Quello che accadrà in questo capitolo sarà parzialmente in contemporanea a quello che è accaduto nel capitolo 27 mentre l'altra metà dei due POV che ci saranno (quello di Mikasa e di Hanji) sarà come hanno passato la notte. (NB: insomma capitolo abbastanza pieno di riflessioni se non per qualche cosa).
MIKASA'S POV
È andato via di nuovo.
L'ho fatto arrabbiare di nuovo.
Possibile io sia brava solo nel farlo arrabbiare?
E pensare che non volevo neanche farlo arrabbiare.
Volevo semplicemente cercare di sviare il discorso ma non ho fatto altro che peggiorare la situazione.
Alla fine non ho neanche mangiato per questo fatto.
Sono le 22:00 e io mi sto rigirando nel letto cercando di dormire per evitare di pensare a come io abbia ferito Eren e a come io non abbia avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti con l'unica persona che mi è rimasta.
AHHHH sono un disastro.
Ormai convinta che non riuscirò a dormire riprendo il mio quadernino dove ho espresso mille volte i miei sentimenti.
Se qualcuno trovasse questo finirebbe male per me.
Ma non perché io non voglia dimostrare i miei sentimenti, non mi cambia nulla quello, il fatto è che non voglio che gli altri sappiano come ferirmi.
Io sono colei che non piange mai davanti agli amici, è successo una volta ma non ricapiterà mai.
Io sarò la spalla su cui far piangere le persone non sarò la persona che piangerà sulla spalla di un altro.
Apro la finestra davanti alla mia scrivania lasciando che l'aria fredda di novembre entri nella mia camera e dopo essermi messa gli auricolari inizio a scrivere sotto le note di "Echo" di Jason Walker, canzone perfetta direi. (ascoltatela è bellissima come canzone)
Inizio a scrivere sul quaderno sotto le note di quella canzone che tanto mi ricorda me.
Ma due frasi della canzone mi colpiscono in pieno.
"Cause my echo, echo is the only voice coming back."
"Perchè il mio eco, eco è l'unica voce che torna indietro."
"Shadow, shadow is the only friend that I have."
"L'ombra, l'ombra è l'unica amica che ho."
Le parole a quella canzone continuano a scorrere sulla pagina.
Ma non sono solo quelle a comparire sul foglio.
Compaiono delle lacrime.
Quelle lacrime che ero riuscita a contenere fin dal principio della lite con Eren adesso scendevano incontrollate lungo le mie guance.
Non faccio altro che ferire le persone.
Non faccio altro che dimostrare indifferenza a tutto quello che mi succede.
Merito di non avere nessuno nella mia vita.
Merito di rimanere da sola.
Ormai non provo neanche a sentirmi meglio, o provo a consolarmi.
Sono così stanca di tutto.
Chiudo la musica e il quadernino e mi stendo di nuovo sul letto.
L'unica cosa che in questo momento vorrei fare è abbracciare Jean.
L'unico che sembra veramente riuscire a capire come mi sento.
Spengo la musica, chiudo la finestra il quaderno e mi stendo sul letto continuando a piangere silenziosamente.
Porto le ginocchia vicino al petto e mi addormento poco dopo con ancora le guance rigate dalle lacrime.
HANJI'S POV
"Dottoressa come sta adesso la ragazza"
"Ha avuto una crisi isterica ma adesso si è addormentata"
"Oh, e fra quanti giorni potrà tornare a casa?"
"Credo tra 1 settimana"
"Oh, e allora posso chiederle il suo numero così la contatto quando si verificherà di nuovo quel che è successo oggi?"
"Mh si va bene, il suo nome?"
"Hitch Dreyse"
"Va bene, questo è il mio numero"
"Allora arrivederci dottoressa Zoe"
"Arrivederci"
Entro in ufficio e mi butto sulla poltrona sospirando.
AHHHH che serata movimentata.
Ormai non ha neanche senso che io torni a casa tanto tra qualche ora dovrei tornare.
Così mi metto al computer leggendo numerosi casi come quelli di Rose, la ragazza che ha avuto una crisi isterica questa sera.
Dopo numerose ricerche trovo un caso simile a quello di Rose è quello di Meredith.
Meredith è una ragazza che ha manie di protagonismo dovute a traumi avvenuti in passato, che ha crisi isteriche dove sarebbe in grado di uccidere qualcuno dalla disperazione ed è molto difficile da contenere.
Ha un carattere molto forte e questo la porta a scontrarsi con molte persone.
Ma è una brava ragazza, ha solo bisogno di essere capita.
Ha bisogno di qualcuno che la sostenga in tutte le sue scelte.
E io sarò qui ad aiutarla.
Qualche giorno fa è stata la prima volta dove ho visto suo fratello che è praticamente corso in ospedale per far sì che quella crisi si placasse.
Erano quasi sempre i genitori a chiedermi aiuto quando la ragazza stava male mentre questa volta è corso lui in ospedale per farla sentire meglio.
Fino a qualche giorno fa non sapevo neanche che Moblit fosse suo fratello.
L'ho conosciuto all'università di medicina quando ho scelto di fare la psichiatra.
Era molto bravo, uno dei migliori, credo abbia preso neurologia come specializzazione dopo aver finito i 6 anni.
Ormai mi rendo conto che si sta facendo mattina così mi rialzo dalla sedia e vado a prendere un caffè.
Sarà una lunga giornata anche questa.

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NE HO BISOGNO // Ereri
Genel Kurgu"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...