XXXVII.

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Quando riapro gli occhi constato che è già mattina inoltrata e dei piccoli raggi solari stanno illuminando la stanza, ora non più buia.
Noto con dispiacere che il posto accanto al mio è vuoto e che Blake non è al mio fianco. Mi alzo quindi controvoglia e non volendo rimettere il mio vestito, mi infilo la sua maglia, quella che indossava ieri sera.
Mi arriva circa a metà coscia, forse un po' prima, ma è lunga abbastanza da non dovermi preoccupare di coprirmi ulteriormente.
Il suo profumo mi arriva alle narici e le mie guance si tingono di rosso al pensiero di ciò che è successo la scorsa notte.
Ripenso a tutto ciò che c'è stato tra noi, a come ci siamo amati e desiderati.
Non sono mai stata così bene in tutti questi anni.
Blake mi fa provare mille sensazioni tutte insieme, è come un uragano di emozioni che ti travolge completamente.

Distogliendomi dai miei pensieri, mi prendo qualche secondo per ammirare la sua stanza, dato che ieri non ne ho avuto modo.
È molto spaziosa ed i colori che predominano sono il blu ed il grigio.
L'arredamento è moderno, ma noto che non c'è nulla di personale in questo ambiente, nemmeno una foto.

In una delle quattro pareti erge un enorme letto matrimionale di cui le lenzuola sono di un blu notte e ai lati di esso si trovano due piccoli comodini in legno grigio. Nella seconda parete, quella opposta alla porta, c'è una grande finestra, sotto la quale si presenta un imponente scrivania, sempre di legno grigio ed una sedia girevole.
Sul tavolo da lavoro sono appoggiati una moltitudine di fogli ed una quantità immensurabile di colori.
Rimango per un attimo sorpresa, perché non immaginavo che, come me, Blake fosse appassionato di arte.
Sapevo che frequentava il corso di architettura, ma non credevo che gliene interessasse poi così tanto, ma mi sbagliavo.
Vorrei tanto dare una sbirciatina ai suoi lavori, ma so che, se qualcuno spiasse i miei disegni, mi incazzerei parecchio, perciò volto lo sguardo verso il restante della sua camera.
Al fianco della scrivania, sulla terza parete, si trova una grandissima libreria su cui posso ammirare un centinaio di libri diversi, tra cui Orgoglio e pregiudizio, il piccolo principe o il grande Gatsby.
Un'altra cosa che da Blake non mi sarei mai aspettata, a quanto pare abbiamo più cose in comune di quante pensassi.
Infine, sull'ultima parete, vicino alla porta di ingresso, è posizionato un grande armadio, anche questo interamente di legno grigio.

Esco dalla camera e mi dirigo velocemente verso il bagno, mi do una sistemata e torno poi in cucina per cercare Blake.
Quando sto per varcare la soglia della sala, un invitante odore di pancake mi solletica le narici. Un ampio sorriso si apre sul mio volto quando noto tutte le prelibatezze che sono state poste sul bancone della cucina ed il mio stomaco brontola a quella meravigliosa visione.

Blake impegnato ai fornelli, con indosso solamente un paio di boxer, si gira lentamente verso di me.
Il mio sguardo cade subito sul suo fisico tonico ed asciutto, è come sempre di una bellezza disarmante, anche di mattina sporco di farina e con i capelli arruffati.
Sposto il mio sguardo sul suo viso e noto che è intento a squadrarmi da testa a piedi. Si sofferma maggiormente sulle mie gambe nude, coperte solamente dal leggero tessuto della sua maglia che mi arriva appena sotto le natiche.
Blake lascia perdere i fornelli e con un'unica falcata si posiziona davanti a me.
Il mio corpo freme per la sua presenza ravvicinata. È desideroso di riavere le sue mani addosso e brama le sue attenzioni.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, e non servono parole, siamo entrambi affamati di desiderio e passione.

Blake circonda il mio collo con una mano, attirandomi verso di sé. Le nostre bocche sono a pochissimi millimetri di distanza e basterebbe un leggerissimo spostamento per far si che le le nostre labbra entrino in contatto.

Non voglio più trattenermi, voglio essere libera di sentirlo mio.
Azzero la distanza che separa i nostri corpi, facendo scontrare le nostre bocche in un bacio rude e travolgente.
Mi alzo in punta di piedi per arrivare meglio al suo viso, stringo fra le dita i suoi capelli ricci e mi perdo in un vortice di passione.

Blake poggia entrambe le sue mani appena sotto le mie natiche e mi tira su facendomi così sedere sul gelido bancone della cucina, attento a non far rovesciare quella che dovrebbe essere la nostra colazione, ma che ora è passata nettamente in secondo piano.

Niente di tutto quello che sto provando è razionale, sono come incantata da Blake e non so per quale motivo io non riesca a resistergli.
Mi ero ripromessa che sarei stata lontana dai tipi come lui o come Aaron, mi ero ripromessa che avrei pensato solo a me stessa e a stare bene.
So che è tutto sbagliato, non so se me ne pentirò e non so cosa succederà domani.
Sono troppo annebbiata per poter capire realmente ciò che sto combinando.

Mentre continuiamo a baciarci, sentendo un odore forte e pungente, mi accorgo che qualcosa sta bruciando, o meglio dire sta andando a fuoco.
Mi stacco violentemente da Blake, che preso da ciò che stavamo facendo, non si è minimamente accorto del danno ai fornelli.
Quando entrambi ci giriamo, notiamo che un panno lì vicino ha preso fuoco e che con il passare dei secondi, le fiamme stanno aumentando.
Se non facciamo subito qualcosa, potrebbe prendere fuoco tutto.

"Blake fa qualcosa!" urlo io agitata e spaventata, ma lui non si muove, rimane fermo immobile come se fosse paralizzato. I suoi occhi sono spalancati ed un espressione di puro terrore appare sul suo volto.

Capendo che non si sarebbe mosso, decido di cercare un qualche recipiente che trovo subito nel primo sportello a sinistra e lo riempio di acqua fredda, facendo più velocemente possibile.
Una volta pieno, mi avvicino alle fiamme e ci butto sopra l'acqua spegnendole.
L'odore di fumo pervade la stanza ed una grande chiazza nera si presenta sul ripiano, ormai rovinato.
Ritorno a guardare Blake, che sembra essere immerso nei suoi pensieri, ancora fermo nella stessa pozione.
Mi avvicino cauta e provo a chiamarlo.

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