Capitolo 33

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Dopo aver fatto un incubo tutta la notte la mia testa é letteralmente scoppiata, perciò non ho fatto altro che alzarmi velocemente, notando come la mia stanza di dormitorio é completamente vuota.
Certo, sono consapevole di aver lasciato da sola la mia migliore amica, e sicuramente avrà dormito da tutt'altra parte al posto di appisolarsi nel suo rispettivo letto, ma preferivo stare da sola con i miei pensieri.

Se c'era una cosa che mi dava fastidio dai vecchi tempi, era prendersi gioco di me in malo modo, anche con piccoli gesti.

Così, invece di stare a letto tutto il giorno, decido di fare un piccolo passo e di iniziare a rendere il mio abbigliamento migliore rispetto a quello da dormigliona notturna.

Nei periodi peggiori non amo affatto vestirmi in modo raffinato, anche perché sarebbe solamente uno spreco di tempo scegliere un vestito elegante e pochi secondi dopo sembrare un bradipo in preda a una crisi di depressione.

Ma tuttavia la divisa scolastica mi salva maledettamente, come ogni giorno del mio percorso a Hogwarts.

Per questo esatto motivo, indosso frettolosamente quello stesso indumento, lasciando i capelli sciolti e accompagnandoli da uno stupendo cerchietto verde scuro dalle righe argentate, quasi identico allo stile della cravatta.

Alla mia uscita in scena giù per le scale del dormitorio femminile, intravedo la figura della mia compagna di stanza rannicchiata su sé stessa sul divano in pelle nera della sala comune. Ha dormito tutta la notte in quel posto completamente freddo, perché sapeva benissimo che quando mi capitano questi momenti di crisi voglio stare da sola, perciò non ha voluto disturbarmi.

Malgrado ciò, mi sento veramente in colpa adesso, sia per averla trattata in quel modo e sia per non averla lasciata dormire in camera sua. Ma cosa mi diceva la testa?

Tralasciando il fatto di essere stata assente anche per lei, dato che le migliori amiche si aiutano a vicenda, il suo esile corpo inizia a muoversi e a stiracchiarsi apertamente, mentre mi avvicino lentamente al divano in cui é sistemata.

«Finalmente ti sei fatta viva, Valery.» dice con la voce impastata dal sonno e gli occhi mezzi aperti.

«Scusami tanto, ma non me la sentivo di stare in compagnia.» rispondo con sguardo colpevole, mentre lei mette a sedere comodamente.

«Tranquilla, ormai ti conosco bene. Può capitare di prendere queste decisioni.» mi rincuora con un tono di voce dolce, proprio come sa fare lei. «E comunque, sono contenta che ti sei ripresa.»

«Credo che da oggi starò lontano dalle persone di cui non mi posso fidare.» affermo tutto d'un fiato.

Insomma, perché avrei dovuto star male per delle persone che non meritano nemmeno il mio affetto?

«Dici che abbiamo perso la colazione?» chiedo dopo secondi di silenzio.

«Si, e dobbiamo sbrigarci ad andare a lezione di Trasfigurazione.» risponde guardando il suo orologio da polso.

Spalanco gli occhi al suono di quelle parole, tanto da prendere per mano la mia migliore amica e di iniziare a correre verso l'aula della professoressa.
Appena entriamo nell'enorme aula, tutti i volti degli studenti mi fissano curiosi, come se in quel momento non si aspettassero di trovarmi lì, in piedi e in gran forma.

«Vieni, andiamo a sederci.» bisbiglia Sofia al mio orecchio sinistro.

Ci sediamo una di fianco all'altra, mentre noto la faccia di Draco Malfoy che si illumina con un sorriso a trentadue denti.
Dopo quello che mi ha fatto, ha ancora il coraggio di guardarmi?

La professoressa inizia la sua lezione, e quando finisce di riferirci le ultime frasi, prendo i miei libri con molta velocità, sperando solamente che non mi fermi nessuno.
Ma ovviamente, appena esco dai corridoi, qualcuno mi prende il polso con forza, facendomi voltare alla velocità della luce.

«Lasciami, Malfoy. Togli le tue manaccie dal mio polso.» dico provando a divincolarmi.

«No, devo parlarti.» risponde cercando il mio sguardo.

«Ho detto che non mi devi dare nessuna spiegazione! I miei occhi hanno visto tutto e sono più che certa di quello che hai fatto.» ribatto con rabbia.

«Si, ma non sai quello che é successo veramente.» afferma subito dopo usando il mio stesso tono di voce.

«Senti, vuoi sapere una cosa?» chiedo guardandolo dritto negli occhi.

«Cosa?» risponde voglioso di saperne di più.

«Trovo che il tuo comportamento sia veramente vomitevole, specialmente quello della tua amichetta Parkinson, che fino a pochi giorni fa credevo fosse mia amica.» spiego togliendo il mio polso dalla sua presa.

«E con questo cosa vorresti fare?» mi chiede alzando un sopracciglio.

«Oh, ti sbagli, caro mio. Io non devo fare assolutamente niente.» rispondo sfoggiando una smorfia.

«Piuttosto, dovresti fare tu qualcosa.» continuo in tono spregevole.

«Ovvero?» chiede sfidandomi.

«Dimenticami, Malfoy.» concludo indietreggiando, per poter raggiungere la sala da pranzo.

Solitamente sarei stata io la persona che avrebbe dovuto restarci male per il comportamento del biondo Serpeverde, ma questa volta non ho intenzione di fare quella che ha sempre ogni motivazione per piangere.
Quando varco la soglia della Sala Grande, mi siedo di fianco a Sofia, che é già in vena di addentare qualche prelibatezza dal suo piatto.

«Insomma, non ha neanche il coraggio di farsi vedere.» dico riferendomi a Pansy, subito dopo che ingoio un pezzo di carne.

«In effetti...» risponde la ragazza dai capelli dorati, continuando a mangiare.

Intanto Draco... :

Il comportamento di quella ragazza continua a rivelarsi ogni giorno più strano. Sono consapevole di ciò che ha provato, e a dirla tutta non voglio essere la causa dei suoi rimpianti.

Perché doveva succedere proprio a me? Stavo riuscendo a farmi accettare da lei, questa volta nel bene. Finalmente, stavo riuscendo a raggiungere il mio scopo, che avrei tanto voluto accadesse fin dall'inizio.

Ma effettivamente, non ci si può mai aspettare le conseguenze del futuro.

Ho paura di dover andare in Sala Grande solamente per mangiare. Paura di rivedere i suoi occhi profondi, che ogni volta mi fanno perdere la testa in qualunque situazione mi trovi.

«Draco!» esordisce una voce alle mie spalle, correndo rapidamente verso di me.

Mi giro di scatto e vedo Pansy Parkinson dinanzi a me, a poca distanza dal mio corpo.

«Vattene, non voglio vederti.» rispondo iniziando a girarmi.

«Dí la verità, ti é piaciuto il nostro bacio.» dice prendendo il mio polso per farmi girare di nuovo verso di lei.

Prendo i suoi fianchi con forza e la sbatto al muro guardandola con occhi iniettati di sangue, come se da un momento all'altro potrei ucciderla con le mie stesse mani.

«Non provocarmi, Parkinson.» dico a denti stretti con occhi vispi.

«Sicuro di sapere con chi stai parlando?» mi chiede all'improvviso.

I lineamenti del suo viso si fanno più sottili e ovali, dopodiché i capelli iniziano a scolorirsi e ad allungarsi velocemente, diventando di un color cioccolato intenso.
La sua pelle si dipinge di un rosa più scuro rispetto a quello precedente, mentre i suoi occhi si trasformano in qualcosa di ipnotico.

«Tu?!» grido incredulo.

Annoyed Grey Eyes | Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora