Capitolo 4

1K 45 19
                                    

Ancora, le voci studentesche si sovrastano tra loro; si alzano e si abbassano, toni caldi ed euforici.
Insieme, una dopo l'altra, vicine e distanti.

Piatti scintillanti, posate e calici dorati sono sistemati in fila, ordinatamente posati sui quattro tavoli in rovere tra le pareti della Sala Grande.

Le piccole stelle bianche appaiono luminose, piccoli punti nel cielo incantato sopra le fioche fiammelle delle candele bianche.

Il Preside Albus Silente, in piedi dietro il tavolo dei docenti, esordisce l'inizio del banchetto con un ampio cenno delle mani.

Un sorriso lascia le sue labbra sottili quando prende nuovamente posto sull'alta sedia centrale, accanto alla professoressa McGranitt.

E in quell'istante di attesa, pasti magici e conosciuti spuntano lentamente sopra i piatti, sui grandi vassoi e nei piccoli cestini.

Fuoriescono piano, formandosi ad ogni movimento, come sputati fuori dal legno del tavolo.

Fette di pane nei cestini, patate al forno appena sfornate e fumanti su vassoi dorati; cosce di pollo arrosto, grosse salsicce contornate da strane salse, porridge giallastro, funghi accompagnati da foglie di insalata; bacon abbrustolito, fettine di roast beef e sottili pezzi di pancetta; frutta fresca e secca, caramelle e deliziosi lecca lecca su recipienti di vetro.

Liquidi di bibite magiche riempiono boccette trasparenti dal coperchio a forma di testa di serpente.

Nel buio sereno del primo Settembre, docenti e alunni consumano i propri pasti, prima di essere accompagnati nelle rispettive sale comuni al termine del discorso del vecchio Preside.

*


Assenza di respiri, assenza di voci continue e figure girovaganti per i corridoi.

La notte al castello di Hogwarts riempie ogni parete rocciosa di sette piani di costruzione.

Solamente il rumore sordo del cambiamento delle lunghe scale, portanti ai piani superiori, e il ticchettio delle suole delle mie scarpe risuona nell'aria vuota.

«Se solo mi avessero aspettata!» sussurro frastornata, la fioca luce delle torce accompagna il mio cammino.

Poso i piedi sui gradini di pietra di una della tante scale, prima che questa possa spostarsi improvvisamente con un rombo sordo.

Cambia direzione per tre volte.

Poi, annoiata dai suoi spostamenti, salto su un piano poco polveroso appena ne ricevo la possibilità.

Quadri di differenti dimensioni sono appesi sull'alto muro di quel piano, la gente dipinta dorme tranquilla, compiendo respiri leggeri.

Tranne un quadro di loro, dalla massiccia cornice dorata, riesce a tenere aperti entrambi gli occhi.

Un quadro posizionato proprio dinanzi il mio viso.

Una donna robusta, dai fianchi e seno prosperoso. Il volto rotondo assume un espressione sonnolenta, piccoli occhi chiari tentano di restare aperti, tentati però da improvvisi sbadigli provenienti dalla turgida bocca a cuore.

I suoi capelli castani poco visibili per via del buio circostante, sistemati ai lati delle orecchie con due chignon di treccine.

La Signora Grassa, sorvegliante della Sala Comune di Grifondoro.

«Ehm...» tento, cercando la sua attenzione.

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora