Capitolo 5

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Le verdi tendine coprenti il letto a baldacchino vengono scostate lentamente dalle mie mani deboli. Lo sguardo assonnato cerca di mettere a fuoco il dormitorio femminile, illuminato da una luce flebile e verdastra proveniente dalle profondità del Lago Nero.

Un fugace fruscio crea piccole bolle nell'acqua scura, udibile attraverso la grande finestra utilizzata come parete.

Mentre le mie gambe infreddolite lasciano le calde cortine dai ricami argentati, un sonoro sbadiglio abbandona le mie labbra.

Su una sedia di rovere accanto, pulita e stirata, si trova la divisa di Serpeverde: il verde scuro crea un deciso contrasto all'interno del tessuto nero pece.

Le scarpe, anch'esse scure come l'ebano, possiedono un paio di corti tacchi.
Una camicia bianca piegata, una gonna grigia attillata al bacino, un gilet dai dettagli verdi e un cerchietto appropriato della Casa.
La cravatta verde-argento resta posata su una sciarpa invernale dalle identiche tonalità.

Un secondo fruscio passa per le acque del Lago Nero, i tentacoli del calamaro gigante si intravedono oltre il termine della finestra.

«Primo giorno scolastico!» esordisce una voce.

Pansy Parkinson sistema con veloci tocchi di mano la sua frangia scompigliata.
Alle sue spalle, arazzi cuciti con filo verde rappresentano famosi Serpeverde.

Il suo letto a baldacchino si presenta ordinato e sistemato con cura, le tendine dai larghi piegamenti scostate.

Un secondo letto, posizionato a sinistra del precedente, pare senza alcun propietario.

«Astoria sembrava impaziente di arrivare in Sala Grande.» continua Pansy, le braccia sistemate lungo i fianchi. «Non comprendo ancora il motivo!»

«Probabilmente, l'idea di condividere il dormitorio con una mezzosangue la porta a dover evitare la mia presenza.» commento con la voce impastata dal sonno, mentre il tessuto della divisa copre il mio corpo.

La corvina sospira: «Sarà solo questione di tempo... anche se dubito che il suo carattere cambierà.»

Lego la cravatta verde-argento al mio collo con delicatezza, lo sguardo fisso su un punto indefinito della stanza.

«Se il sangue puro non scorre nelle vene delle persone che le stanno accanto, ritiene inutile la loro esistenza.» il suo discorso prosegue, quando recupera qualche libro di testo dal grosso baule ai piedi del baldacchino.

Questi vengono riposti all'interno di una borsa a tracolla color nocciola.

«Qualche tempo fa, perfino la mia testa farneticava su questi ragionamenti.» prende il peso della borsa sulla spalla destra. «Eppure, tutt'oggi evito di pensare a certe sciocchezze. A patto che costui sia Serpeverde.» ridacchia.

«Perciò... se un ragazzo fosse mezzosangue, o un Nato Babbano, e provenisse da un'altra Casa, prenderesti in considerazione i pensieri di Astoria!» confusa, la borsa a tracolla viene poggiata sopra la mia spalla.

I capelli bruni scendono lisci dietro la schiena, toccando il lungo cappuccio della divisa.
La cravatta legata con precisione, la camicia bianca abbottonata, la gonna stretta ai fianchi e le calze grigie alte dentro le scarpe scolastiche.

«Temo proprio di sì!» risponde lei, aprendo la porta in rovere del dormitorio.

*

Le dorate porte della Sala Grande rimangono spalancate, studenti prendono a camminare lungo il passaggio dei quattro tavoli, per partecipare alla colazione della settimana.

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora