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Jordan

Guido con entrambe le mani sul volante, la casa di El Diablo non è lontana dal Confine. Sono solo, ma la solitudine non mi spaventa. Ho più paura di me e della reazione che potrei avere quando mi ritroverò con lui. Danika e Isabel sono al sicuro con Travis al Rifugio, Tyron al Confine con i Los Salvadores ed io sono già esausto per l'emicrania che continua a pulsare. Arrivo davanti al grande cancello dove il maggiordomo aspetta con l'ombrello tra le mani, saluto con un cenno veloce della testa e mi dirigo verso l'ingresso dell'enorme villa. Un giorno tutto questo sarà mio, ucciderò chiunque voglia rendermi difficile la conquista. El Diablo sarà il primo a morire, posso giurarlo. Ocèane mi attende seduto al fianco di Leòn.
«Ci siamo tutti adesso» Noah mi rivolge un sorriso formale, seguito a ruota dagli altri. Il vecchio non è ancora arrivato.
Ci siamo solo noi e i suoi scimmioni ammaestrati.
Non era un incontro privato, ci sono tutti i rappresentati delle zone. Sono confuso ma pronto a qualunque tipo di scontro, la maggior parte degli uomini presenti nella stanza hanno la mia età tranne el abuelo. Ho portato con me la Glock che avevo quella sera in cui ho incontrato Altea, vederla ieri è stata una ventata d'aria fresca. Gli occhi dicono cose che il corpo non emette, piombare nella sua vita mi ha fatto capire che anche una famiglia ricca come quella di Henry Mavis può essere infelice. Non è un problema di denaro. La riunione inizia senza avvisare, ci vengono forniti i dati sui vari carichi, fuori la pioggia continua a battere sulle vetrate. A TysonVille non è mai buon tempo se El Salvadores è nei paraggi. Controllo ogni percentuale nella zona, notando che non è stata apportata nessuna modifica rispetto all'ultima volta: il piano ha funzionato. Tyron sarà felice di sapere che abbiamo guadagnato di più senza essere scoperti, la zona del vecchio non è poi così male come vuol far credere.
«Grazie per essere venuti, ultimamente i guadagni nella mia zona sono diminuiti e le percentuali delle vostre zone hanno aiutato sia me che le famiglie che mi sono accanto» è l'entrata in scena più fasulla di tutta la storia.
Sono in patti con lui da cinque anni e non gli è mai importato un cazzo dei suoi uomini e delle loro donne, non ho mai visto uomo più meschino.
«Lèon è come sempre l'unico a cui è concessa una piccola parte del mio territorio, il Confine resta nelle mani del Salvadores ed è tutto come prima» si siede appuntando qualcosa sui fascicoli, scrive velocemente affiancato da mio fratello.
«La polizia non arriverà mai al Confine» ribadisco il concetto, sistemando la cravatta.
«Invece mi è stato detto che alcuni giorni fa c'è stata un soffiata nel ghetto» s'intromette Noah, fissa il viso inespressivo e curato in attesa di un cenno. Gli altri iniziano a mormorare tra di loro, facendo prevalere la voce di Paul.
«Nel gruppo del Salvadores c'è una spia, l'abbiamo visto spesso alla centrale. È un ragazzino con i calzoni larghi, non ricordo il viso ma è sicuramente uno dei tuoi!» serro le labbra in una linea sottile, odio sentirmi sotto accusa. Sapevo che i Los Jòvenes non potevano portarmi altro che guai, mi ero fidato per l'ennesima volta e uno di loro stava mandando a puttane l'intero sistema. Rifletto per qualche secondo sulla prossima mossa da compiere, non posso uccidere subito il colpevole: ho già ucciso Skip. Ho bisogno di tempo per capire chi sia, dopo lo ucciderò a mani nude senza pietà. Non pronuncerò nemmeno il nome di Dio. Lui non vuole andarsene, vuole ingannarci tutti uno ad uno. Non lo permetterò, essere il capo include ad avere responsabilità molto più grandi.
«I Diablos non mi hanno mai arrecato tutte queste problematiche» sostiene El Diablo, i ragazzi si pavoneggiano sorridendo all'intero tavolo. Travis li farebbe a pezzi tutti quanti in un solo secondo. «Salvadores se non ti occupi tu di questo pequeño, lo farà Lèon» propone.
«Non penso che Lèon possa avere gli elementi adatti per ucciderlo, stiamo parlando di un ragazzino dei Los Salvadores. I miei compagni li addestrano come uomini adulti, conoscono la fatica e la rabbia» ma a quanto pare scarseggia la fedeltà.
Evito di dirlo.
Vieto qualsiasi tipo di intromissione, sono questioni familiari. «Provvederò io al segugio, occupatevi dei vostri finché potete» strizzo l'occhio e alzo il sedere dalla poltrona.
«La riunione non è ancora finita» afferma il boss, con disinteresse mi dirigo verso il corridoio che porta all'uscita.
«Ho questioni più importanti da risolvere» ribadisco, barrano la strada ed io sono già tentato di afferrare la pistola dai pantaloni. «Non mancarmi di rispetto in casa mia Jordan» il mio nome pronunciato da lui fa contorcere le viscere, vorrei ammazzarlo ma devo mantenere la calma. Sono in terre nemiche e senza nessuno dei miei uomini, sarei un pazzo a mettermi contro di loro.
«Salvadores sta solo andando a controllare che sia tutto apposto» Noah mi spalleggia, incoraggia l'insolenza e l'arroganza, scusando la sfrontatezza. Mi lasciano andare via con un cenno della testa e parto con il rombo del motore a farmi da annunciatore. Arrivo al Confine con venti minuti di ritardo rispetto all'orario previsto, Ronald accoglie i presenti con un sorriso a trentadue denti mentre Tyron ribadisce i vari compiti che ho precedentemente scritto su un foglio alcuni giorni fa. Li osservo dalla porta sul retro, senza proferire parola. Damon è l'unico ad essersi accorto di me, non abbiamo più parlato dall'ultima volta in cui ci siamo per caso incrociati a casa di Danika. È libera di scoparsi chi vuole ma non con Isabel che gira per l'appartamento. È una bambina molto intelligente, sono sicuro che abbia già capito qualcosa. Jason seduto a destra, ascolta attentamente ogni parola e fuma come se avesse affari in sospeso con chiunque. Ezra ghigna quando incontra lo sguardo ammonitore del padre, tiene il cellulare tra le mani e registra sottovoce un messaggio vocale da inviare alla sua preda. La riunione procede bene finché la voce entusiasta di Travis irrompe nella stanza, mi avvicino per fulminarlo con gli occhi. Tutti, che prima non si erano accorti di nulla, guardano come se fossi apparso dal nulla.
«Da quanto tempo sei qui? Non ti ho visto entrare» chiede Ty.
«Da un pò, sono entrato dalla porta sul retro. Volevo valutare la preparazione in silenzio» estraggo una sigaretta e l'appoggio sulle labbra, Ezra si avvicina a noi seguito dai gemelli.

«Los Intermedios non possono fare sempre da badanti ai Los Jòvenes» si lamenta Ryan. «Noi vogliamo fare qualcosa di più, io non voglio più essere spettatore delle piazze» precisa.
La collera nella voce mi fa tornare indietro nel tempo, negli occhi scuri riesco a vedere me: ero un ragazzino normale, silenzioso. Mi portavo dietro lacrime e delusioni. La mia famiglia non è mai stata ricca, mio padre era un ex detenuto del TysonVille Center e mia madre una collaboratrice. Quando mio padre scontò la sua pena, tornò a far parte della banda. Morì al Confine e l'incendio fu così forte da ucciderli tutti. Ocèane soffrì moltissimo, nonostante fosse già coinvolto in tutto questo.
«Ragazzi per adesso sono questi i compiti da svolgere» devo esaminarli tutti per scoprire il possibile traditore.
« Domani c'è l'incontro, sei pronto?» Tyron richiama l'attenzione porgendomi una bottiglietta d'acqua, sorseggio lentamente.
«Ho bisogno di allenarmi, non sto scherzando Ty» dico preoccupato. Sono stato così occupato con El Diablo e con la riunione che non ho pensato a nient'altro. È stata lei a deconcentrarmi, in questi giorni non ho fatto altro che desiderare la sua presenza al mio fianco, mai nessuna ragazza ha avuto questo privilegio. Non sembrava possibile ed invece mi ritrovo nuovamente a parlare di Altea Mavis, figlia di Henry Mavis, il mio avvocato.
«Allora cosa stai aspettando?» Travis mi porge la mano e la stringo con impeto.
«Dove hai lasciato le ragazze?» loro sono l'unica fonte d'amore che mi resta.
«Amico sembrava tutto tranquillo quando le ho lasciate a casa. Isa era stanca, abbiamo giocato tutto il pomeriggio» ghigno al pensiero, immagino i colori sparsi per il pavimento e T. in preda ad una crisi nervosa.
Devo tutelarle, sono contento che i miei fratelli sappiano come prendersi cura di loro, non vorrei mai morire sapendo che non c'è nessuno a sorvegliarle.
Non sono stato sempre così insensibile come voglio far credere, ho perso me stesso molto tempo fa.
Non sento più nulla, credo di essere intrappolato in un corpo che non mi rappresenta. Sono diventato El Salvadores per non recepire il dolore ma non ha funzionato, sento le grida delle persone che ho ucciso.
Volevo solo essere un Campione ed invece sono un Gangster a tempo pieno e Pugile part-time.

#spazioautrice
Spero vi piaccia come è piaciuto a me,nel prossimo ne vedremo delle belle.Fatemi sapere tramite un commento oppure una stellina.
Un bacio,Fatima.🥊🦊

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora