(ATTENZIONE: vorrei leggeste lo spazio autrice. Ci tengo molto a quello che ho scritto. Buona lettura)
Mentre Eren continua a tenere all'oscuro Mikasa di quella lettera che aveva ricevuto due giorni prima la donna passa le giornate in università con un ragazzo che si chiamava Jean, molto simpatico e che si comporta bene nei confronti della sorella di Eren.
MIKASA'S POV
In questi giorni non ho visto Eren quasi per niente.
So che è molto impegnato tra università e stage, lo capisco perfettamente sto passando la stessa situazione.
Ma non lo so, ho la sensazione che si stia allontanando molto.
Con Levi ha le "sedute" almeno 3\4 volte a settimana.
Se non sbaglio Lunedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato mentre la Domenica e il Martedì ha le "sedute con la coinquilina di Levi.
Oggi è Venerdì ma lui non è uscito di casa.
Ed è in quel momento che lo vedo uscire dalla sua camera.
E quando pronuncia quella frase tutto il mondo mi crolla addosso.
Sbianco e credo lo abbia notato anche lui.
Quella domanda.
Quella dannatissima domanda avrei preferito non me la facesse in un momento del genere.
Aveva appena iniziato a riprendersi grazie a quelle sedute con Levi e la coinquilina.
"D-dei nostri genitori?"
"Si Mikasa dei nostri genitori, su internet c'è scritto che tu hai dovuto fare il riconoscimento di mamma e papà"
"Ehm, si me lo hanno chiesto ma non so nient'altro, non mi hanno più detto nulla"
"Mikasa non ti credo"
"Sto dicendo la verità, perché non mi ascolti mai?"
"PERCHÉ STAI MENTENDO"
"Eren non sto mentendo"
"SI CHE STAI MENTENDO. NON HAI MAI VOLUTO CONFIDARTI CON ME"
Lo vedo scoppiare in un pianto isterico.
Un'altra cosa che ho fallito tra le tante.
"E-Eren scusami"
"N-non a-avvicinarti"
"Eren dai, non te l'ho mai detto perché quella di mamma e papà per te era una ferita ancora aperta e non volevo renderti ancora più difficile passare oltre la loro morte"
"Tu...sei solo una bugiarda"
"Eren..."
"Esco fuori, ho bisogno di prendere aria"
"Torni per cena almeno?"
"Non lo so"
Sbatte la porta.
Non mi ha neanche salutata.
Non ha fatto come al solito.
Non voglio che Eren indaghi su Carla e Grisha.
Finirà per morire anche lui come loro.
È la mia famiglia.
È l'ultima cosa che mi è rimasta.
Ho bisogno di sfogarmi, e l'unico modo che ho per sfogarmi è scrivere.
Ho trovato questa passione subito dopo la morte dei miei genitori biologici, avevo troppi nervi a fior di pelle e quando iniziai a buttare su carta i miei sentimenti mi sentii subito meglio.
Così inizio a buttare qualche riga.
Voi, genti che fate parte della mia vita
Cosa volete da me?
Cosa ho fatto di male per nascere in questo mondo?
Per finire con il perdere qualsiasi persona a cui io tenessi.
So di fare schifo
Non c'è bisogno che voi me lo dimostriate.
Non c'è bisogno che voi mi trattiate come uno schifo umano.
Non c'è bisogno di nulla.
Io non ho bisogno di nulla da voi.
Io non ho bisogno di voi.
Ho bisogno di mio fratello.
Della mia famiglia.
Ma per colpa vostra ho perso i miei genitori.
La mia prima famiglia.
E sto perdendo mio fratello.
L'uomo che più di tutti mi ha insegnato a vivere.
La mia seconda famiglia.
In effetti non è colpa vostra.
La colpa è mia.
Non sono riuscita a proteggere nessuno.
Non sono riuscita a proteggere mamma e papà.
Sono morti per salvarmi.
E io con la mia seconda possibilità non ho salvato nemmeno Carla e Grisha.
Non ho protetto Eren dal dolore del perdere la propria famiglia.
Non ho fatto nulla.
L'ho fatto crescere nella stessa spirale di dolore che ha coinvolto me.
Non dovevo.
Non dovevo vivere.
Non dovevo nascere.
Dovevo imparare dai miei errori.
Ma invece che imparare gli ho solo ripetuti.
Faccio schifo.
Devo morire.
Ho intenzione di far finire le poche righe che ho scritto così.
Ma poi mi ricordo del perché non ho mai avuto il coraggio di uccidermi.
E ricomincio a scrivere.
No, non è vero.
Non voglio morire.
Devo vivere per insegnare ad Eren che la vita non è solo tristezza.
Si.
Cercherò di dirgli qualcosa sui nostri genitori.
Cercherò di insegnarli che tutto quello che ho fatto l'ho fatto per proteggerlo.
Lo farò anche a costo di perderlo.
Io aiuterò mio fratello a rinascere ed essere felice.spazio autrice
E niente alla fine finisco sempre per scrivere qualche riga alla fine dei capitoli. Ero partita con l'idea che avrei fatto meglio a non essere presente nella storia ma ogni volta dico che vorrei spiegare le sensazioni che mi hanno fatto provare le cose che scrivo. Quello che ha scritto Mikasa mi rappresenta molto. Io non ho un fratello, ma so cosa significa vivere senza dei genitori quindi ho voluto mettere per iscritto le emozioni di questa donna che ha perso quasi tutto e quel poco che le è rimasto si sta allontanando. Ci saranno delle parti come questa anche nei capitoli che seguiranno la storia. Sono per me a dir poco perfetti, mi piace descrivere le emozioni altrui. Spero non vi annoi. Detto questo vi saluto, al prossimo capitolo. Ciauu.

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NE HO BISOGNO // Ereri
Ficción General"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...