

"NON CI CREDO"

Se continuava a gridare così l'avrei buttata dal balcone.

"Quattrocchi ti ho già detto di non gridare"

"Scusa scusa, ma sapere che Eren verrà a vivere da noi è magnifico"

"Ma non lo conosci nemmeno"

"Proprio per quello. Adoro conoscere persone nuove"

"Se lo dici tu"

"Senti ma come sta andando con lui?"

"Con Eren dici?"

"No con zia Melania. CERTO CHE CON EREN BRUTTO IDIOTA"

"Tch. Prima di tutto non gridare di nuovo se no voli dal balcone. Secondo va avanti, non succede nulla di così esilarante al lavoro"

"Uh, qua qualcuno a parlare di Eren si innervosisce.
È successo qualcosa per caso?"

"Ma cosa potrebbe mai succedere. Che ci mettiamo insieme facciamo tanti figli e ci promettiamo amore eterno? In un luogo dove facciamo rapporti sulle morti delle persone?"

"Però ti sta iniziando a piacere. Se non addirittura innamorarti"

"Io non mi innamoro di nessuno. Non dopo l'ultima volta"

"Ma tu non la ama-"

"Era amore fraterno. E quando lei ha detto di provare qualcosa di più io l'ho rifiutata e la nostra amicizia è finita. E un anno dopo è morta"

"Devi smetterla di incolparti per la sua morte. Non è colpa tua"

"Tch lasciamo perdere. È meglio"

Uscii dalla cucina per andare in camera.

Mi sciacquai il volto e andai a stendermi sul letto.

A volte credevo che Quattrocchi cercasse fin troppo di farmi da psicologa.

Sapeva che con me né la psicologia normale né quella inversa funzionava.

Ma a volte era di coccio e non mi ascoltava.

In quel momento che ci pensavo però aveva ragione.

Dopo l'ultima volta che avevo parlato con Eren era come se fossi impazzito.

Sentivo un mix di emozioni che neanche io sapevo spiegare.

Non avevo mai provato quelle emozioni.

Quando mi aveva detto che sarebbe venuto a vivere nella nostra stessa casa era come se mi sentissi felice.

Euforico addirittura.

E dovevo dire che quella camera fino a qualche tempo fa la odiavo.

Mi aveva portato via una delle poche persone che teneva realmente a me.

Chissà come stava il suo migliore amico.

Parlavamo tanto quando lei era ancora viva.

Io e loro due eravamo inseparabili.

Facevamo tutto insieme.

Ma all'improvviso tutto era terminato.

Tutti e due avevano deciso di prendere strade diverse.

Il primo era stato lui.

Aveva lasciato sola lei che ormai aveva solo me.

Eravamo migliori amici.

Io la ritenevo mia sorella.

Quando avevamo conosciuto lei, io ed Hanji avevamo deciso di andare a vivere insieme perché ci sentivamo bene così tra noi tre.

Fino a quando lei non si era dichiarata.

Quando si era dichiarata mi ero sentito cadere il mondo a pezzi.

Avevo capito solo in quel momento perché lui aveva deciso di allontanarsi da noi.

Sapevo che fosse innamorato di lei ma non sapevo che lei fosse innamorata di me.

Ma lui se n'era reso conto e per non soffrire aveva deciso di non parlarci più.

Quando io le avevo detto che non la amavo era andata via.

E qualche mese dopo era morta.

In fondo era tutta colpa mia.

Avevo fatto tutto io.
Era colpa mia se vivevo in quel modo.

Ma non era colpa mia se ero nato.

Era stata intenzione di mia madre.

Mia madre.

Era stata la prima persona ad abbandonarmi.

A morire.

Era morta con me vicino.

Mi mancava dannatamente tanto.

Ero troppo piccolo per capire ma quando l'ho capito ho deciso che non avrei più guardato al passato ma ho fatto tutto tranne che guardare al presente.

Ne ero consapevole di fare schifo.

Ero consapevole del fatto che tutti stiano con me per pena.
Nessuno mi amava.

Nessuno teneva realmente a me.

Ormai l'unica cosa che avevo da fare era soffrire in silenzio come avevo sempre fatto.

"Fai schifo renditene conto".

"A nessuno importerebbe di uno come te lo sai vero?"

"Anche tua madre si è suicidata perché ti odiava".

Quelle voci continuavano a rimbombare nella mia mente.

Fatele smettere vi prego.

Per favore.

Sentii le lacrime fuoriuscire dai miei occhi.

Dio eri così debole che piangevi per nulla.
Eri così dannatamente debole che cercavi qualcuno su cui sfogare il tuo senso di inutilità.

Tutti ti ritenevano così forte da dirti che non servivi a nulla.

Vidi l'unica amica che avevo avuto vicino per tutti questi anni.

Non dovevo farlo.

L'ultima volta era successo tutto quello che non doveva succedere.

Hanji mi aveva salvato ma questa volta anche se c'era lei non mi avrebbe salvato di nuovo.

Mi voleva bene e tutto ma non ce l'avrebbe mai fatta.

Aveva sofferto troppo a causa mia.

Ma decisi comunque di fare l'unica cosa che in quel momento avevo intenzione di fare.

Prendere quella lametta e distruggermi.

Per l'ennesima volta.

Dio mi faceva sentire così bene tagliarmi.

Era l'unica cosa che mi rimaneva.

L'unica che non mi avrebbe mai abbandonato.

E non credevo fosse un bene.

Anche se mi sentivo dannatamente meglio quando quella lama tagliava i miei polsi.

NE HO BISOGNO // EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora