XVI.

9.2K 192 6
                                    

"Jade mi stai ascoltando?" mi chiede Cynthia sventolandomi la mano davanti agli occhi.

"S-si scusami, che stavi dicendo?" mormoro riprendendomi.

"Stavo dicendo che tra una decina di giorni è il tuo compleanno, che pensi di fare?"

"Non saprei Cy, a dirla tutta non ho molta voglia di festeggiare" le rispondo non troppo convinta.

"Cosa vuol dire 'non ho molta voglia di festeggiare'?" mi scimmiotta lei.
"Sei forse impazzita? È il tuo ventunesimo compleanno! Alcol, musica, Mike e sottolineo Mike non ti dicono nulla?" continua imperterrita cercando di farmi desistere dall'idea di non fare assolutamente nulla.

"Cosa c'entro io?" chiede curioso Mike sedendosi al tavolo di fianco a me.

Non mi ero nemmeno accorta che si fosse avvicinato.

"Oh perfetto, Mike, ti prego dille che non può non festeggiare il suo ventunesimo compleanno" gli si rivolge Cynthia.

"Cosa? E perché mai?! Scordartelo! Tu festeggerai eccome" risponde Mike guardandomi con aria di sfida.

"Non lo so ragazzi davvero" sbuffo dubbiosa.

"Dai ci divertiremo! Nulla di eccessivo, però festeggiamo" mi prega Cy facendomi gli occhioni dolci.

"Va bene ok, ma decido io cosa fare" affermo.

"No, non ci pensare nemmeno. Conoscendoti finiremmo in un pub chissà dove a berci una dannatissima birra e ascoltare musica anni settanta trasmessa da un jubox vecchio come mio nonno" mi contraddice Cy.
"Ci penso io" conclude.

Ecco, lo sapevo.
Già mi immagino una festa con una cinquantina di persone invitate o più di cui non so nemmeno il nome in uno dei grandi locali sulla costa.
Cy adora fare le cose in grande. Organizza tutto nei minimi dettagli, dal tipo di cocktail che verrà servito al colore delle decorazioni.
Potrebbe fare la wedding planner finita l'università, altro che laurea in ingegneria matematica.

Non sono mai stata un amante delle feste, preferisco passare una serata tranquilla a casa mangiando schifezze e guardandomi un film o una serie tv su netflix.
Raramente partecipo ai party, a meno che Cynthia non mi ci trascini o siano eventi straordinari.

Negli ultimi anni ho sempre festeggiato il mio compleanno con Cy, Aaron e qualche suo amico. Passavamo la serata al Moose, ballavamo, bevevamo e finiva lì. Una cosa semplice.

Non so cosa abbia in mente Cynthia, ma so già che mi pentirò di averle lasciato il permesso di organizzare la serata.
Spero che Mike sia più ragionevole di lei.

***

Sono passati quattro giorni da quando ho dato il via libera a Cynthia per organizzare la serata del mio compleanno.
È lunedì 5 ottobre e manca una settimana alla festa.
Giuro che non la sopporto più.
Manco dovesse organizzare una cerimonia importante.
Ha preparato una lista su tutto ciò che c'è da fare e preparare.
È una ragazza maniacale, tutto deve essere al suo posto. Tutto deve essere rigorosamente perfetto.

È tutto il giorno che non la vedo o la sento, è uscita presto questa mattina perché aveva delle commissioni da sbrigare. Le ho scritto più volte, ma non ho ancora ricevuto nessuna risposta da parte sua.
Sono quasi le sette di sera, così decido di cercarla nell'ala di ingegneria, molto probabilmente sarà concentrata sullo studio e non sentirà il telefono.
Mi avvio verso l'aula dove solamente si ferma dopo le lezioni, ma di lei non c'è traccia. Provo a girovagare per le altre stanze, ma sembra non esserci più nessuno, fin quando non sento delle voci maschili avvicinarsi.
Potrei chiedere a loro se hanno visto Cynthia, così mi risparmierei la ricerca in tutte le aule dell'ala est.
Svolto l'angolo per raggiungere i ragazzi quando all'improvviso mi blocco. Uno di questi è proprio Aaron, se la sta ridendo con alcuni suoi amici e sembra non avermi notato.
Prima che si accorga della mia presenza, mi volto per fuggire, ma quando sto per scomparire del tutto dalla sua vista mi chiama.

"Jade" urla.
"Ragazzi andate pure, arrivo fra pochi minuti, parlo con una persona e vi raggiungo" si rivolge ai suoi amici.

"Merda" sibilo senza farmi sentire.
Mi volto verso di lui e rispondo acida
"Che ci fai qui Aaron? Come mai non sei a qualche festa a divertiti?"

"Io qui ci studio, potrei chiedere a te cosa ci fai nell'ala est" mi stuzzica guardandomi con quel suo sorriso sghembo.

"Non penso siano affari tuoi Aaron, perciò non farmi domande. Me ne stavo andando quindi ti saluto. A mai più" ribatto piccata.

Sto per voltarmi quando Aaron mi blocca afferrandomi per un polso.

"Lasciami subito Aaron" lo strattono cercando di liberarmi.
"Ti ricordo che so difendermi molto bene e ci metterei un secondo a spaccarti il tuo bel nasino con un pugno" lo minaccio.

"Tranquilla tigre, non ho intenzione di toccarti, né ora né mai" risponde guardandomi con aria sprezzante.

Brutto figlio di puttana. Come osa?
Ne parla come se ora gli facessi schifo. Come se non fossimo stati insieme per tre lunghi anni. Come se non gli avessi donato tutta me stessa.

"Non ti preoccupare Aaron, non mi farei toccare da te nemmeno se fossi rimasto l'ultimo uomo sulla faccia della Terra" ribatto stizzita, mentre lo incenerisco con lo sguardo.

"Ho saputo che te la fai con Mike" dice deviando il discorso, come se non avessi nemmeno scalfito un po' la sua aria da strafottente.

"Aaron te lo ripeto, cosa vuoi da me?" chiedo frustrata.

Sono stufa di stare qui a parlare con lui come se niente fosse. Ho bisogno solo di andarmene e non rivederlo mai più.

"Voglio solo sapere se gliel'hai già data o lo stai facendo penare come hai fatto con me quando stavamo insieme" risponde ridacchiando.

Ok, ora ha davvero superato il limite.

"Mi fai schifo Aaron, ancora oggi mi chiedo come io sia potuta stare con un essere così meschino e manipolatore come te" sputo velenosa.

"Bhe, una volta ti piaceva tutto questo" dice indicandosi dalla testa ai piedi. "Mi imploravi di averne sempre di più, non eri mai sazia" ridacchia.

"Vaffanculo Aaron" gli urlo addosso correndo verso l'uscita e sbattendomi la porta alle spalle.

Dio, ma come farò ad andare avanti e dimenticarlo, se me lo ritrovo davanti ogni volta. Come posso scordarmi di lui se puntualmente mi tratta come se non fossimo mai stati insieme, come se non avessimo condiviso nulla, come se mi ripudiasse.

Voglio dire, è stato lui a prendermi in giro, è stato lui che ha fatto finta di amarmi, è stato lui che mi ha tradita.

Lo odio. Lo disprezzo.

Devo assolutamente andare oltre.
Devo fargli vedere che non sto soffrendo per come mi ha trattata, per come mi ha illusa.
Non sono io che rimpiangerò la nostra relazione.
Se ne pentirà e quando lo farà, sarò la spettatrice del suo declino. Mi godrò la sua caduta.

Unicamente TuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora