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Altea

Mi sono chiesta tante volte perché dovessi ricordare mia madre e la mia infanzia in modo negativo, all'odierna età di ventidue anni non ho ancora trovato una risposta. Mi sono interrogata sul motivo principale dell'essere una giornalista anche se ho sempre desiderato, diventare una scrittrice di romanzi rosa. Tutto ciò che sognavo da adolescente ha perso valore. Quando cresci impari che le occasioni devono essere colte in fretta e che non si è mai abbastanza indipendenti per affrontare l'autonomia. Potrei risultare poco matura, ma le difficoltà per me, sono sempre state dietro l'angolo e l'aiuto economico ed emotivo di mio padre mi è stato d'aiuto.
Negli ultimi anni ho cercato appartamenti con prezzi abbordabili, stanze monolocali e perfino garage pieni di muffa. Erano tutti troppo vicini ai quartieri delle gang e di problemi, ne ho già troppi per affrontare anche stupide faide tra loro.
«Buongiorno Altea, come stai oggi?» la voce stridula di Nathan riesce a riportare l'attenzione sull'articolo davanti a me. L'eyeliner viola delinea i suoi occhi chiari, il gilet azzurro coordinato con i pantaloni ricorda vagamente la moda degli anni 80.
Adoro il suo essere retrò anche nel ventunesimo secolo.
«Buongiorno Nate, il trucco di oggi è favoloso dovresti insegnarmi qualcosa in più sul make-up» sistemo i documenti nella postazione che mi è stata assegnata e mi dirigo verso la macchina del caffè.
«Ho usato dei toni in armonia con l'outfit anche se questi ombretti del mio nuovo brand sono favolosi. Lo sai, dovresti... » viene interrotto dall'entrata di Jasmyn, la nuova stagista, che riesce subito ad attirare l'interesse di tutti.
«Non posso credere ai miei occhi» il viso incredulo fisso sul palmare ed intuisco che non sono notizie piacevoli quelle che sta per comunicare.
«Jordan Jones ha denunciato il nostro ultimo articolo su di lui» ingoio fiotti di saliva quando il nome del moro viene bisbigliato dai presenti. Il cuore pompa freneticamente nel petto facendomi pentire di essere così attratta da tutto ciò che è impossibile. Jordan mi ha ammaliato come fa qualsiasi animale con la sua preda, si è insinuato sotto la pelle come un serpente. Ha strisciato sui solchi della mia anima, districando i rovi più pungenti. Mi ha fatto incontrare un Altea che non vedevo da secoli, mi ha dato la possibilità di provare emozioni nuove.
«Gli articoli in stampa devono essere fermati, dobbiamo occuparci solo di questo. Il giudice ha già inviato la richiesta di presenza in tribunale, chiedo gentilmente a tutti di accumulare più informazioni possibili sul soggetto in questione» dice la direttrice, facendo chiarezza sulla situazione in cui è probabilmente dalla parte sbagliata. Non è mai stato un capo troppo esigente ha sempre cercato di far uscire il nostro lato creativo. È una donna molto elegante, non l'ho mai vista senza la sua pelliccia ecologica preferita e le sue immancabili Louboutin.
«Altea ti voglio nel mio ufficio» annuisco, sorridendo lievemente. Fisso l'orologio giallo, ho già capito il motivo del suo appello. Riguarda mio padre e il suo ruolo nel palazzo della giustizia e questa volta non posso fare nulla per proteggerla.
«Odio quella donna!» il disprezzo nella voce del mio collega riesce a farmi percepire l'invidia che prova verso il suo guardaroba. Ridacchio afferrando la ventiquattro ore dalla scrivania.
È arrivato il momento.
L'ufficio della dirigente è molto più grande rispetto a tutti gli altri: i colori sgargianti mi accecano appena la gamba attraversa la vetrata, l'imitazione di Monet è infissa sopra l'enorme divano dove lei è seduta. Fuma una sigaretta tramite un lungo bocchino verde e mi guarda come se stesse per attaccarmi da un momento all'altro. «Accomodati non dovrai soffermarti molto oltre il turno di lavoro. Ho bisogno del tuo aiuto, dovrai fare qualcosa per me che ti aiuterà ad avere una promozione» dice Amanda alias Crudelia Demon. Si alza dal divanetto solo per porgermi una serie di fogli con alcuni dati di Jordan da compilare.
«Non capisco come tutto questo possa farmi avere una promozione» dico.
«Tuo padre è il suo avvocato, cosa non hai capito? Devi cercare informazioni su di lui. Tu sei l'unica fonte sicura in questo ufficio» stupita dalla sua richiesta mi alzo con impeto facendo sfregare la sedia sul pavimento di marmo. Sono leggermente turbata dalla sua pretesa, non posso compromettere la carriera di mio padre nonostante abbia sempre criticato il suo comportamento in tribunale. Non posso e non devo. Cerco l'uscita con la coda dell'occhio e prometto a me stessa di non mettere più piede in questo edificio.
«Mi dispiace ma non è giusto nei confronti dell'uomo che mi ha cresciuto ed amato. Avevo molta ammirazione nei confronti della sua sede ma dopo questa richiesta, credo che io debba licenziarmi» il suo viso diventa livido al confronto.
«Quando ero una ragazzina come te anch'io credevo nell'amore poi ho imparato che rende deboli ed ho iniziato a capire il valore dell'avidità».
M'incammino verso l'uscita mentre le parole mi muoiono in gola. Vorrei rispondere a tono ma sarà la solitudine a ripagare le sue parole. L'egoismo non è mai stata la chiave per il successo ed è forse per questo motivo che, non è mai riuscita ad esordire oltre i confini della piccola cittadina di TysonVille. Essere generoso ed altruista ti rende umano, l'umanità non è nelle sue caratteristiche. Torno tra i miei colleghi con il magone, tramite la faccia addolorata di Nate, capisco che la regina cattiva ha già comunicato le mie dimissioni. Finalmente potrò scrivere ciò che ha dato inizio a questa mia passione, potrò iniziare con articoli piccoli e finire con le grandi riviste. Raccolgo le poche cose che ho riposto sulla scrivania in uno scatolone del caffè e mi dirigo con passo sicuro verso la mia auto, i singhiozzi di Nathan mi accompagnano con tanto di canzoncina malinconica.
«Chi mi dirà che sono favoloso tutte le mattine? Jasmyn non ha nemmeno un quarto della tua intelligenza!» esasperato si asciuga le lacrime, sorrido teneramente sporgendo il labbro inferiore.
«Non essere così tragico, ci vediamo da Sunny's tutti i pomeriggi!» ripone nell'auto le mie cose e con riluttanza mi stringe tra le sue braccia.
«Non andartene anche tu» la sua stazza è molto più grossa della mia. Nego con il capo e mi accomodo in auto, dopo aver salutato Nate inizio a guidare verso casa. Realizzo di essermi appena congedata e che non ho un lavoro stabile per i prossimi giorni. Inizio ad immaginare la faccia di mio padre quando gli dirò di essermi licenziata e delle motivazione fasulle che dovrò inventarmi. Circa quindici minuti dopo sono arrivata alla residenza di famiglia, l'auto di mio padre non è presente nel vialetto. Margaret viene ad aprirmi con un mestolo tra le mani e un taccuino sul capo.
«Altea cosa ci fai qui? Non dovresti essere a lavoro in questo momento? Stavo cucinando del pollo arrosto per questa sera, tuo padre è stato chiamato per una causa importante così ho deciso di intraprendere una corretta postura grazie a questo quadernino che ho trovato in camera tua» spiega imbarazzata, mi tolgo il cappotto per agganciarlo all'appendiabiti. Leopold s'intrufola tra le mie gambe lunghe solo per essere coccolato, il pelo corto e gli occhietti vispi mi fanno pensare che è stata proprio un'ottima idea prenderlo in adozione. Accarezzo il musino con l'indice e miagola di piacere, scappa sul divano e si arrotola su se stesso.
«Questo gatto è strano» dice la donna. Continua a camminare con della carta sulla nuca, rido sonoramente ed accendo il televisore.
Il canale sportivo è nella lista dei preferiti, sbircio la trasmissione in diretta, inquadrano lo square e il viso di Jordan in primo piano. Parlano dell'incontro di domani sera e di quanto il pugile sia pronto per essere ancora una volta il campione, il suo sorriso e le sue parole riuscirebbero a convincere chiunque.
«Cosa riesce a farti vincere ogni volta?» gli chiede il giornalista, lui ghigna e sospira contemporaneamente.
Guarda verso la videocamera ed è come se fosse appena entrato nel salotto di casa, il suo sguardo penetra nelle mie viscere come un incantesimo.
Qualunque forza stia esercitando su di me, funziona.
Andrò all'incontro e parlerò con lui.

#spazioautrice
Ciao a tutti,come state?
Io bene.Volevo augurarvi un buon anno,che questo possa essere l'ANNO delle cose impossibili.

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora