Vivi come se dovessi
morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.(Mahatma Gandhi)
Jordan
Aspetto di cadere al suolo ma non succede, le dita tastano ancora l'erba. Una leggera scarica di adrenalina attraversa la spina dorsale fino ad arrivare alle ginocchia. Spalanco entrambi gli occhi, il cielo è limpido. Sono vivo, gli uccelli cinguettano e sono ancora fottutamente vivo. La risata amara del vecchio si diffonde mostruosamente, aspirava ad una dimostrazione di fiducia ed Ocèane ha superato la prova.
Non c'erano proiettili nel caricatore.
«Ho esaminato i tuoi atteggiamenti, non avevo alcuna fiducia. Ti sei rivelato un ottimo alleato, hai schiacciato il grilletto contro il Salvadores per me. Mi sono sbagliato sul tuo conto Ocèane, non sei un traditore» parla a rilento, cammina verso di noi con le mani nelle tasche dei pantaloni. Il moro studia le mie espressioni mentre il vuoto sosta negli occhi.
Nel petto solo ombre, non c'è traccia di un cuore che pompa. Ho cercato di renderlo una persona migliore, gli ho chiesto di essere uno dei miei. Un fratello con un fratello, un fratello per un fratello. Dovevo capire che la sua scelta lui l'ha già fatta molto tempo fa, io non perdono. Sono deluso e tradito, ferito. Il mio sangue scorre nelle sue vene e lui ha appena tentato di farmi fuori, ha appena cercato di distruggere i miei sogni. Prendo il controllo e balzo in piedi, ignoro la voglia di prendere a pugni l'uomo accanto a me.
«Che cazzo fai?!» esclama Tyron, ma prima che possa comprendere sono già davanti a lui. Le stesse rughe contornano gli occhi, la bocca sottile e il naso aquilino.
«So cosa si prova ad essere mio nemico e non torna utile avermi contro» proclamo, sogghigna amaramente.
È al corrente dei peccati che ho compiuto, non c'è bisogno dei dettagli.
«Non ti ho ucciso solo perché rispetto tuo padre, Jamie era il mio miglior alleato» sussulto.
Un leggero tremore raggiunge la mano sinistra.
«Non sei degno di nominare il suo nome, sei stato tu ad appiccare l'incendio al Confine!» sbraito, accuso puntando il dito.
«Mi dispiace deluderti, ma non è così. Jamie era stufo dei Los Salvadores, troppe responsabilità e troppe implicazioni, non ne voleva più sapere e si è suicidato » la realtà colpisce il mio viso come un gancio.
«Tu eres un hijo de puta, no hables de mi padre» serro i pugni.
Nego, non è possibile. Tyron afferra l'avambraccio e cerca di condurmi alla macchina, non incontro lo sguardo di Ocèane nemmeno quando mi volto per un'ultima volta.
È sparito dalla mia vita, non voglio più sentir parlare di lui. Quando sprofondo nel sedile scaglio un pugno sul volante, le nocche bruciano. Il mio amico resta in silenzio anche quando un singulto silenzioso squassa il corpo, rimugino su tutti gli individui che si sono trovati ai miei piedi e hanno pregato. Mi sono imbattuto in un me che non conoscevo, essere lì mi ha rievocato ricordi che credevo fossero stati seppelliti con loro. Ho temuto davvero di essere arrivato alla fine dei miei giorni. Danika ha ragione, mi sono trasformato in qualcosa che non sono. Guardo distrattamente la strada davanti a noi, una leggera lacrima sfugge dall'occhio destro. Una solo per lui. Può anche dimenticarsi di noi, perché l'abbiamo già fatto.*
Raggiungo casa di Danika molto velocemente, sostiamo nel vialetto e picchio molto forte contro il legno scuro della porta. È proprio lei ad aprire: i capelli arruffati e la canotta a coprire un sottile lembo di pelle. Sbadiglia rumorosamente, imbarazzata dalla presenza di Tyron al mio fianco.
«Non mi aspettavo delle visite» afferra una veste da camera dal divano e la indossa, si affretta per andare in cucina e la seguo. «Ocèane mi ha puntato una pistola alla tempia» rivelo.
Dilata le pupille e procede dinanzi a me, scosta la maglia sul petto e alza il mento. Ispeziona l'intera figura senza battere ciglio, sentire il tocco sulla pelle è magia.
«Perché l'ha fatto? Non bastava averci abbandonato?»il tono di voce è piatto, non traspare nessun tipo di emozione.
«Gli è stato ordinato» pronuncio, serio e duro.
«Danika ascolta, ho una cosa importante da dire» parlo autoritario, questa è una mia caratteristica.
Intreccia le braccia e rivolge la totale attenzione al discorso.
«Oggi non è stata una giornata facile ok? Ho superato il limite questa volta, sono arrivato qui perché volevo farti sapere che nel momento in cui ho realizzato di essere sul punto di morire, sei stata tu il mio unico pensiero. Tu ed Isa siete il mio tallone d'Achille, potrebbero ferire me ed io mi preoccuperei solo di voi» provo a non incrociare lo sguardo, ma vengo fregato dalla mano che stringe la mia.
Questo tipo di amore non ha bisogno di essere ricambiato. L'amore fra fratello e sorella è puro, sincero.
«Non so cosa farei senza di te Jordan. Non lasciarmi mai, ti prego» disperata si tende verso di me.
Il profumo di casa, uguale a quello della mamma.
Oltre la porta il mio amico si schiarisce la voce, irrompendo nella stanza. I capelli di Isa nell'incavo del collo e le mani sul dorso, così piccola fra le braccia di Tyron. Sciolgo l'abbraccio della madre e sottraggo la bambina, dorme come un angelo.
Sorrido e fisso il soffitto, sono così grato di avere con me questo dono di Dio. Inserisco l'indice fra i ricci mentre stringo forte la mia fonte di felicità.
«Puoi restare se vuoi, io preparo del caffè» annuisco e stendo il corpo sul divano.
Chiudo gli occhi e godo della pace.
«Dobbiamo andare adesso» comunica Tyron, mia sorella annuisce e cerca di scostare sua figlia dal mio petto. Brontolo e sussurro parole sconnesse.
«Jordan, i gemelli stanno portando Travis al Confine» socchiudo gli occhi ad annuisco, lascio andare la piccola Isabel e prometto di ritornare questa sera per dormire accanto a lei. Bevo il caffè ormai freddo e torno all'auto con profondo rammarico.*
«Ragazzi sono tornato!» l'ingresso del mio amico è degno di un Re. Viene accolto con abbracci affettuosi e pacche rumorose, ride e scherza con tutti.
Frank si avvicina al tavolo e si erge su di esso.
«Un brindisi al ritorno del fottutissimo Travis e alla famiglia più cazzuta di TysonVille» alza il bicchiere, seguito dagli altri.
Io faccio lo stesso, seguendo il resto dei compagni, sorseggio lentamente e osservo tutti con diffidenza. Siedo accanto a Gareth, il più vecchio della compagnia.
«Come sta il Salvatore? Sembri esausto ragazzo, dovresti concederti una pausa» confessa, annuisco e sfrego ripetutamente l'occhio destro. «Lo so, ma sai anche tu che non posso. Voi avete bisogno di me e El Diablo non mi darà tregua per aver ucciso Paul» fremo al solo pensiero di dover affrontare di nuovo quel mostro.
Altea non c'entra nulla con questo mondo, eppure sono riuscito a trascinarla in tutta questa merda, mi sento così in colpa per averle addossato problemi che non le appartengono. Devo riuscire a parlare con lei, potrei piombare a casa Mavis e costringere suo padre. Deve cederla solo per qualche ora, un panino e qualche stella, e la riporterò a casa sana e salva.
L'ultima volta non è andata ben e non dimentico lo sguardo accusatorio con cui mi ha guardato, questa mattina in caffetteria ha finto di non aver percepito lo sguardo sul suo corpo.
Quanto avrei voluto rapirla e tenerla prigioniera nel mio letto.
«Hai ucciso Paul per Travis, non avresti mai permesso che gli fosse fatto del male. Ami i tuoi fratelli più di te, non sei così duro come vuoi far credere. Io lo so, Jamie era lo stesso...» la frase resta sospesa, Tyron mi afferra e trascina in pista.
Studio l'espressione dell'uomo e una leggera malinconia attraversa il suo viso, mio padre non avrebbe mai lasciato il suo migliore amico da solo. Non può essersi suicidato, Gareth non avrebbe mai permesso un tale atto. Non erano migliori amici ma confratelli. Mio padre amava Gareth e Gareth amava mio padre, un attaccamento morboso, così lo definiva mia madre.
«Divertiti un pò amico, pensiamo più tardi ai traditori e agli affari» annuncia Tyron, l'alcool ha il suo effetto su di lui. Damon dall'altro lato del capanno osserva qualsiasi movimento. Lui studia tutto e tutti, avrà notato anche lui alcuni atteggiamenti sospetti da parte del Jòvenes. Sono costretto ad avere una conversazione con lui, ma non questa sera.
«Non vedo l'ora di scopare come si deve, l'infermiera non ha fatto un buon lavoro» esclama Travis, occupa il posto accanto a Ezra. Per qualche secondo il silenzio irrompe nella stanza, e viene interrotto da una scossa d' ilarità. Non riesco a trattenermi. Il petto vibra per le risate, il biondo cerca di fulminarmi. La stanza viene gremita di singhiozzi, schiamazzi e risa.
La leggerezza delle sue parole hanno scatenato in me una reazione bizzarra, non ridevo così da tempo.
«Fratello tu hai sempre le palle piene» dice Ronald.
«I leoni possono avere rapporti sessuali più di otto volte al giorno» continua Ryan.
«Nei cavallucci marini è l'uomo a mettere al mondo i piccoli» espone Bullet.
«Ma queste cose dove ve le insegnano? A scuola?» chiede Frank. «Ragazzi fanculo gli animali, qui parliamo del vostro amico Travis che ha bisogno di una bella mora» rizza in piedi e si avvicina a me.
«Non hai nessuna per me?» nego e sorrido.
Questi giorni senza lui sono stati tristi e vuoti, ghermisco i corpi dei miei migliori amici e li intrappolo sotto la mia ala.
Siamo fronte contro fronte, il resto del gruppo non si accorge di questo gesto.
«La mia unica forza siete voi» gli occhi lucidi di Ty trasmettono tutto il timore che ha provato oggi.
«Questo è per sempre, lo giuro» ribadisce Travis e lascia un buffetto sulla guancia del moro.
«Adesso divertiamoci, alla NOSTRA!» urla e scioglie l'abbraccio. Dimentico di essere El Salvadores e sono solo Jordan.Quando arrivo davanti alla porta di casa le luci sono spente, l'orologio da polso segna le tre del mattino. Infilo le chiavi nella serratura ed accendo le luci nel salotto, il corpo di Danika è steso sul divano. Ripongo i miei aggetti personali e sollevo mia sorella con leggerezza, scosto la trapunta dal letto matrimoniale e faccio spazio accanto alla piccola.
Lavo il viso nel lavabo e denudo il mio corpo da qualsiasi indumento, impugno la Glock e mi stendo accanto ad Isa. Le lenzuola profumano di vaniglia e gelsomino, il mix solletica il naso.
Mi protendo sul fianco e acciuffo il corpo della bambina per avvicinarlo al mio cuore, lei riesce a far venire fuori il meglio di me.
A volte mi chiedo: se fossi nato in altri posti cosa avrei fatto di diverso?
Sarei stato davvero solo un ragazzo di ventiquattro anni?#spazioautrice
Ciao a tutti,
Come state?Come procedono le vacanze?Io sono al mare.Vi sta piacendo la storia?
Fatemi sapere con un commento oppure una stellina.
Un bacio,Fatima.❤
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The Boxer's Clan.
ChickLit🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'intera comunità? E se gli accordi con i soci saltassero da un momento all'altro? Tyson Ville non ha mai g...