L'amore è un bellissimo fiore, ma bisogna
avere il coraggio di coglierlo
sull'orlo di un precipizio.Jordan
Reclino il capo sulla tastiera del letto, il cuscino schiacciato sotto i reni e le dita impresse sulla sua nuca. Le ciocche scure solleticano l'ombelico, disegna cerchi irregolari e traccia le linee dei tatuaggi. Impercettibile come il tocco di un animaletto. I seni nudi premuti sulle costole, la catenina fredda pendente sulle clavicole. Corpi intricati come piante rampicanti, sudaticci e colmi di un sentimento nuovo. Osservo il soffitto, la luce della luna filtra attraverso le tendine colorate e cade sulle lenzuola bianche.
«Non credo di essere all'altezza delle tue aspettative» china il capo sulle dita intrecciate, sospira pesantemente.
«Sono taciturna, inespressiva...» parla con calma, non smette di disegnare con la mente sulla mia pelle.
«Poi Danika mi ha aperto gli occhi su un orizzonte nuovo...sul tuo orizzonte. Ho osservato con quale ammirazione i ragazzi imitano le tue gesta e ho compreso, che a te, occorre qualcuno come me» affonda le pozze nelle mie e carezza delicatamente le guancia sinistra.
Per anni ho inseguito le donne, ho cercato quella giusta fra molte ed è sempre stata davanti ai miei occhi, sotto al mio naso.
«Puoi leggermi qualcosa?» reclamo.
«Qualcosa di tuo, scritto da te» suggerisco.
Non ho dimenticato la conversazione in auto, ci ho pensato e ripensato. Perché ha scelto di essere una giornalista? Perché non la scrittrice? Io sempre sognato di divenire un pugile, il pugilato è stata la mia passione più grande. Non ho mai sognato nulla di più grande: le persone che acclamano, l'arena affollata. Il posto in cui posso urlare a squarciagola il dolore, la rabbia e la delusione.
«Posso narrarti un pezzetto del mio libro preferito» striscia come un serpente fuori dal letto, senza veli si alza in punta di piedi accanto alla raccolta di romanzi. Ricerca il più piccolo di tutti e lo estrae con garbo, spolvera con le dita il cartoncino bianco e si stende accanto a me. Sfoglia le pagine rilegate, la copertina rigida facilita la presa. Inverte le posizioni, sono io poggiato su di lei, sguardo rivolto al soffitto e gambe penzolanti fuori dal letto.
«In quel momento apparve la volpe.
''Buon Giorno'' disse.
''Buon Giorno'' rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
''Sono qui'' disse la voce. ''Sotto al melo''
''Chi sei?'' domandò.
''Sono la volpe'' rispose.
''Vieni a giocare con me'' chiese. ''Non sono addomesticata...''
''Ah scusa'' fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: ''Che cosa vuol dire addomesticare?''
''È una cosa molto dimenticata. Vuoi dire creare dei legami...''
''Creare dei legami?'' chiese.
''Certo'' disse la volpe» prende un profondo respiro.Custodisco il momento dentro di me, raccolgo i più piccoli dettagli e ne faccio tesoro. Accenna un sorrisino, nasconde il palmo fra i miei capelli. I polpastrelli raccolgono i pensieri e li scacciano via.
«Disse la volpe.
''Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono che per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarà per te unica al mondo''
''Comincio a capire'' disse il piccolo principe» la voce suona melodiosa, calma e pacifica. Non c'è fretta, non ha fretta di condurmi nella favola.
«Tacque e guardò a lungo il piccolo principe: ''Per favore...addomesticami'' disse.
''Volentieri'' ripose. [...]
''Che bisogna fare?'' domandò il piccolo.
''Bisogna essere molto pazienti'' rispose l'animale [...]
Così il piccolo principe addomesticò la volpe e quando l'ora della partenza fu vicina...Mi stai ascoltando?» schiudo gli occhi e annuisco.
Immerso nelle parole, sommerso nell'illusione di un mondo infantile.
«Continua...» dico severo.
«Disse la volpe.'' Piangerò, la colpa è tua!''
''Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi'' disse il piccolo.
''È vero''
''Ma piangerai!'' esclamò.
''È certo!''
''Ma allora cosa ci guadagni?''
''Ci guadagno'' rispose.
''Il colore del grano'' [...]
''Addio'' disse.
''Addio'' pronunciò la volpe»Il tono si fa più esitante e commosso, la voce bassa e calda.
«Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi»
Brividi percorrono la spina dorsale, tu apprezzi le piccole cose. Ti si legge in faccia che non hai bisogno di oggetti sfarzosi e vestiti griffati per sentirti felice, mi è bastato guardarti la prima volta. Bisognosa di affetto e libertà, evadere e tornare. La mia piccola Curatrice, graffiata e martoriata. Allungo il collo verso l'interno coscia e lo bacio con naturalezza, come se lo facessi da tutta la vita. La barba incolta pizzica la pelle liscia, trasalisce. Mai percepito odore più buono, un composto di vaniglia e gelsomini. Arriccia il naso e le labbra, le gote si colorano di rosso. È imbarazzata, ma come può esserlo dopo quello che abbiamo fatto? Ho appreso ogni centimetro del suo corpo, assaporato e bramato ogni segmento.
