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EREN'S POV
Dopo le parole di Yelena non sapevo più cosa fare.

Era vero, lo amavo ma avrei davvero dovuto parlargli io per primo?

Assolutamente no.

Ero fin troppo orgoglioso per mettermi addirittura a cercare di risolvere la situazione tra noi due.

Forse alla fine era meglio chiudere del tutto.

Eravamo entrambi distruttivi uno per l'altro ma indispensabili.

Entrambi sapevamo che non avremmo potuto vivere insieme ma davvero tentare di risolvere la situazione sarebbe servito a qualcosa?

Non ci credevo molto, anzi, proprio per niente.

Ed era proprio quello il problema.

In otto mesi non avevo capito niente di tutto quello che era successo.

Se la colpa era mia o sua.

È vero in un litigio la colpa è sempre di entrambi ma io ero totalmente nel pallone.

Perché per Levi ero io quello che aveva sbagliato.

Ed anche io sapevo di aver sbagliato ma continuavo ad affermare che ovviamente non era solo colpa mia.

Avrei voluto così tanto risolvere con lui.

Così da risolvere quella situazione orribile nella quale ci trovavamo.

E così passai tutto il pomeriggio a spremere le meningi cercando di pensare a qualcosa che avrebbe potuto essere una buona soluzione.

Alla fine l'unica soluzione possibile era quella di parlare con lui e risolvere.

Ma sentivo ancora tutto quello che era successo tra di noi nella mente.

Le sue parole, che mi avevano lentamente distrutto e le mie che lentamente avevano distrutto lui.

Non sapevo più cosa pensare.

Se andare a parlare con lui oppure aspettare che lui venisse da me.

Ero sicuro che quest'ultima parte del mio pensiero non sarebbe mai successa.

Conoscevo Levi abbastanza poco ma una cosa che sapevo alla perfezione era che era tremendamente orgoglioso.

Tutto quello che gli si diceva era impossibile da ritirare indietro.

Ed era anche una persona che pensava fin troppo, proprio come me.

Eravamo tremendamente diversi ma allo stesso tempo tremendamente uguali.

Uno l'opposto dell'altro ma uno uguale all'altro.

E quello che distruggeva entrambi era proprio il fatto di essere identici per un sacco di aspetti.

Eravamo uno il completamento dell'altro.

Uno fin troppo emotivo ed irrazionale e l'altro fin troppo legato alla logica ed alla razionalità.

Ma entrambi eravamo orgogliosi e questo rovinava tutto.

Perché l'orgoglio non è mai la cosa migliore da mettere in gioco.

Principalmente quando si è nel torto.

Essere orgogliosi può essere l'arma peggiore ed allo stesso tempo l'arma migliore da usare in campo.

Ma quello era un momento più che errato per usare l'orgoglio.

Solo che nessuno dei due lo sapeva.

Il mio cervello aveva avuto troppe poche esperienze del genere.

Era vero, avevo passato tutta la mia vita a perdere persone e ritrovarle ma dopo poco perderle di nuovo.

Proprio quello mi aveva aiutato a risolvere la situazione con molte persone.

Il terrore di rimanere solo ma quando avevo perso Levi era stato totalmente diverso.

Mi ero gettato a capofitto nel dolore senza pensare a risolvere o tentare in qualche modo di aggiustare la situazione e ragionare.

Perché tutte le parole che Levi mi aveva detto le sentivo mie.

Sapevo che quello che aveva detto era vero.

Solo che speravo che non me lo avrebbe mai detto.

Non volevo rimanere per l'ennesima volta solo e con mille insulti per qualcosa che sapevo di essere.

Ma alla fine si era rivoltato tutto contro di me.

Ovviamente non incolpavo Levi per quello che era successo, mi assumevo le mie responsabilità ma era una delle cose che più detestavo di me.

Non sapevo affrontare decentemente le situazioni intricate e senza un'apparente via d'uscita.

Questo molto spesso mi aveva causato tantissimi problemi nei rapporti interpersonali ma alla fine ero stato sempre abbastanza socievole.

Amavo circondarmi delle persone proprio per colmare l'assenza delle persone accanto a me.

Quando avevo Petra vicino a me, mi sentivo invincibile perché sapevo che qualcuno vegliava su di me e mi proteggeva.

Ma dopo la sua morte, quando mi tornarono in mente tutte quelle emozioni tristi e distruttive mi chiusi in me stesso.

Perché non sapevo come affrontare il dolore in un'altro modo.

Ad un certo punto però tentai di cacciare tutto dalla mia testa.

Ero finito a pensare una cosa totalmente diversa da quella da cui ero partito.

Alla fine si era fatta sera ed io non avevo risolto niente.

Sapevo che in quel momento avrei avuto bisogno di Mikasa.

Anche se ero ancora abbastanza rancoroso riguardo alcune cose rimaneva la mia sorella più grande ed era la migliore.

Sembrava brava in tutto.

Risolveva le situazioni nelle quali io non sapevo dove mettere le mani.

Così avevo deciso cosa fare.

Dopo aver tentato invano di risolvere la situazione impossibile nella quale mi trovavo avevo capito che la cosa migliore da fare era chiederlo a qualcuno di esterno.

Magari Mikasa aveva ben altro da fare ma non sapevo più cosa fare.

Mikasa sarebbe stata l'ultima mia sponda per risolvere quella situazione.

E speravo che si potesse risolvere.

Volevo che si risolvesse.

spazio autrice
CIAO RAGAA!! Da quanto tempo. Ho avuto un blocco dello scrittore che non avete idea. Ogni volta che tentavo di riscrivere qualcosa mi bloccavo e quindi questo capitolo è rimasto incompiuto per mesi. Poi tra scuola e problemi miei è stato un casino. Spero vi piaccia questo capitolo, non so quando metterò l'altro però :(. Vi auguro una buona serata <33. Ciau xoxo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2022 ⏰

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