EREN'S POV
Lo avevo appena incontrato e sentivo tutto in subbuglio eppure avevo fatto la cosa che più mi veniva naturale, nascondere i miei sentimenti.Tornai a casa e mi buttai sul letto cercando di non pensare né a Levi né a nient'altro.
Il giorno dopo avrei chiamato Yelena per sapere come stava e cercare di spiegarle il motivo della mia partenza.
In ogni caso quella era ancora la mia casa, quella dove lei viveva, ed io a settembre sarei dovuto tornare per continuare l'università.
Volevo tanto fare un viaggio per poter coronare quello che era il sogno di una vita, vedere il resto del mondo nel quale vivevamo che, per quanto agli occhi dell'universo fosse minuscolo, per me sembrava enorme.
...
Mi svegliai il giorno dopo senza neanche il bisogno della sveglia.
Adesso che ero in vacanza non avevo bisogno della sveglia mentre quando stavo in sessione avevo solo voglia di dormire.
Chi lo capiva il mio organismo.
Mi alzai spegnendo il condizionatore che probabilmente aveva acceso Mikasa.
Andai in cucina trovandola intenta a pulire la cucina.
Probabilmente aveva appena finito di preparare la colazione.
"Avanti campione la colazione è pronta"
"La ringrazio di cuore signorina Mikasa"
"Di nulla, è un piacere prepararle la colazione"
Rimase per un po' in silenzio ed io feci la stessa cosa.
Sapevo quello che voleva chiedermi.
"Credo tu sappia cosa voglio chiederti, come mai sei tornato a New York dopo essere partito a Los Angeles?"
"Nulla di che, volevo risolvere la situazione con te e con Levi"
"Oh capisco, sono contenta che tu sia voluto tornare"
"Anche io lo sono"
Ed era vero, ero davvero contento di essere tornato.
Eppure continuavo a sentire una sensazione opprimente su tutto il petto fin da quando ero tornato e la fregatura era che ne sapevo pure il motivo.
Sospirai e lasciai perdere nuovamente tutti quei pensieri che stavano riaffiorando lentamente.
Finii di mangiare e posai i piatti nel lavandino per poi lavarli.
"Eee! Hai capito come funziona il mondo delle faccende domestiche?"
"Purtroppo quando ero a Los Angeles Yelena mi obbligava a lavare i piatti"
"Yelena? Chi è questa Yelena"
"Oh si è una ragazza che ho conosciuto appena arrivato a Los Angeles"
"Capito capito, e siete coinquilini?"
"Mhmh"
La discussione finì e dopo aver finito di lavare i piatti andai in bagno a farmi una doccia veloce.
Quel giorno faceva particolarmente caldo e per quello non avevo intenzione di uscire di casa.
Avrei pulito camera mia anche se mi sembrava la cosa più noiosa da fare.
Finii di farmi la doccia e dopo essermi messo l'accappatoio andai in camera per prendere dei vestiti puliti.
Presi una maglia nera e dei pantaloni corti della tuta del medesimo colore.
Dopo essermi vestito mi buttai sul letto godendomi il fresco dell'aria condizionata che mi arrivava direttamente sul letto.
Restai per un po' a guardare il soffitto e poi presi il computer decidendo di chiamare Yelena, sperando che mi rispondesse.
Entrai su skype e feci partire la chiamata.
Dopo un po' mi rispose con la sua solita espressione seria.
"Ehi Yel"
"Yo"
"Come stai?"
"Come posso stare? Il mio fidanzato o meglio ex fidanzato mi ha lasciato per non si sa quale motivo"
"Ti avevo chiamata per questo"
"Allora parla"
"Sono tornato per parlare con Levi e si lo so che non dovrei perché è stato lui a buttarmi fuori casa ma quello che è successo tra di noi è anche colpa mia"
La sentii sospirare e fare un sorriso piuttosto amareggiato.
"Certo che sei proprio stupido eh, potevi tranquillamente dirmelo che ne avremmo parlato da persone normali. Non avresti dovuto sparire nel nulla"
"Mi dispiace"
"Va beh non fa niente, ora parlami di quest'uomo"
"Non so molto. Avevo sempre voluto aiutare qualcuno e lui aveva davvero bisogno che condividesse con qualcuno quel dolore. Così avevo voluto aiutarlo e sapendo che io e lui fossimo molto simili in alcuni lati avrei preso due piccioni con una fava"
"Mh ho capito. Tu lo ami?"
"Eh?! Che domande così su due piedi"
"Allora? Lo ami?"
"Yel"
"Avanti rispondimi"
"Prima si, ora non lo so più. Principalmente dopo averlo rincontrato"
"Lo hai rincontrato?"
"Ieri, è successo per sbaglio perché gli ho sbattuto contro ma ho sentito una miriade di emozioni diverse dentro di me"
"Sai cosa significa no?"
"NON DIRLO"
"Eren, tu sei ancora innamorato di lui"
Mi accasciai con la schiena sulla sedia girevole che stava davanti alla scrivania.
"Purtroppo lo so, non volevo dirlo per ferirti e per non ammetterlo a me stesso"
"Beh considera che per me è tutto apposto. Sapevo i motivi della tua partenza anche se non me ne avevi parlato direttamente. Mi ha ferito il fatto che tu sia partito e mi abbia lasciato senza dire niente ma va bene così. Sono tua amica ed è obbligo delle amiche aiutare gli amici in difficoltà"
"Grazie...Yel, ti voglio bene"
"Te ne voglio bene anch'io idiota"
E con quelle ultime parole chiusi la chiamata.
Che disordine che c'era nella mia mente.
spazio autrice
EHI! Scusate per l'assenza ma sono partita come avevo detto e non ho trovato il tempo di scrivere a differenza di quello che pensavo. Scusatemi per l'assenza ma ora sono tornata con un capitolo un po' di passaggio a quello che succederà tra poco. Questo "arco" è appena iniziato e ne succederanno delle belle. Spero di non annoiare però. Mi dispiace però informarvi che dopo questo arco la storia dopo qualche capitolo giungerà al termine. Beh però ora torno a scrivere. Ciauu.

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NE HO BISOGNO // Ereri
Ficción General"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...