XLIII.

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"Ma quanto ci hai messo?" chiedo a Cy mentre si siede al mio fianco.

"Scusami davvero, ma mi hanno bloccata in aula di economia. Il professore voleva chiarire alcuni punti del mio esame" risponde lei appoggiando sul tavolo un vassoio con un insalata ed una mela, proprio uguale al mio pranzo, penso.

"Non ti ho aspettato per mangiare, stavo morendo di fame" ammetto imbarazzata.

"Tranquilla, ma dimmi, com'è andata la giornata? Hai per caso visto Blake?" domanda nervosa, mentre spilucca qualche foglia di insalata dal suo piatto.

"Non ancora, ma perché mi sembri agitata?" chiedo perplessa osservandola meglio.
Non ha ancora iniziato a mangiare, sta semplicemente giocando con il cibo che ha davanti e non mi guarda nemmeno in faccia.

"Non sono agitata, è che non ho molta fame oggi" sta chiaramente mentendo.

"Dimmi cosa c'è Cynthia, sai che non sopporto quando qualcuno mi mente" replico seria io.

"E va bene" si arrende "Ma promettimi che rimarrai calma e che non farai stupidaggini" mi prega.

"Ok Cy, così mi spaventi però" ribatto più agitata, il cuore sta impazzendo e mille scenari orribili mi si palesano ora davanti agli occhi.

Lei non dice più nulla, si limita ad estrarre il suo telefono dalla borsa e cercare qualcosa in esso.
Ma che sta facendo?

"Mi dispiace" mormora sconsolata ponendomi il suo cellulare fra le mani.

Quando afferro il telefono, noto che la schermata è ferma su un video. Quando premo play ciò che mi si presenta davanti mi fa sbarrare gli occhi di colpo. Una sensazione terribile si impossessa del mio corpo ed i miei occhi diventano subito lucidi.
Non posso crederci.
Come può avermi fatto questo?
Come può averlo fatto dopo tutto ciò che abbiamo passato insieme?

"Di quand'è?" chiedo sperando che mi dica che è un video vecchio, che non è di questi giorni, non dopo che gli ho donato tutta me stessa.

"Sabato sera" sussurra Cy appoggiandomi una mano sulla spalla.

Il mio cuore si spezza nell'esatto momento in cui la mia migliore amica pronuncia queste ultime parole.
Non sento più nulla, tutto intorno a me scompare ed i suoni diventano ovattati.
Se non esco subito di qui, potrei svenire. Ho bisogno d'aria per non crollare a terra.

Mi alzo velocemente dalla sedia, afferro lo zaino al volo e corro spedita verso l'uscita. Tante lacrime amare tentano di scendere, ma non voglio piangere, non voglio dargli la soddisfazione di avermi distrutta in così pochi secondi.
È inutile, quando penso che tutto stia andando finalmente per il verso giusto, mi ritorna tutto contro.

Non starò mai bene.
Non sarò mai capace di essere davvero felice.
E non capisco, non capisco se sia io il problema o se siano le persone che mi circondano.
Come si può essere così crudeli ed egoisti?

Mi ha distrutta.
Blake si è portato via tutto ciò che mi era rimasto.
Come potrò mai fidarmi di qualcuno se ogni volta che apro il mio cuore a qualcuno, questo viene pugnalato?

Non so quanto io rimanga fuori a cercare di riprendere fiato, ma tutto d'un tratto, sento le mie forze venir meno e il buio mi assale.

Cynthia's Pov

Non so come la prenderà, non so se starà bene o se ricadrà ancora in quel periodo buio che l'ha accompagnata per buona parte della sua adolescenza.
Non se lo merita, lei non merita di stare così male. Non merita di essere presa in giro ancora una volta.
Sono tentata di non rivelarle nulla, ma non è giusto nei suoi confronti. Lei deve sapere ciò che è successo ed essere consapevole di quanto stronzo ed egoista sia Blake.
Non posso credere che abbia compiuto un gesto così meschino, non dopo quello che mi ha raccontato Jade.

Quando arrivo in mensa, mi sento terribilmente nervosa. Lei se ne accorge subito e non riesco, anzi non posso nasconderglielo.

Lei è innamorata persa, mai l'ho vista così felice, nemmeno con Aaron.
Quando mi parla di lui le brillano gli occhi.

Quando ha premuto play, ho rivisto le scene di quella festa e stavo male io per lei. Non so come abbia fatto a trattenersi. Io sarei crollata, inerme, sulla sedia.

Era da tempo che non la vedevo così spensierata ed è bastato un solo video di pochi secondi per farla crollare.
Ho visto i suoi occhi, il suo sguardo ed è tutto ciò che più temevo. Sono preoccupata per lei e non so come affronterà questa situazione.

Quando la vedo correre fuori, non ci pensò due volte ad alzarmi e rincorrerla. La trovo in piedi, appoggiata ad una panchina con una mano. È leggermente piegata in avanti e sembra sorreggersi ad essa.
Mi avvicino sempre di più e noto con dispiacere che respira molto male.
Provo a chiamarla ma non mi risponde, il suo respiro è sempre più affannoso ed il suo corpo è fermo e contratto.
È pervasa da brividi e noto che la sua fronte è imperlata di sudore.
I suoi occhi sono spalancanti, terrorizzati. Sto iniziando ad agitarmi anche io e quando capisco finalmente cosa sta succedendo non faccio in tempo ad agire che la vedo accasciarsi a terra.
Non ancora ti prego, non farle passare ancora tutta questa sofferenza.
Mi precipito da lei, cerco in qualche modo di sorreggerle la testa e spaventata urlo a qualcuno lì vicino di chiamare immediatamente un'ambulanza.
Sta avendo nuovamente uno dei suoi  attacchi di panico.

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