EREN'S POV
Quel giorno era stato abbastanza strano.Levi era stato molto silenzioso.
Ed ero anche preoccupato, ma ogni volta che ci provavo a parlare lui continuava a rimandare il discorso e diceva che me lo avrebbe detto in seguito.
Molte volte avevo trattenuto la calma ma sapevo che da un momento all'altro avrei sbottato.
Se non fosse stato quel giorno avrei sbottato in un altro momento, in poche parole stavo per avere un crollo di nervi, e non sapevo se avrei pianto, se avrei continuato a stare come stavo in quel periodo o se avrei ricominciato a tagliarmi.
Erano troppi giorni che continuavo a stare male.
Tra la lettera.
Le scoperte sui miei genitori.
Il litigio con mia sorella.
La frequentazione con Levi.
E tutte quelle cose che la mia mente continuava a dirmi.
Paranoie su paranoie.
Alcune non avevano neanche senso, avevo paura che tante di quelle persone avrebbero potuto abbandonarmi.
E quando uscimmo dall'istituto vidi una figura in lontananza che conoscevo troppo bene.
Se fino a quel momento credevo che sarei riuscito a contenere le mie emozioni mi sbagliavo di grosso.
Ricominciavo a sentire quella costante ansia di quando non riuscivo a contenere le mie emozioni.
Sentivo di star per esplodere.
Mia sorella era lì.
E non sapevo cosa volesse fare.
Non sapevo se volesse parlarmi o se era in quel posto solo per caso.
Solo quando mi resi conto che stava salendo verso me e Levi capii.
"Eren, possiamo parlare di quello che è successo l'altra sera?"
"Mikasa no" risposi secco.
Ero stanco di dover continuare a frustrarmi per come stesse se poi alla fine non mi diceva nulla.
"Dai Eren, ti prego"
"Non vedi che sono impegnato adesso, devo andare con Levi a fare dei rapporti a casa nostra"
Levi sgranò leggermente gli occhi a quella parola.
È vero non avevo mai detto che io abitassi con lui e che quella era diventata la mia nuova casa.
"Ma Eren se hai bisogno di parlare con tua sorella vai, io posso aspettare qui"
"Tranquillo andiamo, non ho nulla da dire a Mikasa"
La vidi sospirare, solita cosa che faceva quando reprimeva le emozioni.
Cercai di sentirmi meglio ripensando alla persona di cui mi ero innamorato, alla persona che teneva a me.
Scesi le scale lasciando mia sorella lì quando sentii Levi sussurrare qualcosa a Mikasa.
"Mi dispiace, non so cosa sia successo tra voi due, ma sono sicuro che risolverete tutto"
"Mh grazie, lo spero anche io"
Mi girai di scatto.
"Allora Levi ti sbrighi?" dissi abbastanza irritato.
"Si arrivo eccomi"
Scese le scale e dopo un po' arrivammo a casa.
Entrai a andai direttamente in camera senza dire niente a nessuno.
Ma subito dopo qualcuno bussò alla porta.
"Ehi, sono Levi, posso entrare?"
"Si"
Entrò e si sedette al bordo del letto mettendo una mano sulla mia caviglia.
"Perché non mi dici cos'è successo con tua sorella?"
"Te l'ho già detto cos'è successo"
"Beh mi hai detto solo cosa è successo in generale, non includendo la causa scatenante e perché tu te la sia presa così tanto"
Mi alzai mettendomi seduto sul letto mentre la mano di Levi continuava ad accarezzare la mia caviglia.
"Effettivamente non è successo molto" mentii "è solo che tende sempre a nascondere i suoi sentimenti"
"Beh ma prima mi sembrava volesse dirti come di sentiva, sei tu che l'hai palesemente mandata a fare in culo"
"Lo so, ma non mi avrebbe detto nulla di che"
"Mh se lo dici tu, ma io ti consiglio di riparlarci, magari così riesci a dirle come ti senti tu e come si sente lei"
"Mh si, grazie"
"Prego"
Mi sorrise e quando fece per alzarsi lo fermai.
"R-Resta"
"E cosa dovrei fare?"
"Non lo so, baciarmi...non l'hai ancora fatto oggi"
Si avvicinò a me e mi diede un piccolo e dolce bacio sulle labbra.
Erano giorni che volevo che mi baciasse in questo modo.
Mi sentivo così bisognoso di un bacio.
E quando lo avevo ricevuto risentivo quella sensazione di volere di più.
Di voler essere reso suo.
Sentivo le sue labbra sulle mie.
Il suo corpo che man mano si avvicinava al mio.
Le sue mani che si poggiavano lentamente sulla pelle del mio collo.
Le mie mani che esploravano ogni punto della sua schiena.
Era una sensazione magnifica.
E ne volevo di più.
Ma quando io stavo per approfondire il bacio lui si staccò.
Non sapevo se era per qualcosa che avevo fatto o forse perché non era ancora pronto.
"Adesso va meglio piccolo bambino viziato?"
"Mhmh, adesso si"
"Mh allora io scendo sotto, poi vieni anche tu?"
"Mhmh, rimango un po' qui a riposare e poi scendo"
"D'accordo" sorrise per poi lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte.
Adoravo tutte quelle attenzioni.
Mi sentivo così a casa con lui.
Mi sentivo così bene.
Era tutto perfetto.
Ma sapevo che non sarebbe durata per sempre.

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NE HO BISOGNO // Ereri
General Fiction"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...