Capitolo 15

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Cammino per i corridoi con il mio libro di Teoria della Magia appoggiato al petto.

Il sole splende ancora nel cielo, ma la mia attenzione viene prestata a due figure sedute in una panca interna della scuola, attaccata letteralmente alla parete giallastra del corridoio.

I miei occhi iniziamo ad inumidirsi, il mio naso a pizzicare, e senza farlo apposta il mio libro scolastico cade a terra appena lascio la presa.

George Weasley ha le labbra incollate a quelle di un'altra ragazza dalla divisa nera e rosso intenso, appartenente a Grifondoro, mentre questa gli cinge il viso con entrambe le mani.

«Stai scherzando, George?!» esclamo irritata, quasi urlando.

Il ragazzo, si gira di scatto, non essendosi accorto della mia presenza a poca distanza da lui.
L'unica cosa che fa, é fissarmi soltanto.
Come se dai suoi occhi capissi la risposta a quella situazione.

«Bene... ho capito.» concludo con le lacrime agli occhi, iniziando a camminare nella direzione opposta in cui stavo andando.

Tenendo lo sguardo basso e sopraffatta dal dolore, vado a sbattere contro un corpo possente al sol contatto.

«Ti avevo avvertito, mezzosangue.» dice una voce alquanto familiare alle mie orecchie.

«Ti prego, Malfoy. Non é il momento di rimproverarmi. Spostati, per favore.» rispondo chiudendo gli occhi per un secondo.

«Non ci penso neanche.» dice interrompendo nuovamente il mio cammino. «Ma non capisci?» mi chiede prendendo le mie mani.

«Cosa, Malfoy? Cosa dovrei capire?» chiedo a mia volta, più confusa di quanto fossi prima.

«Tu sei l'unica che mi capisce davvero, mezzosangue.» inizia guardandomi intensamente negli occhi.

«E credimi se ti dico che ti amo più della mia stessa vita, anche se non lo accetti.» continua accarezzandomi la guancia con la sua mano gelida.

«Voglio stare con te, Malfoy.» sussurro avvicinandomi al suo viso.

-

Mi sveglio di colpo, con la fronte totalmente sudata, le mani tremanti e il fiato affannoso.
Ogni centimetro del mio corpo trema.
Ogni arteria e piccolo capillare.

«É stato solo un incubo, Valery.» borbotto tra me e me, cercando di convincermi.

«Solo un brutto incubo.» ripeto facendo un respiro di sollievo.

Faccio vagare il mio sguardo verso il mio polso per poter controllare il mio orologio, ma appena poso lo sguardo in quel punto, mi accorgo che non lo indosso minimamente; inizio ad andare nel panico, come se tutte le cose si stessero voltando contro di me, fino a che i miei occhi scrutano il piccolo cassetto di fianco al mio letto a baldacchino, munito del mio orologio da polso e da un pezzo di pergamena candida.

Recupero quel pezzo di carta lentamente, leggendo, con gli occhi assonnati, il contenuto.

Cara Valery,
quando troverai questa lettera, probabilmente ti sarai svegliata dal tuo sonnellino pomeridiano.
Volevo svegliarti, ma allo stesso tempo lasciarti riposare; perciò ho scelto la seconda opzione.
Non uccidermi se ti dico che... la cena sta per iniziare, e io, molto probabilmente, sarò già lì appena poserai gli occhi su questo foglio di pergamena.

Ci vediamo lì amica mia!
Scusami se non ti ho avvisato...

Sofia

Ripiego la sua lettera con un sorriso divertito stampato in faccia, e con passo lento esco dalla mia stanza di dormitorio, chiudendo perfettamente la porta.

***


«Forza, mangia qualcosa.» mi incita Pansy Parkinson, seduta al mio fianco in Sala Grande, appena il cibo si materializza sui nostri piatti.

«Non ne ho voglia.» rispondo, con la mano destra appoggiata sotto al mento, completamente sfinita dalla giornata.

«E di cosa avresti voglia, mezzosangue?» mi chiede Draco Malfoy, seduto dinanzi a me, sfortunatamente.

«Di certo, non lo direi a te se avrei voglia di qualcosa, Malfoy.» sputo acida, socchiudendo gli occhi verso il suo volto.

«Pff, come se io ti avessi fatto qualcosa.» sussurra in un tono abbastanza udibile alle mie orecchie.

Alla fine della cena, anche questa volta abbastanza noiosa, la giovane ragazza dai capelli dorati mi prende il polso sinistro prima che io possa varcare la soglia della nostra sala comune.

«Cosa ti succede oggi?» chiede con un tono di voce preoccupato.

«Nulla, sono solamente stanca.» rispondo passandomi una mano tra i capelli.

«So che stai mentendo, ti conosco, Valery.» ribatte subito dopo.

«E va bene... in realtà c'è qualcosa.» esclamo quasi in un sussurro.

«É una cosa importante?» chiede in uno stato confusionario.

«Si... ma non voglio dirtela qui!» rispondo guardandomi continuamente attorno.

Prendo il suo braccio e oltrepasso la porta circolare della nostra sala comune, per poi salire frettolosamente le scale a chiocciola del dormitorio femminile e portandola, infine, all'interno della nostra rispettiva stanza.

«Ho fatto uno strano sogno e, sinceramente, sono molto preoccupata.» dico guardando il pavimento della stanza.

«Di cosa si tratta?» domanda lei, curiosa e interessata alla mia situazione.

A partire dall'inizio, le racconto ogni minimo dettaglio di quello strambo sogno, o meglio, incubo.

«Oh per Salazar!» commenta mettendo una mano davanti alla bocca.

«Vedi Valery, ovviamente non ti sto dicendo questo per farti preoccupare. Ma, a volte i sogni... possono essere delle previsioni.» spiega dopo attimi di esitazione.

Rimango lì, immobile, dinanzi alla mia migliore amica.
Il mio cuore sembra smettere di battere regolarmente e la mia espressione non cambia, continuando a restare totalmente seria e indifferente.

E se avesse ragione? E se questo "incubo" fosse una previsione e si realizzasse? ...

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora