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LEVI'S POV
*otto mesi dopo*
Mi svegliai come al solito con pochissimo tempo di sonno.

Ormai era all'ordine del giorno da fin troppo tempo ed erano mesi che dormivo solo 30 minuti oppure al massimo 1 ora e mezza.

Non sapevo quale fosse il vero motivo, o meglio lo sapevo ma ero troppo orgoglioso per ammetterlo.

Del resto era solo colpa mia se in quel momento non stavamo più insieme.

Ma anche lui non avrebbe dovuto farmi ubriacare, avrebbe dovuto semplicemente parlarmi da solo, io avrei anche risposto.

Quella mattina stavo anche più male del solito.

Avevo avuto una notte di merda come al solito, ma il mal di testa che si era presentato quella mattina era insopportabile.

In più dovevo anche andare a lavoro, solo che avevo la sensazione che sarei svenuto da un momento all'altro.

Non potevo di sicuro prendere la macchina ed uscire di casa come se stessi benissimo.

Ero consapevole che sarei collassato da un momento all'altro e non volevo di sicuro fare un incidente per questo motivo, causando delle preoccupazioni per Hanji.

Hanji nel frattempo in quegli otto mesi era andata avanti nel suo lavoro diventando capo reparto.

Per lei tutto stava migliorando, solo per me la situazione peggiorava di giorno in giorno.

Andavo dallo psicologo, non avendo più Eren con cui confidarmi, ed ormai mi ero promesso che sarei guarito da quella situazione.

Quel pomeriggio sarei dovuto andarci, ma veramente non avevo voglia di farlo.

Ero stanco, avevo mal di testa, mi veniva da vomitare ed ero dannatamente da solo.

Quel tizio non poteva capire come io mi sentissi, non aveva neanche senso che ci andassi, ma dovevo farlo, e ne ero consapevole.

Solo che una cosa mi mancava, ma non riuscivo ad ammetterlo.

Nonostante tutti mi vedessero sempre giù io dicevo che era solo perché non dormivo ed avevo dei continui mal di testa, ma sapevo che non era così.

Avevo una nuova vita, Erwin ed Hanji mi avevano aiutato molto, facendomi stare quasi tutti i giorni all'ospedale di pomeriggio con i bambini per evitare di ricadere nelle vecchie abitudini.

Le cicatrici con il passare dei mesi erano svanite ma la cicatrice sul mio cuore era ancora fin troppo presente, e non riuscivo neanche ad accettare che fosse colpa mia, che ero io quello che lo aveva mandato via di casa.

Ero veramente un insolente.

Tch.

Mi vestii e mi diressi verso la porta di casa, quando un mal di testa atroce mi fece fermare con la mano sull'uscio della porta.

"Dio, mal di testa del cazzo"

Aprii la porta cercando di non farci caso per poi andare alla macchina.

Quella mattinata a lavoro era stata la solita merda, troppi rapporti da fare, e veramente troppe persone con cui parlare.

Quelli erano alcuni giorni in cui non avevo voglia di parlare con nessuno, ma tutti e dico veramente tutti sembravano aver intenzione di rompermi le palle.

Tutti facevano domande a me, e nessuno sapeva mai cosa fare.

Il mio ufficio era diventato un via vai di persone quindi ero sempre lì a dare consigli, a spiegare cosa dovevano fare.

Così la sera tornavo a casa con più mal di testa della mattina ed Hanji doveva stare zitta perché quello era il mio volere.

Quella sera però quando tornai era diverso.

Era il 4 agosto, quindi non c'era nessuna cosa che poteva farmi pensare che Hanji non fosse in casa per quello.

Posai le chiavi della macchina sul tavolo e mi tolsi il giubbotto, stanco di veramente tutto in quella giornata.

Chiusi gli occhi e dopo poco mi addormentai, o almeno era quello che credevo.

Quello che non sapevo era che il giorno dopo avrei passato una delle giornate più belle della mia vita.

Hanji ritornò a casa verso le 23:00 di sera momento in cui mi svegliai anche io.

Non avevo cenato, non avevo fatto nulla da quando ero tornato.

Ero solamente stato sul divano a non fare nulla, a dormire se così si può dire.

Avevo solo chiuso gli occhi, ed avevo perso la cognizione del tempo.

Quindi si.

Non avevo dormito.

E con il passare dei giorni la stanchezza, il rumore, le voci, le persone stavano diventando di troppo e non ce la facevo più.

Sarei svenuto?

Non lo sapevo.

Avrei avuto bisogno di qualcuno al mio fianco?

Si.

E questa persona era qui con me?

No, era andato via, in più per colpa mia.

"Quattrocchi"

"Dimmi"

"Parlami, dimmi qualcosa, sono stanco del silenzio, tanto c'è comunque rumore"

"Oh beh, di cosa vorresti parlare?"

"Non lo so, qualsiasi cosa, qualcosa che non mi faccia pensare, qualcosa che mi faccia sentire bene"

"Vuoi parlare di lui?"

"No..."

"Di lei?"

"Non lo so"

"E allora cosa devo fare?"

"Dimmi tutto quello che vuoi, ma non su loro due. Sono entrambi una ferita ancora troppo aperta"

"Domani usciamo"

"E dove andiamo?"

"In un posto, ti piacerà"

"Mh"

Lei si sedette sul divano ed io non ci pensai due volte a mettermi con la testa sulla sua gambe rannicchiandomi e sentendomi finalmente a casa, dopo troppo tempo, vicino a lei.

spazio autrice
ok ok non odiatemi, ci ho messo anni a scriverlo ma in questi giorni sto di nuovo piena di cose da fare. Quindi nulla vorrei aggiornare come aggiornavo prima ma sono sempre occupata. Dopo essermi scusata ed aver terminato anche questo capitolo, posso congedarmi. E niente ho appena scoperto che wattpad mi ha cancellato il 44, posso dire di voler morire. Vedrò di risolvere. Ciau belle persone<3.

NE HO BISOGNO // EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora