*Nel momento in cui Levi è in camera sua a sentire "sollievo" procurandosi dei tagli sulla pelle Eren è a casa sua e sta decidendo cosa portarsi nella nuova casa. Non che avesse molto da portarsi in quella che sarebbe stata la sua nuova dimora ma aveva tanti ricordi. Ricordi che non sapeva se portarsi con lui oppure cercare di dimenticare per evitare di soffrire ulteriormente. Non aveva mai saputo realmente come fare. Era maturato presto. Aveva un modo di pensare totalmente diverso dalle persone della sua età. Del resto aveva solo 19 anni.*
(Scusate se ho fatto un'introduzione molto lunga ma amo scrivere in terza persona come se cercassi di interpretare i personaggi della storia.)
EREN'S POV
Ero a casa.Mikasa aveva deciso di uscire.
Dopo che le avevo detto che avevo intenzione di andare a vivere con qualcuno che effettivamente conoscevo da 1 mese non mi parlava molto.
Neanche io avrei parlato con me sapendo che la nostra famiglia era segnata come da una maledizione dove chiunque si avvicinasse a noi rischiava di morire.
Ma io avevo deciso così.
Se mamma fosse stata ancora viva mi avrebbe rimproverato perché stavo facendo una mossa azzardata.
No Eren non pensare al passato.
L'importante era il presente.
Dovevo imparare ad affrontare i miei problemi e superarli.
Ma in quel momento che ci pensavo c'era un problema di cui sapevo l'esistenza ma che avevo cercato di dimenticare più degli altri.
Cosa provo per Levi Ackerman?
Ok quando stavo con lui sentivo di poter superare tutto quello che la mia vita abbastanza di merda (abbastanza perché pensa che ci siano persone molto più sfortunate di lui) aveva in serbo per me.
Non lo amavo, anche perché come avevo già detto non credevo nell'amore.
Molto probabilmente mi piaceva.
Erano sensazioni contrastanti quelle che provavo.
Una era la felicità.
Quando stavo con lui e quelle poche volte in cui non parlavamo di lavoro ma di cose che accadevano nella vita quotidiana adoravo parlarci.
L'altra era paura.
Si perché Levi mi spaventava.
Principalmente quando mi guardava con uno sguardo diverso dal solito.
Avevo paura di quegli sguardi per 2 semplici motivi.
Il primo era che ho paura che lui potesse ferirmi in qualche modo anche se non era intenzionato a farmi del male, il secondo era che io potessi dire qualcosa a quegli occhi che sembravano troppo stanchi di vivere.
Ok sicuramente mi interessava conoscere meglio Levi, capire perché ormai non esprimeva emozioni capire se provava altri sentimenti oltre alla rabbia, che lo rappresentava la maggior parte delle volte, e tristezza, che riuscivo a notare dal suo sguardo.
Del resto era uguale al mio.
Quello sguardo come per chiedere aiuto.
Come se volesse dire che non ce la fa più a vivere.
Chissà cosa gli era successo.
Doveva scoprirlo in ogni modo.
Doveva farcela.
Del resto provavo già qualcosa per lui.
Stargli vicino avrebbe migliorato la situazione.
Decisi di andare a casa sua, dovevo stargli vicino.
Mi sentivo in dovere di aiutare una persona che aveva passato probabilmente quello che avevo passato io se non di peggio.
Speravo solo lui potesse fidarsi di me.
Scesi le scale del mio condominio di fretta.
Avevo come la sensazione che stesse per succedere qualcosa.
Ero tremendamente in ansia.
Non che fosse una novità per uno come me ma questa volta era veramente incontenibile tanto che andai verso casa di Levi correndo.Quando arrivo suono al campanello ma non risponde nessuno.
C'erano entrambe le macchine.
Che Hanji stesse dormendo e Levi fosse così concentrato che non ha sentito il campanello?
In quel momento venne ad aprirmi Hanji.
"Ehi Eren sei tu, ma cosa ci fai qui alle 14 del pomeriggio?"
Effettivamente cosa ci facevo lì alle 14 del pomeriggio?
Avrei dovuto essere a casa a studiare per l'università e invece ero qui come un ebete sperando che Levi stesse bene e non stesse cercando di suicidarsi.
Ma bingo.
Come una lampadina nel mio cervello dissi la cosa che avrei dovuto fare qualche giorno prima ma non ne avevo avuto l'occasione dato che avevo passato il pomeriggio a parlare con Levi.
"Sono venuto a vedere la camera in cui mi traferirò, vorrei capire cosa posso portare da casa mia e cosa no"
"Allora entra, me ne ero totalmente dimenticata"
Appena entrai un odore strano mi inebriò le narici.
Mi sembrava di averlo già sentito quell'odore.
Poi mi resi conto di conoscerlo.
Era sangue.Per quello mi preoccupai e salii di tutta fretta le scale seguito dallo sguardo confuso di Hanji.
"Eren aspetta quella è la camera di Le-"
La ignorai e bussai ripetutamente alla porta.Sapevo quello che stava succedendo.
Sapevo che stava cercando invano di confortarsi.
Quella lametta avrebbe fatto tutto tranne che confortarlo.
Appena la porta si aprii quello che vidi fu uno scenario orribile.
Levi nel bagno con gli occhi gonfi e i polsi grondanti di sangue mentre continua a ripetere "lasciatemi stare".

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NE HO BISOGNO // Ereri
Narrativa generale"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...