XXVIII.

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Sono passati tre giorni dall'uscita con Mike e le cose sembrano essere tornate alla normalità.
Ho ripensato molto spesso alle sue parole e sono sempre più covinta di voler ripartire da zero.
So che non sarà per nulla facile, ma voglio farcela.
Lo devo a me stessa. Voglio riprendermi tutto il tempo che ho perso in questi duri anni ed inizierò esattamente da questa sera.

Mio padre è arrivato ieri qui a Los Angeles e per festeggiare il suo arrivo ha voluto organizzare una cena a cui potessi partecipare anche io.
Non ne sono molto convinta, ma so che è la cosa giusta da fare, soprattutto se voglio lasciarmi il passato alle spalle.
Con me ci sarebbe dovuta essere anche Cynthia, ma le hanno spostato un gruppo di studio e quindi non potrà essere presente.
Per questo motivo ho deciso di chiedere a Mike se avesse intenzione di accompagnarmi e ovviamente non si è tirato indietro.
Sa quanto è importante per me e non mi lascerebbe mai da sola ad affrontare mio padre e la sua dolce famigliola.

Arriviamo all'indirizzo datomi da mio padre e di fronte a noi si staglia un'enorme villa bianca in stile moderno e lussuoso, decisamente in stile californiano.
Devo dire che non hanno badato a spese, ma potevo immaginarlo.
I soldi non sono mai mancati alla mia famiglia fortunatamente, il denaro non è mai stato un problema. Entrambi i miei genitori svolgono lavori abbastanza importanti.
Mio padre è titolare di una famosa catena di concessionari, la Baker Corporation, mentre mia madre è una nota profumiera.

Scendiamo dalla macchina e credo di non essere mai stata più nervosa come in questo momento. Mike, accorgendosene, mi prende una mano fra le sue e mi lascia un lieve bacio sulla guancia, cercando di darmi un po' di conforto.
"Sta tranquilla, ci sono io con te" sussurra flebile lui.

"Ok, andiamo" mi faccio forza e mi dirigo dritta verso l'enorme porta di ingresso rossa.

Salgo i pochi scalini della veranda, suono il campanello ed aspetto che qualcuno ci apra, Mike è esattamente alle mie spalle, tiene una mano sul mio fianco destro come a farmi sentire la sua presenza, a ricordarmi che non sono sola.

Dopo pochissimi secondi, per me interminabili, una signora sulla sessantina con grandi occhi scuri e capelli neri perfettamente raccolti in uno chignon, ci accoglie.
Penso sia sudamericana, visto i suoi tratti delicati e la pelle olivastra.
È una donna davvero bella, l'unica pecca a suo sfavore è l'altezza, sarà circa dieci-quindici centimetri meno di me.

"Benvenuta Signorina Jade.
Io sono Rosa, la governante.
Venga suo padre e la Signora Shannon la stanno aspettando" mi rivolge un caloroso sorriso Carol.

"Grazie mille" ringrazio Rosa e prima di entrare mi giro verso Mike che mi fa un accenno con la testa per rassicurami.

Quando entrambi siamo finalmente dentro, rimango sorpresa per la bellezza di questa casa.
La prima cosa che noto è il grande ambiente aperto, composto da una cucina molto ben attrezzata ed una zona living arredata con grandi divani in pelle nera, un televisore ed una grande libreria a muro.
Questo grande ambiente è diviso al centro da un piccolo camino in stile moderno. Le grandi vetrate sostituiscono completamente i muri, mettendo così in contatto diretto l'interno della casa con lo spettacolare esterno della proprietà.

Sulla nostra destra si erge un imponente scala bianca che porterà sicuramente alla zona notte.

Mentre sono immersa nell'osservazione di questa casa bellissima, mi accorgo che davanti a noi si sta avvicinando sempre di più mio padre.

"Ciao tesoro, mi sei mancata moltissimo" dice papà con occhi quasi lucidi per l'emozione.
Sono passati ormai più di sei mesi dall'ultima volta che l'ho visto.

"Ciao papà, anche tu mi sei mancato molto" sussurro in risposta mentre lo abbraccio.

Mi stacco dolcemente dalle braccia di mio padre e prima che possa dire qualcosa mi giro verso Mike, tendo una mano verso di lui e lo avvicino a me.

Mio padre, che fino a prima non si era accorto della sua presenza, troppo distratto dal mio arrivo e dal nostro abbraccio, sembra sorpreso e allo stesso tempo preoccupato nel vedere un nuovo ragazzo affianco a sua figlia.

"Papà lui è Mike, Mike lui è mio padre"

"Buongiorno Signor Baker, piacere di conoscerla. Io sono Mike Anderson, un amico di sua figlia" si presenta tendendogli la mano destra.

Mio padre, all'inizio un po' scettico, guarda dall'alto in basso Mike e con una forte presa, afferra la sua mano.

"Ciao Mike, il piacere è mio, chiamami pure Bruce" sorride lievemente, rimanendo sempre serio ed autoritario.

Ok, pensavo la prendesse peggio, ma non penso gli dispiaccia.
Nonostante le sue continue occhiate scrupolose, Mike sembra stargli un minimo simpatico.

"Papà, prim-" vengo interrotta dal ticchettio dei tacchi sui gradini della grande scala bianca.

Stanno scendono i grandini Shannon e la mia sorellastra Lexa.
Shannon sempre vestita di tutto punto, perfetta come se dovesse presenziare ad una cena di gala. Indossa un abito aderente bianco che le arriva al ginocchio, un paio di tacchi color carne e al collo indossa una collana di perle.
I capelli biondi sempre perfetti sono raccolti in una coda alta ed il rossetto nude sulle labbra le da un'aria più giovanile. Lexa, al contrario di sua madre, indossa un abito nero molto corto ed aderente, che la rende così volgare. Ai piedi porta un paio di tacchi rossi vertiginosi che si abbinano perfettamente alla tinta labbra che indossa. I capelli invece le ricadono mossi sulle spalle.

Guardandole scendere con aria trionfante, la sensazione di disagio inizia a crescere sempre di più in me.
Guardo loro e poi ripenso a come sono vestita io, un semplice pantalone a zampa, una camicetta di raso bianca ed un paio di sneakers.
Forse avrei dovuto indossare anche io qualcosa di più elegante come una gonna, sicuramente non il primo paio di pantaloni trovati nell'armadio.

Mentre scende gli ultimi gradini, Lexa mi lancia una delle sue occhiate derisorie ed io non faccio altro che pensare che questa, sarà davvero una lunghissima serata.

Foto: Lexa Arrington

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