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LEVI'S POV
Erano passate alcune settimane da quando avevo rivisto Eren per strada.

Sembrava che tutto fosse tornato nuovamente alla normalità.

Eppure sentivo quell'opprimente sensazione nel mio petto come se mi mancasse qualcosa.

Effettivamente era così.

Sapevo che mi mancava Eren eppure continuavo a non volerlo incontrare.

Un capriccio personale?

Non lo sapevo.

Sentivo solo una costante sensazione di vuoto e di oppressione.

Finii di lavorare molto tardi quel giorno, erano circa le 20:30.

Ero stanco morto.

Presi le chiavi della macchina e dopo aver chiuso il mio ufficio uscì dalla struttura.

Stavo camminando di fretta e nel buio non notai la persona che stava camminando di fretta.

Andai a sbattere contro di lui.

Alzai lo sguardo quasi fulminandolo.

"Guarda dove cammini idio-ta"

Era lui.

Ero davanti a lui.

Tutte quelle brutte sensazioni stavano ricomparendo.

"Scusami ero di fretta"

Disse solamente.

Mantenni lo sguardo fisso sui suoi occhi.

Lui non spostava lo sguardo ed io neanche.

Sentivo ogni fibra del mio corpo andare letteralmente a fuoco.

Sapevo che di lì a poco avrei avuto un attacco di panico ma non volevo staccarmi da quegli occhi.

"Tranquillo, tutto ok"

Sapevo anche che la cosa che non dovevo fare era quella di rimanere così vicino a lui.

Così mi allontanai e mi diressi verso la mia macchina.

"Bentornato a New York...Eren"

"Grazie"

Entrai in macchina e partii senza più guardare niente di tutto quello che mi circondava.

Guardavo solo avanti mentre cercavo di riprendermi da tutto quello che era successo pochi istanti prima.

Lo avevo rincontrato e sentivo ogni muscolo del mio corpo riprendere a tremare.

I ricordi di quel giorno stavano tornando nella mia mente.

~Si svegliò lentamente infastidito dalla luce che penetrava dalle persiane.
Era ancora leggermente indolenzito così si alzò lentamente strofinandosi un occhio.
Si girò verso la figura accanto a sé rendendosi conto solo in quel momento che erano entrambi nudi.
In quel momento tutti i ricordi della serata prima ritornarono nella sua mente.
I loro corpi uniti.
Le loro lingue che si univano in baci passionali pieni di desiderio.
Un impeto di rabbia percorse la spina dorsale di Levi tanto che si alzò di fretta dal letto prendendo un asciugamano e andando direttamente in doccia.
Cercò di rilassarsi ma fu tutto inutile.~

Scossi la testa cercando di non pensare più a quel giorno ed a come avevamo rovinato la nostra felicità.

Sospirai pesantemente arrivando poi dopo poco a casa.

Cercai di non pensarci più.

Ormai era il passato e dovevo riuscire ad andare avanti.

Poggiai le chiavi sul tavolo notando che Hanji non fosse ancora tornata.

Così salii da solo di sopra ed andai nella mia camera prendendo il portatile e portandomi avanti nel lavoro.

Sentivo che ogni punto del mio corpo stava per spezzarsi.

Tremavo troppo ma l'attacco di panico non arrivava.

Continuai a scrivere rapporti su rapporti mentre cercavo di non pensare a niente e chiudere la mia mente.

Poggiai il computer sul comodino e dopo essermi cambiato i vestiti accesi il condizionatore e mi misi sotto il lenzuolo.

Chiudi gli occhi e rilassai i muscoli, o almeno ci provai.

I pensieri circolavano confusi nella mia mente.

Ogni fibra del mio organismo sembrava non riuscire a stare ferma.

L'insonnia era tornata a dominarmi da quando avevo rivisto Eren e con i giorni dormivo sempre di meno.

Sembrava che in quel momento l'insonnia fosse arrivata al limite massimo.

Quella notte non chiusi occhio.

Era come se il mio corpo si rifiutasse di addormentarsi e lasciare che si rilassasse.

Avevo sentito Hanji tornare verso le 3 di notte ma per non disturbarla non uscii fuori dalla mia camera.

Eppure avevo un disperato bisogno di lei.

Non smettevo di pensare.

A quegli otto mesi senza di lui.

A quella notte in cui avevo provato un piacere inimmaginabile.

A quella mattina dove l'unica cosa che riuscivo sentire nel mio corpo e nella mia mente era la rabbia.

L'unica che senza saperlo era riuscita a calmarmi era stata Quattrocchi.

In ogni sua piccola azione era riuscita a farmi stare molto meglio.

Il dolore che provavo era sempre presente, questo era vero, ma con lei...mi sentivo molto meglio.

In più a lavoro il pallone gonfiato del mio capo era diventato anche più comprensivo con me quindi sentivo anche un certo sollievo.

In quei mesi ero stato molto male, ma allo stesso ero stato bene.

Erwin ed Hanji avevano fatto il possibile per aiutarmi.

Per quanto avessi odiato quando cercavano in tutti i modi di farmi uscire fuori di casa sapevo che lo facevano per me.

Sapevo che volevano farmi attraversare quel bruttissimo periodo da Natale in poi.

Li avevo sempre ammirati quel gesto che avevano fatto per aiutarmi.

Ero grato di aver conosciuto delle persone così importanti per me.

Ma nonostante tutto la parte più importante di me mi era stata tolta.

E mi mancava.

NE HO BISOGNO // EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora