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Jordan

Ho visto nei suoi occhi il bagliore delle bugie e il dolore pungente della verità. Ho sempre insistito nell'essere il cattivo della storia e non l'eroe, non sono mai stato un menzognere. Sono consapevole di aver creato un foro nella diga che la proteggeva dall'acqua, annegherà se non verrà salvata ma questo non sembra essere un mio dovere. Suo padre dovrebbe preservare gli unici affetti che le rimangono, lui dovrebbe essere l'unico a rassicurarla. Altea è stata ciò che di più reale ho visto negli ultimi anni, una Donna a tutti gli effetti. Umana, priva dall'essere oggetto di qualcuno ma schiava di sé stessa. Controllo l'ora sull'orologio da polso e mi dirigo in cucina per ingerire qualcosa, tra pochi instanti Tyron attraverserà la porta di casa mia. Ho dato libero accesso al fronte, sembra che El Diablo abbia deciso di concedersi una piccola vacanza. Ho bisogno di intascare molto di più, l'ultimo carico è stato un dissesto. Metà della merce è andata persa, non abbiamo guadagnato abbastanza da garantire una piccola cifra per il clan. Sistemo i pantaloni lungo le gambe mentre la porta viene aperta con impeto, il viso adirato del mio amico fa ingresso in cucina.
«Cosa cazzo ti è passato per il cervello?» sbraita, stravaccandosi sul divano. In mancanza di problemi di cui occuparmi, rido sonoramente. «Ciao Tyron, mi sei mancato anche tu. Come stai?» ironizzo.
«Non scherzare J. El Diablo non lo farà se scoprirà tutto ciò che stai tramando alle sue spalle».
Tyron ha un carattere totalmente diverso da Travis, oserei dire molto più pessimista e meno gradasso. È educato, silenzioso, introverso. Simile a me in alcune sfumature del suo carattere. Quando ho iniziato a conoscerlo meglio ho capito subito che sarebbe stato uno degli uomini più fedeli dei Los Salvadores ma anche il mio più grande amico. Ho commesso omicidi sotto il suo sguardo attento, ha protetto le mie spalle con le sue e mi ha sorretto quando ne avevo più bisogno. Undici anni di rispetto, assiduità e profonda lealtà. Non ho mai dubitato di lui e lui non ha mai dubitato di me, siamo legati da trascorsi e situazioni in cui entrambi potevamo rinunciare l'un l'altro e non l'abbiamo fatto.

