EREN'S POV
Scesi dall'aeroporto e dopo essermi ripreso la valigia dai controlli decisi di tornare a casa mia.La casa di mia sorella.
La casa che mi aveva sempre ospitato quando ne avevo avuto bisogno.
Camminai per un bel po' tra le vie di New York osservandola e notando che dall'ultima volta non era cambiato assolutamente nulla.
Stesse persone.
Stesso tempo.
Stessa routine.
Camminai mentre nelle cuffie avevo "impossible" di James Arthur.
Molte delle parole sembravano fatte apposta per me e lui.
E questa cosa non sapevo se mi facesse male o meno.
Era bello poter sentire quelle parole.
Ma più la ascoltavo e più divenivo consapevole che non potessi avere più speranze con lui.
-And now
E adesso
When all is done there is nothing to say
E ora che tutto è finito non c'è niente da dire
You have gone and so effortlessly
Te ne sei andato e così facilmente
You have won you can go ahead
Hai vinto, puoi andare avanti.-Sospirai leggermente per poi vedere che ero arrivato davanti a casa mia.
Entrai lentamente quasi avessi paura di aprire quel portone e salii le scale.
Quando arrivai davanti a quella porta il mio cuore batteva fin troppo forte.
Sentivo troppe cose nella mia testa.
Ed il mio cuore stava messo anche peggio.
Suonai il campanello ed aspettai che Mikasa venisse ad aprirmi.
Quando vidi la porta aprirsi e Mikasa comparire quasi non mi spuntò un sorriso sincero.
Ero felice di vederla.
Era davvero troppo che non la vedevo ed ero dannatamente felice a vederla con quel sorriso che piano piano continuava ad espandersi sulle sue labbra.
"Allora che fai? Non vieni ad abbracciare il tuo fratellino?"
Non se lo fece ripetere due volte e si buttò tra le mie braccia.
Portai le mani dietro la sua schiena sprofondando con il viso nell'incavo del suo collo.
Mi era mancata.
Si.
Ed anche tanto.
"Pensavo non saresti più ritornato. Ho avuto paura di perderti per sempre"
"Non ti liberi così facilmente di Eren Jaeger dovresti saperlo mia cara. Te l'ho sempre detto che non me ne sarei andato. Avevo solo bisogno di cambiare aria"
"Menomale che sei tornato. Sentivo che da un momento all'altro sarei rimasta per sempre da sola anche se mi ricordavo della tua promessa"
La strinsi di più tra le mie braccia staccandomi poi poco dopo.
"Allora, signorina Jaeger vorrebbe farmi entrare nella sua umile dimora?"
"Oh, beh certo, e non è solo la mia di casa idiota, è sempre stata la nostra casa e lo sarà per sempre, non dimenticarlo mai"
Sorrisi ancora di più a quelle parole prendendo la valigia ed entrando in quella che era di nuovo la mia casa.
Era rimasta la stessa da quando me ne ero andato se non qualche cambio di colore nei suoi mobili.
Mi buttai sul divano guardando la tv che era accesa, di sicuro Mikasa per passare il tempo si era messa a guardare la tv.
"Allora, in vita amorosa come va?"
"Ho conosciuto un ragazzo mentre servivo le medicine un po' di tempo fa, si chiama Jean. È molto gentile con me"
"Oh sono felice, però voglio incontrare questo Jean cosicché se fa male al tuo cuoricino se la dovrà vedere con me"
La vidi arrossire leggermente e capii che avevo preso nel punto giusto.
"Idiota"
"Me lo dicono in tanti che sono idiota sai?"
Ridacchiai leggermente girandomi poi verso di lei per guardarla mentre preparava la cena.
Era tranquilla.
Tanto ed ero felice.
Sembrava che avesse ritrovato la sua tranquillità dopo che avevamo passato quell'orribile periodo nell'inverno dell'anno scorso.
Alla fine eravamo riusciti ad uscirne.
Entrambi eravamo riusciti a sfuggire al dolore e stare di nuovo bene ma a differenza mia lei era riuscita a mantenere quella sensazione di felicità che continuava a provare.
Io stavo diventando pian piano un disastro in tutto ed odiavo quella cosa.
Odiavo tutto di me.
Odiavo di aver allontanato tutto quello che nella mia vita c'era di più felice.
Odiavo che la mia vita avesse assunto una piega così schifosa.
Odiavo cos'ero diventato.
Avevo tutto e da un momento all'altro mi sono ritrovato senza avere più nulla.
Ed era tremendamente fastidiosa come cosa.
Io volevo continuare ad avere tutto ed essere felice.
Eppure ero finito comunque a rovinare tutto quello che toccavo perché era l'unica cosa che ero in grado di fare.
Non sapevo cosa sarebbe potuto succedere nei giorni successivi.
Non sapevo cosa avrei potuto perdere tutto quello che veramente avevo di più caro.
L'unica persona che alla fine era rimasta comunque al mio fianco ed aveva provato ad aiutarmi.
La mia vita sarebbe potuta cambiare nel giro di qualche mese e neanche ci provavo.
Avrei potuto ricominciare a vivere veramente nel giro di qualche anno e neanche ci provavo.
Avrei potuto passare la mia vita nel migliore dei modi e neanche ci provavo.
Ma in quel momento non volevo pensare al futuro.
Volevo solo crogiolarmi nel mio dolore.
Mi girai di lato e mi rimisi a guardare la tv senza prestarle però attenzione.
La guardavo ma in realtà non era così.

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NE HO BISOGNO // Ereri
Aktuelle Literatur"Ogni persona in tutta la Terra ha bisogno di qualcosa. Chi dell'amore chi del dolore. Il titolo di questa storia «NE HO BISOGNO» intende il bisogno di soffocare il dolore psicologico con quello fisico. Tagliarsi porta ad avere dolore fisico dimenti...