«Sei meravigliosa» sussurro.
La voce sexy e le curve piene mi hanno folgorato dal primo istante.
Gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto e le iridi particolari.
D'un tratto cessa di respirare, fissa il muro e proferisce piano.
«Grazie Jay...per quello che hai fatto...» aggrotto le sopracciglia, stranito. Non ho fatto nulla, ti ho scacciato ignaro dei sentimenti che provavo per te.
«Intendo con il cibo e tutto il resto. La Dott. Cooper mi ha riferito di essere parzialmente guarita, non ho bisogno di farmaci per il controllo e gli incubi sono spariti. È merito tuo Jordan, ho capito che è inutile fuggire, inutile nascondersi» proferisce.
Spero che tutto il male inflitto venga alleviato un po' da questo sollievo che sento, mostro le fossette ai lati delle guance e scatto dritto. Appoggio la fronte sulla sua, lascio un bacino sulla bocca e socchiudo gli occhi.
«Sono molto orgoglioso di te» soffio e mordicchio il labbro inferiore.
Ridacchia serena, stringe le spalle.
Non permetterò al dolore di trasformarmi in un duro, non mi farò dominare dall'amarezza.
Non saranno più le parole a definirmi, ma i fatti compiuti.*
«Birra per tutti?» chiedo, estraggo una banconota da cinquanta dal portafogli, sotto lo sguardo ammonitore della mora.
«Tieni il resto» ghigno.
Il ragazzino ringrazia e corre per le scale.
El àngel de la muerte acconsente.
«Sbronziamoci!!» esclama estasiata la bionda, Avril, Avelin, Avaline. Non ricordo il suo nome, ma la forma ovale del viso ricorda quella del fratello.
Altea ci ha presentati alcune ore fa, ho riconosciuto Nat e il suo stile esuberante. Piume colorate gli ornano le spalle e gli avambracci.
«Io domani lavoro, stupida» quest'ultimo fulmina con lo sguardo le lattine e le scosta.
«Tu vorresti ubriacarti ma non puoi...» suggerisce Elide, inchioda le iridi ghiacciate in quelle verdi dell'amico.
«Non dire baggianate, domani non hai qualche incontro sulla violenza sulle donne?» chiede ironico.
Addento un pezzetto di prelibatezza e sorseggio il succo del luppolo. Altea sospira esasperata, sfrega le guance e apre la finestra. Osservo i comportamenti di ognuno di loro, sono scoordinati e poco compatti. Non hanno nulla in comune, eppure aleggia un clima sereno. Ridono e scherzano, si prendono in giro e continuano. Vorrei che Travis fosse qui, si scolerebbe tutti gli alcolici presenti. Mi dirigo verso il terrazzino, i lampioni illuminano le piantine incolte del balconcino accanto. Le auto saettano lungo la strada principale, i monti coprono l'orizzonte. Le stelle nel firmamento luccicano incessanti, alcune sono pronte ad esplodere in una supernova. Appicco il fuoco ad una cicca e aspiro, rifletto sull'andamento degli affari e il macigno preme sullo sterno. Non è il momento adesso, Altea è qui. Nulla potrebbe accadermi, amore è con me.
«Dovresti vedere la guancia di Adriel sporca di pomodoro!!!» esclama. Le spalle vibrano, risplende di una gioia pura e genuina. Ride con impeto, si tiene l'addome con i palmi per lo sforzo.
«Oh Dio! Non mi sono mai divertita così tanto!» s'accascia su di me. Afferro gli avambracci e la isso, cerco di non ispirarle sul viso per preservare la flagranza.
«Ti a-m-o Jay, ti a-mo tanti-ssi-mo» farnetica, la guancia schiacciata contro il collo e la mano davanti alla bocca.
«Altea, non capisco se continui a tenere le mani lì»
«Ti amo Jordan» pronuncia.
Il cuore un po' trema.
Tuttavia questa parola è troppo grande per essere manifestata, nonostante lei mi abbia palesato i sentimenti, il concetto e le possibili frasi sono isolate nella gola e nel cuore.#spazioautrice
Ciao a tutti, come state?
Mi sto riprendendo pian piano, ho avuto delle persone meravigliose accanto che mi hanno sostenuto e supportato. Volevo ringraziare SheisRose07 e bent05 per non avermi lasciata sola.❤
Ringrazio I. per il silenzio condiviso.
E per tutte le ragazze che si sono preoccupate.
Un bacio,Fatima.🦊🦋
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The Boxer's Clan.
ChickLit🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'intera comunità? E se gli accordi con i soci saltassero da un momento all'altro? Tyson Ville non ha mai g...