Per loro ero l'unica a essere rinchiusa in quella bolla invisibile di diversità.
Ero quella strana, la nemica.
La rivale con doti mai viste.Ma quali erano quelle doti di cui parlavano? Perché mi reputavano una ragazza pericolosa?
«Statele lontane, non si sa cosa potrebbe accadere se solo le rivolgessimo la parola.»
«Ha genitori di cui non bisogna fidarsi. É una famiglia piuttosto... bizzarra.»
I corridoi dell'istituto di Londra straripavano di commenti assurdi, mi entravano in testa come un ronzio fastidioso.
Parlavano di una presenza senza aspetti affini ai loro.
Parlavano di una presenza magica.
Parlavano di una ragazza della loro età.
Parlavano di me.~
«Non fare caso ai loro sciocchi pregiudizi.»
Una voce mi arrivò gentile alle orecchie, la mano candida di quella figura sulla mia spalla.
Anche nelle ore di lezione tutti trovavano interessante parlare della mia persona, piuttosto che ascoltare la spiegazione del docente.
Sbuffavo, annoiata e stanca.
«Loro non sanno come si può sentire una strega.»
Ancora quella voce, dolce e delicata.
Mi girai con le sopracciglia aggrottate, trovando due occhi verdi come erba fresca a fissarmi genuini.
«C-Come fai a dire...»
«Lo sono anch'io.»
Quelle parole uscirono dalle sue labbra come fosse qualcosa di normale, da non sottovalutare.
«Comprendo il tuo fastidio, all'inizio non riuscivo a crederci nemmeno io!»
Prese il libro di testo dallo zaino, un sorriso compiaciuto sul viso, mentre la mia espressione diventava sempre più incredula.
«Diventeremo grandi amiche, ne sono certa!»
~
«Perché non me ne hai mai parlato, mamma?» chiesi una mattina di primavera.
Il ticchettio delle sue posate mi riscosse dal vuoto che mi stringeva il petto.
«Non trovavo il momento giusto per dirtelo, tesoro.» disse, l'attenzione riservata al piatto di pancakes, che le piacevano tanto cucinare. «Io e tuo padre abbiamo tenuto stretto questo segreto da quando sei venuta al mondo.»
«Tutti non fanno altro che parlare di me! Non sopporto questa situazione!» esclamai, aprendo le braccia in segno di resa. «Anzi, non sopporto la scuola in cui mi avete iscritta.»
«Era l'unico modo per toglierci dalla testa quel pensiero, tesoro mio. Vogliamo solo che tu viva una vita normale.»
«Mamma, capisco la vostra preoccupazione, ma come posso vivere una vita che non mi appartiene? Devo essere ciò che sono, nient'altro.»
Il silenzio scese il momento dopo in cui pronunciai quella frase. Poi la donna dai capelli ramati aprí di nuovo bocca.
«Essere una strega é complicato, l'ho provato bene alla tua età. Se un giorno dovesse arrivare quella lettera non so se potrò accettarlo.»
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Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy
FanfictionPuò una lettera cambiare il corso delle tue giornate? Sarebbe consono passare a un'altra vita piuttosto che continuare a viverne un'altra? Valéry Clarise Martinez non sa rispondere a queste eventualità, tuttavia l'idea pare così allettante che potre...