«Allora sarò il solo a ridere» alzo le spalle, inserisco una mano nel sacchetto dei biscotti e ne offro uno al mio amico troppo turbato. Lo rifiuta solo perché ha già adocchiato il succo ai lamponi nel frigo.
 «Sono molto preoccupato Jordan, questo tuo piano non andrà a buon fine. Skip vuole abbandonare, non ha più soldi e i bambini sono troppo piccoli per crescere senza un padre. Bullet e i gemelli stanno cercando una trattativa con sua moglie, ma sembra tutto inutile» il mio sguardo resta fisso sul tavolo di legno, mastico lentamente per assimilare le nuove informazioni. Skip è un membro dei Los Intermedios e non ho mai considerato una sua rinuncia in tutti questi anni, mio padre avrebbe sicuramente ammonito sia Bullet che i gemelli per la loro intromissione.
Skip è libero di fare ciò che crede sia giusto per la famiglia, subendo però le conseguenze.
«Non possiamo ucciderlo» dice.
Sfrego la fronte con il dorso della mano e mi dirigo verso la camera da letto, afferro una t-shirt nera dal cassettone e la indosso.
«Chiama Travis, riunione immediata al Confine» vorrebbe replicare ma non ho tempo di restare ad ascoltare le sue stupide parole, ho questioni più urgenti da risolvere. Indosso il giubbotto di pelle ed aggiungo anche una sciarpa per il freddo pungente, tiro su col naso. «Dovresti prendere qualcosa, gli sponsor non ammettono raffreddori sullo square» suggerisce.
«Nemmeno mammine con aspirine e acqua» lo prendo in giro, non sarà un'influenza a fermarmi. Si accomoda sul sedile del passeggero e mi intima di guidare con entrambe le mani sul volante.
Questa situazione susciterebbe una sonora risata a chiunque. El Salvadores che obbedisce alle raccomandazioni del suo migliore amico in preda alla sindrome da crocerossina, sarebbe troppo anche per Trav. Depongo i palmi pressati ai lati del manubrio, ogni tanto mi concedo una pausa riponendo le dita in tasca sotto lo sguardo terrorizzato di Ty. Fermo l'auto nel grande piazzale: il tetto del capanno pende sul davanti, il cancello in ferro si è ormai deteriorato per i continui acquazzoni. Nessuno potrebbe chiamare questo posto casa, per me lo è. Le auto di alcuni di loro sono parcheggiate sul retro, il primo ad uscire è proprio il biondo dalla pelle lattea.
«Amico sai che questo ti costerà una serata gratis per me al night club? Quella mora era madre natura, il paradiso fatto persona» con occhi sognanti e le palle piene Travis ci fa strada all'interno del nascondiglio. Sembrano esserci tutti, Damon compreso.
«Bentornati, scusate per aver posto fine alle vostre attività di oggi» guardo di sbieco il volto divertito di Ryan.
«Non vi avrei fatti chiamare se la faccenda non fosse stata urgente, non voglio dilungarmi troppo: Skip vuole rinunciare al suo posto fra noi» punto il dito in direzione del soggetto che con faccia allarmata, resta in silenzio.
«Non ci posso credere sul serio Skip?» chiede Robbie, uno dei membri più vecchi. È sposato con Abby dal 1962. Ezra, suo figlio, è uno dei Los Jòvenes più affidabili che abbia mai avuto al mio fianco. Cerco di scorgere il suo corpo tra la massa di uomini: il cappellino dei Bulls roteato con la visiera a toccargli il retro del collo, la canotta bianca, i calzoni larghi sui fianchi e i tatuaggi sul viso. Ha diciannove anni ma potrebbe dimostrarne almeno dieci in più.
«Noi abbiamo cercato di fargli cambiare idea» Reggie sovrasta di qualche centimetro suo fratello gemello, fatico a distinguerli quando sono troppo vicini. L'unico a non aver espresso alcun parere è Bullet, seduto in prima fila con un sigaro tra le labbra. Frank, qualche metro distante, ha gli occhi fuori dalle orbite. La notizia ha sconvolto tutti. «Dobbiamo ucciderlo, sono le regole» la voce roca di Damon sovrasta quella di Gareth.
Per la prima volta devo ammettere la veridicità delle sue parole, per quanto mi duole ammetterlo: Damon ha ragione.
Nessuno ha mai abbandonato i Los Salvadores, l'unica via d'uscita è la morte. Annuisco, suscitando versi di stupore da parte di tutti. «Rifletti, davvero vuoi strappare a quei bambini la gioia di avere un padre? Jordan non avrebbe accettato».
«El Salvadores l'avrebbe già condannato, non posso mettere in pericolo tutti» scendo dalla sedia ed estraggo una birra dal frigo.
Non posso permettere che riporti tutto agli sbirri, verrà giustiziato per aver collaborato con associazioni. Mi avvicino a Colten per estrarre una sentenza dalle sue perle di saggezza.
«Salvatore non puoi cercare di fuggire dalle responsabilità, quando Skip ha stipulato il patto era già a conoscenza di cosa sarebbe successo dopo» acconsento, sospirando. Il corpo di Skip viene portato, strascinato, lungo il terriccio bagnato. Si dimena, supplica di essere risparmiato per sua moglie e i suoi figli. Viene scaraventato al centro del cerchio, la Glock nelle mie mani non è mai stata così opprimente. È un fardello troppo grande per non essere abbattuto. Giustifico il gesto, ripetendo che sto facendo tutto questo per proteggere il resto dei compagni e delle loro famiglie.
«Shane Milton sei stato devoto al giuramento, hai rispettato me e i tuoi compagni fino alla fine, che qualunque sia il posto in cui andrai possa essere all'altezza dell'uomo che sei stato. Que el cielo o el infierno te reciban en sus brazos» il colpo di pistola risuona come un boato, forte e deciso.
I lamenti di tutti rendono più drammatica l'atmosfera.
Il corpo di Skip è inerme, non respira più.
Il proiettile dritto nel cranio e gli occhi spalancati, li serro con un gesto veloce delle dita e gli sussurro la solita frase di rito:
«Espero que Dios me pueda perdonar por harcelo sentir de ese modo».
Potrei mentire dicendo che questa è la prima volta che perdiamo qualcuno in questo modo ma sarebbe falso, tanti come lui hanno scelto di fuggire. Aiuto le loro famiglie con lo stesso denaro con cui sostengo la piccola Isa e Danika, soldi degli sponsor puliti e profumati. Ordino con il capo di ripulire tutto mentre mi dirigo con passo spedito verso l'auto, non sono in vena di poter continuare a parlare con gli altri. Tyron capisce perfettamente il mio stato d'animo, comunica di tornare sul fronte per svolgere i compiti assegnati. Uccidere il nemico è facile: sei spinto dalla rabbia e dal bisogno di vendetta. Uccidere uno dei tuoi fa male come un gancio inaspettato. Perdere un padre, un amico e un fratello è il dolore più atroce. Proteggo il viso con il gomito, la testa mi pulsa per lo sforzo. Devo distrarmi, ho bisogno di bere.

#spazioautrice
Ciao a tutti,come state?
Io molto bene.Questa volta ho cercato di aggiornare più in fretta possibile per non lasciarvi in sospeso.Jordan ha ucciso Skip.Secondo voi voleva farlo davvero?Vi sta piacendo come sta proseguendo la trama?Per ulteriori aggiornamenti seguitemi su ig:_fatimaonwattpad
Un bacio,Fatima.❤

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora