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LEVI'S POV
~Quella doccia non era servita a niente.

Continuava a sentire quella rabbia camminare lungo le sue vertebre e non capiva neanche perché.

Era tutto così dannatamente difficile.

I suoi sentimenti, lui.

Eren stava ancora dormendo quando lo aveva lasciato in camera mentre lui era corso in bagno a farsi la doccia.

Voleva che quella notte scorresse via dalla sua pelle ma non funzionava esattamente così.

Era tremendamente in ansia.

Voleva fare tutto lentamente con Eren, sentiva che era il ragazzo giusto, eppure era finito per ubriacarsi anche a causa sua.

Il solo pensiero gli fece tornare in mente quella rabbia che provava fin da quando si era alzato.

Prese un bel respiro ed uscì dalla doccia dopo aver finito.

Lì trovò Eren ancora addormentato e si mise accanto a lui accarezzandogli leggermente la guancia.

"Mhhhh buongiorno"

"Buongiorno"

Sussurrò Levi ad Eren quasi come se non volesse urlare quando gli unici in quella casa erano loro due.

Si alzò dal letto ed andò a prendere una camicia bianca e dei jeans neri così da essere pronto anche per il lavoro.

"Poi scendi di sotto per mangiare la colazione mi raccomando"

"Si sì poi scendo"

Levi aveva tentato di nascondere ogni traccia di sentimento nelle sue parole.

Non voleva che Eren si preoccupasse per lui e non voleva assolutamente che tutto degenerasse in una litigata.

Eppure successe comunque.

Finì di preparare la colazione e la impiattò nel momento esatto in cui Eren scese dalla camera da letto con la maglia ed i pantaloncini della serata precedente.

Si avvicinò a Levi da dietro e poggiò le mani sui suoi fianchi ancora coperti dall'accappatoio.

Voleva stargli vicino anche solo dolcemente, per incuterli tranquillità.

Eppure tutto quello che Levi stava provando era ben lontano dalla tranquillità.

Ansia, paura di rovinare quel momento, rabbia, mal di testa, panico.

"Dai Eren andiamo a mangiare la colazione"

"Mhhh d'accordo"

Eren senza voglia si staccò da Levi ed andò a sedersi alla tavola mangiando tranquillamente.

Se solo avesse saputo cosa sarebbe successo dopo.~

Mi svegliai di soprassalto rivivendo quella dannata giornata di dicembre.

Ancora in quei giorni non riuscivo a capire perché provavo tutta quella rabbia.

Ero felice con Eren e non si era approfittato di me, anzi gli avevo dato il mio consenso nonostante fossi brillo.

Sospirai togliendomi quelle immagini dalla testa e scendendo di sotto trovando Hanji davanti al portatile.

"Quattrocchi togli quello sguardo da quel computer dai, ti si distruggerà ancor di più la vista"

"Parli tu che ci passi addirittura la notte al computer. Non puoi sgridarmi quando sei identico a me"

"Tch"

"Vedi? Ho ragione sempre io"

"Mhmh certo"

Mi diressi in cucina a preparare la colazione anche sé quella mattina non avevo estremamente fame.

"Hanji"

"Mh?"

"Continuo a rivivere quella giornata, ma è come un loop che non mi da tregua"

"Non credi che magari dovresti andare a parlarci?"

"Sinceramente non credo, non è il momento, non riesco a sostenere un discorso con lui"

"Ma capisci che lasciando perdere di continuo continuerete ad essere tormentati dai vostri stessi ricordi e dai vostri stessi rimpianti?"

"Si ma è appena tornato a New York meglio lasciare stare, davvero"

"Senti, non si tratta di lasciare stare o meno. Si tratta del benessere tuo e di Eren. Se tu non te la senti di parlarci è perché c'è qualcosa di cui non hai voglia di parlare. Ma se questa cosa non l'affronti non risolverete mai"

"Sei odiosa, mi sto stancando del tuo essere una brava psicologa"

"Mhmh certo, vai dimmi cos'è questa cosa"

"Quel giorno, dopo aver litigato e dopo averlo sbattuto fuori casa gli ho detto che non volevo proprio più vederlo. Nei giorni successivi però l'ho cercato e quando ho scoperto, cinque giorni dopo, della sua partenza ci sono rimasto molto male. So che non dovrei dato che l'ho sbattuto fuori casa io, ma ora come ora se dovessi avvicinarmi a lui e parlare di quello che è successo non voglio che tutto si rovini perché non voglio parlare a causa del mio orgoglio"

"Ma non hai pensato che Eren ha fatto la stessa cosa, ovvero tentare di parlare con te prima di partire?"

"Non credo, lui non è persona che cerca di risolvere tutto con gli altri, principalmente se si tratta di me"

"Appunto perché si tratta di te avrà tentato di trovarti da qualche parte per poterti spiegare"

"No è impossibile"

La sentii sospirare.

"Levi, quando sarai pronto ad avere un discorso su questa cosa allora potremmo parlare e trovare una soluzione, ma fino a quando tu non vorrai io ho le mani legate"

Non dissi più nulla.

Sentivo della rabbia nelle sue parole quasi come se ad un certo punto la colpa di tutto fosse stata mia.

Sapevo che non era così ma mi dava fastidio che lei dicesse quelle cose sulla nostra relazione quando non la conosceva neanche.

Mi alzai dal tavolo, presi le chiavi di casa ed uscii fuori, per andare in giro.

Dovevo schiarirmi le idee.

NE HO BISOGNO // EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora